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Alessandro TichAlessandro Tich
Direttore Responsabile
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Attualità

Medici di famiglia: “Il Veneto ha anticipato le decisioni del governo”

Il Consiglio dei Ministri approva il Decreto Sanità che impone la continuità assistenziale dei medici di base. Il direttore generale dell'Ulss 3 Valerio Alberti: “Una riforma in linea con quanto già previsto e approvato dalla nostra Regione”

Pubblicato il 06-09-2012
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“Sappiamo come è entrato il Decreto in Consiglio dei Ministri, ma non sappiamo ancora esattamente come è uscito. Attendiamo di conoscere i dettagli.”
Valerio Alberti, direttore generale dell'Ulss n.3, commenta così a botta calda la notizia del “Decreto Balduzzi”, approvato ieri dal governo, che riscrive le regole - tra le altre cose - dell'assistenza sanitaria territoriale.
Un'autentica rivoluzione che cambia radicalmente il ruolo dei medici di famiglia, che dovranno organizzarsi in “squadre” e assicurare un'assistenza h24 e 7 giorni su 7 ai pazienti, integrandosi e coordinandosi con altre professionalità della Sanità per garantire la continuità assistenziale all'interno di una rete di poliambulatori territoriali, aperti al pubblico per tutto l'arco della giornata compresi i giorni prefestivi e festivi.

Il direttore generale dell'Ulss n. 3 Valerio Alberti: "La Medicina di Gruppo Integrata è il perno dell'intero progetto regionale" (foto Alessandro Tich)

Obiettivo dichiarato della riforma, quello di potenziare i servizi di medicina territoriale per limitare l'accesso agli ospedali ai casi acuti e realmente necessari.
Per Alberti, tuttavia, i grandi cambiamenti introdotti dal ministro della Sanità Renato Balduzzi non rappresentano una novità.
“L'impostazione del lavoro dei medici di famiglia che il governo ha pensato - ci dice il direttore generale - è in linea con la Regione Veneto, che da anni ha previsto e proprio questa estate ha approvato il piano di riordino della medicina di base e di tutte le cure primarie. Questo piano è incentrato proprio sul concetto dei gruppi di medici di famiglia, che si integrano fra di loro in due forme: la AFT o Aggregazione Funzionale Territoriale, con almeno 20 medici in collegamento fra loro, e la Medicina di Gruppo Integrata.
Il 14 settembre prossimo incontreremo i medici di famiglia di Bassano per discutere il progetto e la sua applicazione. Prevediamo di istituire quattro AFT in pianura - a Bassano del Grappa, Marostica, Romano d'Ezzelino e Rosà - e una ad Asiago, per l'Altopiano, ma l'ubicazione definitiva dovrà essere discussa e concordata assieme ai sindaci del territorio. All'interno dell'Aggregazione Funzionale Territoriale opera la Medicina di Gruppo Integrata, che è il perno dell'intero progetto.”
Ma cosa cambia, in sostanza, per il medico e per l'assistito?
“La Medicina di Gruppo Integrata - spiega Alberti - cambia l'organizzazione della medicina di gruppo tradizionale, che già vedeva gruppi di medici lavorare, ma separatamente, nello stesso ambiente.
Ora assieme ai medici di base lavoreranno nella stessa sede anche gli infermieri, l'assistente sociale e alcuni medici specialisti. L'integrazione funzionale di queste professionalità serve a garantire la rintracciabilità di un medico per 12 ore e fino alle 8 di sera e a risolvere a livello ambulatoriale le piccole urgenze, che non si rivolgeranno più in questo modo al Pronto Soccorso dell'Ospedale. La stessa struttura di gruppo dovrà gestire il paziente cronico, fuori dall'ospedale e di più sul territorio, per tre tipi importanti di patologie croniche - lo scompenso cardiaco, il diabete e la BPCO (bronco pneumopatia cronico ostruttiva - la cui gestione è troppo spesso e inutilmente ospedaliera. Da qui l'importanza del medico specialista all'interno del gruppo. L'assistenza h24 sarà garantita dall'integrazione con la guardia medica e la continuità assistenziale, dopo le ore 20 e nei giorni festivi.”
“Sembra una cosa semplice - continua il dirigente dell'Azienda Sanitaria -, ma si tratta in realtà di una riorganizzazione epocale. Per i medici di medicina generale è un grande salto, il medico di famiglia era abituato in genere a lavorare da solo e ora deve affrontare il passaggio a un lavorare coordinato. Per questo, oltre ai Medici di Medicina Generale del comitato aziendale, saranno coinvolti anche i Comuni, che sono fortemente interessati a questa novità.”
“Questa strada, indipendentemente dal governo - conclude Alberti - è già stata segnata da tempo dalla Regione Veneto, che l'ha resa compiuta e sistematica con la delibera regionale approvata lo scorso 31 luglio. Per la nostra realtà è un passaggio importantissimo: per i medici di famiglia, per la nostra Azienda e per l'organizzazione della Sanità in generale.”

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