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Rinascimento in bianco e nero

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Rinascimento in bianco e nero

Alessandro TichAlessandro Tich
Direttore Responsabile
Bassanonet.it

Attualità

Ciao Amici

L’imbarazzo della scelta: il caso delle dimissioni di tre membri del consiglio direttivo dell’associazione Amici dei Musei e dei Monumenti, in divergenza con la presidenza per una lettera inviata ai soci

Pubblicato il 24-03-2022
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Rinascimento in bianco e nero

Dice il saggio: dagli amici mi guardi Dio, che dai nemici mi guardo io.
Cari, vecchi detti popolari. Sono sempre adatti a tutte le occasioni.
Gli Amici in questione - e questa volta uso l’iniziale maiuscola - sono quelli dei Musei e dei Monumenti di Bassano del Grappa, la storica e prestigiosa associazione cittadina, attualmente presieduta da Marcello Zannoni, il cui compito - come si legge nella scheda pubblicata nel sito amicimuseibassano.it - è quello “di accrescere il patrimonio artistico del Museo Civico, di prestargli assistenza per il conseguimento dei suoi fini di conservazione e di cultura artistica, di tutelare il volto storico, artistico, monumentale della città, il paesaggio bassanese ed infine formare una elevata categoria di collezionisti e di intenditori”.

Foto Alessandro Tich - archivio Bassanonet

Questo è quello che già si sa, trattandosi di un’associazione ben conosciuta e attivamente partecipe da lunghi anni nella vita culturale della città.
Quello che invece ancora ufficialmente non si sa è che tre componenti del consiglio direttivo si sono dimessi dall’incarico. Hanno presentato le loro dimissioni insieme, ancora quasi due mesi fa. Precisamente in data 3 febbraio 2022.
Si tratta di Fabio Abbruzzese, Carmen Rossi e Giovanni Battista Sandonà, quest’ultimo noto alle cronache locali per i suoi trascorsi da consigliere comunale a Bassano. Sandonà, a sua volta, a fine aprile 2021 era subentrato come primo dei non eletti nel direttivo dell’associazione dopo le prime dimissioni della gestione Zannoni: quelle della consigliera, che aveva il ruolo di tesoriere, Arianna Tassotti.
La notizia non è ancora nota ufficialmente, come ho scritto, perché nella scheda dedicata al consiglio direttivo (triennio 2020-2023) del sito degli Amici dei Musei compaiono ancora i nomi dei tre ormai ex componenti del vertice associativo.
Né l’informazione è stata ancora data nella periodica circolare di comunicazioni ai soci a firma del presidente.
Eppure le dimissioni ci sono state, con lettera scritta nero su bianco. Ora i tre posti lasciati vuoti nel tavolo del direttivo saranno occupati dai tre soci cooptati per subentrare nell’incarico. La nomina delle tre new entries nel direttivo dovrà essere ratificata nella prossima assemblea ordinaria dei soci. Dal sodalizio di via Museo non vengono date informazioni al riguardo, ma per i tre nuovi cooptati in consiglio circolano insistentemente i nomi di Matteo Bizzotto Montieni, Gastone Favero e Isabella Monti.

Ma cosa avrà mai generato la defezione in contemporanea dei tre consiglieri dal direttivo dell’associazione? È presto detto: i rapporti non certo idilliaci e il movimentato confronto (uso un eufemismo) tra il presidente Zannoni e l’amministrazione comunale di Bassano - nelle figure politiche del sindaco Elena Pavan e dell’assessore alla Cultura Giovannella Cabion e nella figura tecnica della direttrice dei Musei Civici Barbara Guidi - in merito alla nota e complessa vicenda, legata a una altrettanto complicata raccolta fondi per l’acquisto delle opere, della donazione al Comune dei due ritagli di tela con i “due volti” attribuiti a Jacopo Bassano: dichiarato leitmotiv della presidenza attuale.
La goccia che ha fatto traboccare il vaso è stata la comunicazione del presidente ai soci il giorno seguente alla festa di San Bassiano del 19 gennaio scorso, nel corso della quale l’amministrazione aveva annunciato l’accettazione della donazione dei due frammenti pittorici. Nella circolare di 7 pagine Zannoni ha ripercorso la sua verità sulla “cronistoria dei due volti”, rivelando antefatti e retroscena con alcune considerazioni non proprio concilianti - anche qui uso un giro di parole - nei riguardi per l’appunto del sindaco, dell’assessore e della direttrice.
È stato l’ultimo atto di un clima di maretta nei rapporti col Palazzo che serpeggiava già da mesi e che ha provocato il disagio risolutivo dei tre consiglieri, la cui decisione di dimettersi è maturata pochi giorni dopo. L’imbarazzo della scelta.

