Alessandro TichAlessandro Tich
Direttore Responsabile
Bassanonet.it

Cronaca

Piccolo grande uomo

In memoriam: Sammy Basso (1995 - 2024)

Pubblicato il 06-10-2024
Visto 11.693 volte

Questo non è un articolo di cronaca.
Anzi: non è neppure un articolo, che per dovere professionale impone al giornalista il totale distacco e il non coinvolgimento sull’argomento che sta trattando.
Scrivo senza sapere ancora dove sto andando, come potrò farlo e dove mi porteranno i pensieri.

Foto da Facebook / Sammy Basso

La notizia della scomparsa di Sammy Basso, 28 anni (ne avrebbe compiuti 29 il prossimo 1 febbraio), di Campagnari di Tezze sul Brenta, colpito da un malore fatale ieri sera mentre si trovava ad una cena a Villa Razzolini Loredan ad Asolo, è ormai risaputa ovunque.
Questa mattina il triste annuncio della morte di Sammy ha dilagato nel tam-tam dei social, l’agenzia ANSA lo ha riportato in primo piano e se ne sono occupate le testate nazionali: giornali online, telegiornali e giornali radio. Il resto lo leggeremo domani sui quotidiani cartacei.
Nulla posso aggiungere a tutto quello che già stato scritto e detto in queste ore dal punto di vista della cronaca del fatto, dei commenti di cordoglio espressi da ogni dove e della biografia di quella che è stata la persona più longeva al mondo affetta dalla progeria, la rara sindrome da invecchiamento precoce.
Ma Sammy, tra le sue tante qualità, aveva una dote speciale: quella di rendersi indimenticabile, con chiunque entrasse in relazione.
Per questo scrivo anch’io di lui, ma dal profondo del mio cuore, perché non posso dimenticarlo e non lo dimenticherò mai.
Si è reso indimenticabile con il suo modo di essere, con il suo stile di fare, con quella leggerezza di spirito che non ha fatto mai pesare agli altri i problemi della sua patologia, che inibisce la crescita in altezza e ti fa apparire vecchio già da bambino, regalando al contrario un esempio di positività e di forza d’animo per tutti noi che lo abbiamo conosciuto.
Ho scritto “noi” perché del grande “popolo di Sammy”, che per un motivo o per l’altro ha avuto a che fare con lui, faccio parte anch’io.
In tanti anni di lavoro, prima in televisione e poi anche per questo portale, ho avuto l’opportunità di incontrarlo e intervistarlo più volte e tra di noi si era instaurato un rapporto di stima reciproca, di cui vado orgoglioso, anche se ci vedevamo sporadicamente.
Non serve ricordare i vari articoli che gli ho dedicato: per quello basta consultare lo scrigno della memoria dell’indice degli argomenti di Bassanonet.
Avevo incontrato nuovamente Sammy Basso, assieme a tante altre persone, la sera dello scorso 18 settembre al locale La Stazione di Marostica.
Ero stato invitato all’aperitivo di apertura della nuova stagione di Radio Voice, la web radio marosticense di cui Sammy, tra le sue plurime attività, era uno degli speaker e per la quale curava e conduceva con la sua solita intelligenza ed arguzia il programma “Siamo caduti in Basso”.
A quell’appuntamento lui non ha voluto mancare, accompagnato come sempre dai suoi fantastici genitori Laura e Amerigo.
Appena io e Sammy ci siamo visti ci siamo dati il cinque, come è sempre stata nostra consuetudine, e abbiamo fatto le solite e piacevolissime due chiacchiere.
Era fresco reduce da uno dei suoi viaggi alla conquista del mondo: questa volta in Cina, un viaggio “bellissimo” come aveva raccontato sui social e su cui avrei voluto saperne un po’ di più. Ma non è stato possibile, per l’animata confusione del momento.
Tante altre cose si potrebbero scrivere di Sammy Basso.
Sammy il testimonial della sua associazione A.I.Pro.Sa.B. (Associazione Italiana Progeria Sammy Basso), il laureato in Scienze Naturali, il biologo con la laurea magistrale in Molecular Biology, il ricercatore, lo scrittore, l’amico di Papa Francesco che gli aveva telefonato a casa (scoop di Bassanonet del 2013), l’ospite del Festival di Sanremo, il premio “Città di Bassano” nel 2015, il Cavalierato dell’Ordine al Merito della Repubblica conferitogli dal Presidente della Repubblica Mattarella e mi fermo perché l’elenco non finisce qui.
Ma io preferisco ricordarlo per qualcosa di meno ufficiale e di più affettuoso.
E cioè per le sue battute, le sue barzellette e la sua simpatia con le quali ha sempre condito gli incontri che abbiamo avuto e le nostre conversazioni.
Ciao, piccolo grande uomo. Dammi il cinque per l’ultima volta.
È stato un privilegio averti conosciuto.

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