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Laura Vicenzi
Giornalista
Bassanonet.it
Miss Daisy e il suo migliore amico
Martedì 22 febbraio al Teatro Remondini un applaudito A spasso con Daisy ha portato in scena un sodalizio senza età
Pubblicato il 25-02-2022
Visto 3.570 volte
È andato in scena martedì 22 febbraio al Teatro Remondini A spasso con Daisy, terzo appuntamento della rassegna “È ora di teatro!”.
Un’interpretazione elegante e garbata, quella di Milena Vukotic che ha indossato i panni della celebre Daisy Werthan, facoltosa signora ebrea a inizio spettacolo settantenne, e poi vent’anni più in là ospite di una casa di riposo, che nel tempo stringe un’amicizia davvero speciale con il suo autista di colore Hoke — un altrettanto garbato e bravo Salvatore Marino.
La storia di cui tratta il testo di Alfred Uhry è nota, anche grazie al film da Oscar che l’ha resa celebre interpretato nel 1989 da Jessica Tandy e Morgan Freeman: Daisy, nella sua bella casa dalle pareti verdi e piena di piantine rigogliose è alle prese con i primi acciacchi e le avvisaglie dell’invecchiamento, e soprattutto con i patemi del figlio Boolie che non perde occasione di farglieli notare. A vestire i panni di quest’ultimo protagonista in questa produzione è Maximilian Nisi, che mette in risalto le dinamiche cariche di ambiguità del rovesciamento di ruoli che si attua quando “i figli crescono e le mamme imbiancano”.

Maximilian Nisi, Milena Vukotic e Salvatore Marino
Boolie in realtà è un figlio cresciuto solo in parte, piuttosto succube della moglie Florine e del lavoro, ma diventa grazie alla sua caparbietà quello che si definisce un imprenditore di successo. La vicenda è ambientata in Georgia, ad Atlanta dal 1947. La famiglia ha già una domestica di colore (si direbbe così, ton sur ton), ma Daisy non vuole saperne di non guidare più la sua auto e di lasciare il posto di guida a un autista come Hoke, che diventerà presto un factotum. Col tempo però i due si avvicinano anche se sempre battibeccando e diventeranno grandi amici di quelli che se lo dicono solo se devono: sono i gesti concreti che inframezzano dialoghi e battute anche taglienti a fare del loro sodalizio senza età un rapporto speciale.
Nello spettacolo i siparietti che li vedono protagonisti sono ritmati da brevi quadri che si aprono e si chiudono come porte e finestre che animano la vita di una casa ariosa, vitale — e dagli applausi a scena aperta del pubblico. La scenografia ideata da Fabiana Di Marco traveste la celebre automobile guidata da Hoke per portare a spasso Daisy da divanetto di vimini; dietro il salotto campeggia una grande vetrata dove scorrono panorami e stagioni, ma anche immagini che parlano di momenti e di protagonisti importanti per la conquista dei diritti civili e la lotta al razzismo. Trascorrono due decenni e la casa invecchia e muore, abbandonata dalla sua padrona che finisce su una a sedia a rotelle e ricoverata in un luogo di cura. Hoke invece resta vicino alla sua vecchia amica, e tra i due fino alla fine continuano i gesti gentili, preziosi, atti che commuovono.
C’è il giusto alternarsi di toni nella rappresentazione, più a favore di comicità, ironia e leggerezza che smussano i connotati di quelli che sono i temi forti, drammatici, dell’opera teatrale. Nel susseguirsi di sketch c’è molta America, ma lo sguardo alla fragilità degli individui più deboli allarga il campo e diventa universale a diversi anni di distanza dall’epoca raccontata.
La simpatia degli interpreti suscita sorrisi e risate, la loro maestria regala un tocco di signorilità che fa la differenza. Lunghi applausi dal pubblico bassanese.
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