Connessioni contemporanee
Un dialogo col presente
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Alessandro Tich
Direttore Responsabile
Bassanonet.it
Pubblicato il 01-09-2025
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Oramai me ne sono reso conto, anche in occasione di altri articoli: la matematica è un’opinione.
Vale anche per la manifestazione pro Palestina svoltasi sabato scorso al Lido di Venezia in concomitanza con la 82sima Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica: oltre 10mila partecipanti secondo gli organizzatori, 5mila secondo i dati diffusi dalla Questura.
Ma il rapporto di 2 a 1 tra i numeri comunicati dai promotori di un determinato evento e quelli resi noti dalla Polizia è un classico del genere. In questo articolo, per comodità, darò per buono il dato degli “oltre 10mila” ma nulla vieta al lettore di immaginare una partecipazione minore. Siamo in democrazia, perdinci, e anche l’aritmetica deve adeguarsi.
Renzo Masolo tra i manifestanti al Lido di Venezia, immortalato dalla CNN (fermo immagine da un servizio online su YouTube / CNN-News18)
Dunque, senza ulteriori numeri e in sintesi, è successo questo.
Un fiume di manifestanti - accompagnati da un imponente servizio di sicurezza e giunti in parte al Lido di Venezia a bordo di una motonave messa loro a disposizione e per la restante e più ampia parte con mezzi propri - hanno percorso in circolo il grande viale dell’isola lagunare arrivando a lambire le transenne del festival cinematografico.
In testa al grande serpentone di persone, uno striscione con la scritta “Stop genocide. Palestina libera dal fiume fino al mare!”.
Il valore aggiunto della strategica decisione di manifestare al Lido per la Palestina e contro il genocidio perpetrato da Israele a Gaza è stato quello di aver cavalcato l’onda del richiamo mediatico mondiale della Mostra del Cinema di Venezia.
Missione evidentemente riuscita, visto che della manifestazione si sono ampiamente occupati - tra i numerosi altri - la CNN, The New York Times, Al Jazeera, The Times, Newsweek, The Times of Israel, The Jerusalem Post, France24, The Guardian, The Daily Mail, The Hollywood Reporter, El Paìs e potrei andare avanti ancora a lungo.
Tra le migliaia di partecipanti all’evento di protesta c’era anche il consigliere regionale bassanese Renzo Masolo, di AVS - Alleanza Verdi e Sinistra, che ha sfilato in corteo reggendo tra le mani un cartello con la scritta “Sul red carpet seminiamo la pace” e che è stato anche ripreso e immortalato in un servizio della CNN.
Quella di Masolo è stata inoltre un’occasione per intervenire sul comunicato stampa dell’europarlamentare di Fratelli d’Italia Elena Donazzan, denunciata per crimini d’odio alla Procura di Vicenza dal Comitato “Fratelli al-Najjar - Giustizia in Palestina e in Italia” dopo le sue parole su Gaza pronunciate al Parlamento Europeo.
Nella nota trasmessa alle redazioni, e pubblicata anche da Bassanonet, la Donazzan aveva dichiarato, tra le altre cose:
“Qualcuno sta semplicemente cercando di ritagliarsi una visibilità, che altrimenti non avrebbe, grazie a me. Non mi stupisce.”
“Ognuno risponda alla propria coscienza - aveva concluso l’eurodeputata FdI -. Io, francamente, non ho nulla da temere.”
Per tutto il resto, pregasi leggere - per chi non lo avesse ancora fatto - il mio precedente articolo “Fuga di Gaz”.
Le affermazioni sopra virgolettate di Elena Donazzan hanno fatto da spunto al comunicato di replica di Masolo, trasmesso ieri in redazione, che pubblichiamo di seguito.
COMUNICATO
Palestina: 10.000 voci al Lido di Venezia, non abbiamo bisogno della Donazzan per avere visibilità
Ho letto con stupore la replica dell’eurodeputata Donazzan dopo l’articolo di Bassanonet relativo alla denuncia presentata dal Comitato “Fratelli al-Najjar” e da una folta rappresentanza civile contro di lei per le sue dichiarazioni su Gaza rese in Parlamento europeo.
In momenti drammatici e complessi come questo, a volte il silenzio sarebbe segno di responsabilità.
Ma l’europarlamentare ha scelto di replicare con due argomenti che ci lasciano veramente interdetti.
Il primo: “ognuno farà i conti con la propria coscienza”. Giusto! sempre che una coscienza ci sia davvero.
Le auguro di avere il coraggio di riflettere e di cambiare radicalmente il modo di concepire la politica e la risoluzione dei conflitti.
Il secondo: l’accusa, a chi la critica, di “sfruttare la sua popolarità per avere visibilità”. Qui la risposta è semplice. Non abbiamo alcun bisogno della sua popolarità.
Ieri al Lido di Venezia eravamo 10.000 persone di tutte le età, con i giovani in prima linea, a gridare Free Palestine, a chiedere pace e diritti per le vittime di un massacro: 60.000 vittime, tra cui 20.000 bambini; 140 persone morte di stenti, di fame e di sete; oltre 250 giornalisti assassinati dal governo criminale di Netanyahu.
Gaza non è un film e noi non vogliamo essere spettatori passivi. Per questo oggi stanno partendo centinaia di navi della Global Sumud Flotilla: perché non parte anche lei con loro? Così potrà rendersi conto di cosa sta succedendo laggiù e potrà fare quello che il governo Meloni non sta facendo, ovvero costruire corridoi umanitari, portare cibo e farmaci, e garantire un vero sostegno sanitario, psicologico e scolastico, almeno questo…
A chi si preoccupa della propria immagine, rispondiamo con la forza dei numeri e della dignità, dei diritti umani e dell’autodeterminazione dei popoli. Alcuni, tra quei diecimila, le chiedono apertamente le dimissioni, non c’è nessun dubbio. Ma la maggior parte di questa moltitudine, pur rispettando le opinioni e tutti i processi democratici, le rivolge una richiesta molto più semplice: ogni tanto, un po’ di sano e sacro silenzio non guasterebbe.
Renzo Masolo