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“Chi manifesta la smetta di arrampicarsi sugli specchi e vada a studiare"
Università: l'assessore Donazzan attacca i contestatori della Riforma. E intanto, sull'argomento, il governo è battuto alla Camera su un emendamento di Futuro e Libertà
Pubblicato il 30-11-2010
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Studenti, docenti e ricercatori di tutta Italia su arrampicano sui monumenti per contestare la Riforma dell'Università promossa dal governo Berlusconi nella persona del ministro Mariastella Gelmini.
Ma per l'assessore veneto all'Istruzione, Formazione e Lavoro Elena Donazzan i manifestanti si stanno arrampicando, in realtà, sugli specchi.
“Mi pare una grande goliardata - commenta oggi la Donazzan in un comunicato diffuso dall'ufficio stampa della Regione - e per questo basterebbe un sorriso, purtroppo però, i docenti che hanno deciso di fare attività sportiva invece della docenza stanno creando un danno all’immagine dell’università italiana, se ancora ve ne fosse bisogno, ed economico perché sono pagati, alcuni molto bene, per fare il loro lavoro”.
L'assessore regionale all'Istruzione Elena Donazzan
“E’ proprio guardando al mondo del lavoro - ha aggiunto - che quegli studenti che manifestano dovrebbero fare una riflessione ossia che, oltre al fatto di pesare sulle proprie famiglie senza senso di responsabilità, le università italiane non stanno preparando al lavoro e moltissimi corsi di laurea garantiscono la disoccupazione”.
“Difendere l’attuale Riforma - ha precisato l’assessore regionale - significa tutelare i garantiti, lasciare i ricercatori sottopagati nella precarietà per tutta la vita, mantenere una parentopoli che non esiste nemmeno nei paesi più corrotti del mondo e tenere in vita 37 corsi di laurea con un solo studente”.
“Speriamo - ha concluso Donazzan- che chi continua a manifestare la smetta di arrampicarsi sugli specchi e vada a studiare”.
Nel frattempo il contrastato iter parlamentare per l'approvazione della Riforma dell'Università ha segnato un nuovo smacco per il governo, che dopo le sconfitte dei giorni scorsi questo pomeriggio è stato ancora una volta battuto alla Camera su un emendamento presentato dal gruppo di Futuro e Libertà e relativo agli assegni di ricerca.
L'emendamento, su cui pendeva il parere contrario dell'esecutivo e della commissione Bilancio, è stato approvato con 277 sì e 257 no.
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