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Il verbo secondo Nichele, parte II

A grande richiesta la seconda parte della lunga chiacchierata con Matteo Nichele sul Bassano. Il centrocampista: «Sarei anche impaziente di vedere i giallorossi in B. Stravedo per D’Angelo. Il primo artefice della capolista è lui»

Pubblicato il 15-11-2016
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«Da tifoso sarebbe una grande soddisfazione vedere il Bassano salire di categoria ma la linea societaria di non forzare la mano creando dannose aspettative e pressioni è vincente». Nichele tira fuori con grande enfasi il sogno calcistico nel cassetto per poi tornare a focalizzarsi sul momento attuale. Presente contraddistinto da un forte valore aggiunto: Luca D’Angelo. Hulk, in attesa di trovare squadra, ha studiato i giallorossi da vicino, non solo in partita ma anche là dove si costruiscono le vittorie, sul campo di allenamento. E il suo giudizio è netto.

Capitolo D’Angelo. Se il Bassano sta viaggiando a certi ritmi merito va attribuito anche alla guida tecnica. L’allenatore giallorosso sta dimostrando di essere duttile e rivoluzionario utilizzando un sistema di gioco da lui poco sperimentato visto che negli anni passati era solito impiegare la difesa a 3… Cosa ne pensi?

Pungi al cielo per Matteo Nichele, uno degli eroi della coppa Italia di Lega Pro nel 2008. Il 5 a 0 al Benevento rimarrà una delle imprese memorabili del sodalizio bassanese


«Sono diretto, l’impressione è che D’Angelo sia davvero bravo, mi sta piacendo sempre di più. In primis trovo che abbia un modo eccellente per lanciare messaggi: forte, chiaro, diretto. La squadra nel suo insieme è sempre dentro la partita, non molla mai e sa come comportarsi quando si presentano momenti difficili. Dirò di più: si percepisce come il gruppo abbia fatto un salto di qualità a livello mentale. Attaccano sempre in molti e difendono tutti».
«Sono anche stato ad assistere ad alcuni allenamenti e vi ho visto grandissima concentrazione e partecipazione, poche chiacchiere, intensità continua. Insomma tutto porta ad affermare che alla testa di un gruppo compatto ci sia una guida forte e sicura, un allenatore che ha totalmente la squadra in mano. Sarei portato a dire che D’Angelo sta ricreando una base altrettanto valida rispetto a quanto fece Mario Petrone e scusate se è poco. D’Angelo poi, si, sorprende anche tatticamente: per esempio Falzerano e Laurenti interni di centrocampo sono una gran bella novità».

Alcuni elementi sotto la sua gestione hanno cambiato passo, in molti si stanno esprimendo ad altissimo livello.

«Si, direi che la crescita più netta è stata quella di Fabbro. Il ragazzo evidentemente si impegna e l’allenatore ha saputo gestirlo al meglio. Vorrei dire due parole anche su Maistrello. Da fuori si capiva che per Tommy, quanto per Stevanin, questa voleva essere la stagione della consacrazione. Per quello che lo conosco io Maistrello è un elemento trainante e sa che deve solo pensare a lavorare perché è inevitabile che la squadra avrà bisogno di lui, fra poco si inizierà a giocare anche su campi pesanti. Eppoi si nota che D’Angelo lo tiene in forte considerazione altrimenti non lo farebbe entrare sempre solo per dargli un contentino».

Matteo, e per quanto riguarda il tuo futuro?

«In estate ho spinto per trovare un accordo con la Triestina per fare il progetto e per fare l’en plein di piazze importanti del nordest ma non è andata. In questi giorni mi sto accordando con una grande squadra di serie D (si parla insistentemente di un abboccamento con il Rovigo del suo mentore Carmine Parlato ndr). Se son rose fioriranno».

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