“La nostra decisione è stata presa di fronte al fatto che le istituzioni si devono rispettare”, dichiara a Bassanonet Giovanni Battista Sandonà, che precisa di affermarlo “senza nessuna polemica”. “Ci vogliono un buon dialogo e una buona armonia e questo dialogo con le istituzioni, nella fattispecie con l’amministrazione comunale, si era incrinato - aggiunge -. Mi dispiaceva non vedere i rappresentanti dell’istituzione alle nostre riunioni, e lo dico io che in passato ho fatto parte dell’amministrazione e sono sensibile a questo aspetto.” “L’intero consiglio direttivo aveva chiesto al presidente di riflettere sul perché di questo cattivo dialogo con l’amministrazione, in un’ottica che smussasse ogni angolo, e di essere disponibile a un minimo di collaborazione - continua l’ex consigliere -. Di fronte a questa richiesta, il presidente ha tirato avanti. E allora, senza togliere nulla alla stima personale nei confronti del presidente, gli abbiamo detto “noi ci fermiamo qui”. Continueremo a far parte dell’associazione e ad essere Amici dei Musei, ma ci siamo dimessi dal direttivo.”
“Niente da dire sulla capacità organizzativa e sulla qualità delle relazioni del presidente - conclude Sandonà -, ma quello che chiedevamo era una migliore collaborazione, anche nelle differenze, per la necessità di costruire un sistema di dialogo diverso, più rispettoso e sostanzialmente migliore.”

“Dopo che il 19 gennaio a San Bassiano l’amministrazione aveva comunicato di avere accettato la donazione dei “due volti”, il giorno dopo il presidente ha scritto a tutti i soci la lettera sulla “cronistoria” senza avvisare il consiglio direttivo”, dichiara Carmen Rossi che pure rimarca che le dimissioni sono state presentate “sottotono, senza chiamare la stampa e senza alimentare polemiche”. “A fatica la vicenda dei “due volti” era stata risolta, si erano sanati i rapporti con l’amministrazione comunale e quella lettera riaccendeva la scintilla mentre noi avevamo consigliato al presidente di chiudere la faccenda - prosegue -. Lui non ci ha informato che la inviava e noi abbiamo ricevuto la lettera come soci e non come componenti del direttivo.”
La prof.ssa Rossi mi riferisce quindi che l’intero consiglio direttivo ha richiesto un incontro “per parlare di questa cosa che ritenevamo inopportuna”: riunione che si è tenuta il 28 gennaio. È nel corso di quell’incontro che i tre consiglieri hanno maturato la loro decisione. Anche l’ex consigliera riconosce “le capacità organizzative e i contatti del presidente”.
“Ma nella diplomazia non ci siamo - afferma testualmente -. La lettera è stata scritta su carta intestata dell’associazione, siamo rappresentati tutti e questa situazione ci ha messo in imbarazzo.”

“Ho dato le dimissioni per due motivi fondamentali - spiega e conferma l’ex consigliere Fabio Abbruzzese -. Il primo è che la lettera inviata a tutti i soci sulla “cronistoria dei due volti” non era stata condivisa dal consiglio direttivo. Il consiglio doveva essere coinvolto, magari limando nella lettera qualche passaggio negli accenni personali. Il secondo è che non sono stato d’accordo sulla tempistica. Avevo detto al presidente che se voleva togliersi dei sassolini avrebbe potuto farlo più avanti, non subito dopo la festività di San Bassiano.”
“Il consiglio serve per consigliare - sottolinea Abbruzzese -. Se uno non è messo nelle condizioni di consigliare, viene meno il significato e il concetto di consigliere.”

I tre ex consiglieri dicono sostanzialmente le stesse cose, ma è la cartina di tornasole della decisione che li ha trovati concordi. Questa è la loro versione dei fatti e onestà giornalistica vuole che venga sentita, per completezza d’informazione, anche l’altra campana.
Chiamo pertanto al telefono il presidente Marcello Zannoni a cui chiedo di esprimere una sua valutazione sulle dimissioni dei tre soci dal direttivo. Silenzio. Poi mi dice: “Sono cose interne, non vedo perché dovrei parlarne.” E aggiunge: “Non dico niente. La notizia importante sono i cento nuovi soci nell’associazione. I cento nuovi soci sono l’informazione più concreta che ho da dare. Se lei mi chiede di parlare dell’associazione e dei suoi programmi le dico tutto quello che vuole. Ma se qualcuno le ha dato la notizia perché vuole dimostrare che il presidente è in difficoltà, allora non collaboro.”
Oltre a ciò, il presidente mi dice: “Lei non è autorizzato a dare notizie che non sono ancora conosciute dai soci e che saranno rese note nella prossima assemblea” e pertanto “è scorretto” che io diffonda queste informazioni.
Autori...che? Ricordo al presidente ciò che stabilisce la Carta dei Doveri del Giornalista: “In nessun caso il giornalista accetta condizionamenti dalle fonti per la pubblicazione o la soppressione di una informazione”. È la stampa, bellezza.
Liberissimo comunque il presidente Zannoni di trincerarsi dietro al suo no comment invece di esercitare il suo diritto di replica. Me ne farò e ce ne faremo una ragione.
Non resta quindi che attendere il momento istituzionale in cui tutti i cambiamenti al vertice dell’associazione saranno ufficialmente comunicati. E cioè l’assemblea ordinaria dei soci, convocata nella sala Chilesotti del Museo Civico per mercoledì 27 aprile, in un giorno quindi infrasettimanale e nell'orario ideale per garantire la più ampia partecipazione: le ore 11 della mattina.

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