Ultimora
12 Jul 2025 18:39
Due motociclisti morti e 4 feriti nel Veneziano
12 Jul 2025 12:56
Maltratta il cane e percuote passanti, denunciato
12 Jul 2025 12:52
Due arresti per tra rapine a Verona, indagini carabinieri
12 Jul 2025 11:57
Cgia, costo dei dazi Usa fino a 12 miliardi di euro
12 Jul 2025 11:15
Martella (Pd), Zaia fissi data elezioni, basta giochi di potere
11 Jul 2025 21:45
Maltrattamenti in un asilo, 3 maestre sospese nel Rodigino
13 Jul 2025 08:42
Protezione Civile di Gaza, almeno 27 morti in raid oggi. Ieri 110 morti
13 Jul 2025 08:38
Media, Trump valuta possibili nuovi finanziamenti per Kiev
13 Jul 2025 08:30
Fonti, 'attacchi israeliani a Gaza, ieri 110 morti'
13 Jul 2025 07:55
Gianmaria e Maddalena, avete sbagliato
12 Jul 2025 16:04
Mondiale per club, la finale secondo Luis Enrique e Maresca
13 Jul 2025 07:11
Musk investe 2 miliardi di SpaceX nella sua xAI
Laura Vicenzi
Giornalista
Bassanonet.it
A tu per tu con Emanuele Trevi
Parole in viaggio alla ricerca della gioia perpetua
Pubblicato il 13-09-2010
Visto 4.554 volte
Il ritrovamento del manoscritto che è il nucleo portante del tuo libro è un ritrovamento reale, non un espediente letterario
Quello di cui parlo, e che riproduco nella seconda parte del libro, è un manoscritto realmente ritrovato… in casa mia, perché si tratta di un quaderno di scuola di mia moglie (l’autrice Chiara Gamberale n.d.r.). Ovviamente, si tratta anche di un espediente usato nella letteratura di tutti i tempi, e soprattutto nell’età romantica – basti pensare a Manzoni. Diciamo che a volte l’artificio convenzionale e la realtà dei fatti coincidono in maniera sorprendente.

Emanuele Trevi
La gioia perpetua del titolo richiama alla mente la luce perpetua delle preghiere, il protagonista che porta il tuo nome, Emanuele Trevi, percorre un cammino iniziatico, va alla ricerca di dove nasce l’arcobaleno
E’ giusto, il titolo richiama certi mistici, e anche la “lux perpetua” delle religioni antiche che cercavano la salvezza dell’anima dopo la morte. Ma per me si tratta di qualcosa che riguarda la vita terrena, che è l’unica che conosco e alla quale sono interessato.
Hai detto in una recente intervista “credo solo alle sapienze radicate nelle esistenze”, un approccio saggistico, teoretico, può essere vanificato, o meglio superato dall’incontro con lo stupore creato dalle parole di un bimbo, o con l’ammirazione per i gesti sapienti di un vecchio?
Oggi c’è il professore di filosofia, nei tempi antichi c’erano i sapienti, i cosiddetti “maestri di verità”. Non mi ha mai convinto, fin da quando andavo a scuola, un sapere teorico, astratto, separato dalle contingenze dell’esistenza.
Il tema di questa rassegna di Nove è il viaggio: tu sei un critico letterario, ti piacciono i viaggi nella storia e nel passato, nella letteratura, ami anche ripercorrere i sentieri percorsi da altri
Sì, mi interessa questo continuo processo di scrittura e di riscrittura dei luoghi del mondo, anche se bisogna dire che la cosiddetta “letteratura di viaggio” raramente produce dei capolavori, nella sua versione media è un genere di consumo tra il diario e il giornalismo che può risultare anche molto triviale. Ma quando si legge un libro come “In Patagonia” di Bruce Chatwin o “Gli anelli di Saturno” di W.G.Sebald è una vera rivelazione.
In un mondo in cui il viaggio è sempre più virtuale, dove l’incontro con l’altro è sempre più virtuale, il rincorrere lo scavalcamento dei confini risponde all’esigenza di non perdere il treno degli attimi intensi, o di non “perdere il filo” come dici nel tuo libro: il togliere l’ombra ai nostri passi abbassa anche l’intensità alla scoperta?
Il problema non è il virtuale in sé, è il fatto che la nostra cultura e il nostro modo di vivere suggeriscono che le possibilità sono infinite, che ci sarà sempre un’occasione successiva, mentre la verità, vecchia come il mondo ma sempre attuale, è che ogni giorno che se ne va non tornerà più, e dunque tutto ciò che ci piace merita lo sforzo di afferrarlo al volo. Questa è poi la cosa più importante che ho cercato di comunicare nel mio libro.
Qual è il tuo parere sul ruolo della critica e su quello delle moderne tecnologie, dell’informazione che viaggia random su internet, nella promozione dei libri e della lettura?
Una verità evidente, è che nelle librerie, ridotte a catene di smercio di best seller, si trovano sempre meno libri, mentre internet ha un’offerta infinita. Se oggi qualcuno vuole leggere tutti i libri che ho scritto, ci mette cinque minuti a procurarseli, addirittura li può scaricare. Riguardo al dibattito sui blog, invece, ho molti dubbi sul suo livello. Non mi piace la facilità con la quale si costruiscono castelli infiniti di opinioni. Certamente è una democrazia, ma andrebbe riempita di contenuti più rigorosi.
Il 13 luglio
- 13-07-2023All You Need Is Slow
- 13-07-2022La Magna Carta
- 13-07-2020Pulp Fiction
- 13-07-2019La Cenerentola
- 13-07-2017Ci vediamo in Garage
- 13-07-2017On the Road
- 13-07-2016Diciannove volte Nove
- 13-07-2016Che sia Chiara
- 13-07-2015My name is Bond
- 13-07-2012“Il golf che non piace”
- 13-07-2012Chiusura Bayer di Mussolente, interrogazione dell'on. Lanzarin
- 13-07-2012Etra: disinfestazione anti-zanzare
- 13-07-2012Da “Caronte” a “Minosse”, restano i problemi
- 13-07-2011“Nostalgici del Pdl, rassegnatevi”
- 13-07-2011Legge elettorale: Cassola “sposa” il voto di preferenza
- 13-07-2011Discariche dismesse: monitoraggio della Provincia
- 13-07-2010“Ma Zaia non aveva vinto le elezioni dicendo: prima il Veneto”?
- 13-07-2010L'on. Daniela Sbrollini: “Paghiamo un ritardo di dieci anni”
- 13-07-2010“Sì alla Pedemontana, ma al servizio del territorio”
- 13-07-2010Alpini, conto alla rovescia per il Raduno Triveneto