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Hockey

Sind, la dura legge del gol

Battuto in volata dal Breganze 3-4, il Bassano si interroga sui propri limiti. La produzione è apprezzabile, la finalizzazione invece no e lo condanna

Pubblicato il 30-12-2013
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Esulta e probabilmente si esalta il Breganze che meglio impasta testa qualità e freddezza. Quanto a Bassano sciupa opportunità sanguinose e manca il colpo causa assente cinismo, anche se lo spirito, quello no, non cede mai. Ma nel torrido finale, quando c'è da vincerla, il Faizanè ha mente lucida e rapidità di pensiero ed azione, mentre il Sind si catapulta in assalti anima e cuore con attacchi bava alla bocca. Solo che oggi i giallorossi sono questi: una formazione che alterna fiammanti bellezze a colpevoli sventatezze (quasi sempre sottoporta), un deficit gravoso e pesante in un hockey sempre più scandito dalla discrezionalità arbitrale. I tiri da fermo tracciano il solco, imbucarli o cacciarli a ramengo demarca la differenza tra vincere o perdere, non è una novità, soprattutto se si cammina sul filo del rasoio. Così fallire 4 penalty su 5, non profittare di quattro power play e scialare un altro poker di occasioni cristalline davanti ad Oviedo diventa un manifesto allo spreco che una dimensione di gioco voluminosa, ragguardevole e pure efficace non può da sola giustificare. La lievitazione costante ed evidente della manovra diventa così sterile riscontro se non confortato dalla polpa del risultato, perchè è il succo che non sgorga dal gioco di Bassano che in area si inaridisce all'improvviso, vittima di troppi errori, un fardello insopportabile da sostenere a certi livelli. Beninteso, Breganze allinea un roster profondo e completo che al momento il Sind, peraltro tuttora orfano di Nicolas, si può solo sognare, tuttavia quelli di Giudice, salvo l'avvio di gara, tengono pallino stabilmente, nonostante Marozin sull'altra sponda scelga deliberatamente un assetto più ordinato e prudente per togliere il contropiede ai rivali o quantomeno limitarlo. E per adesso, con Garcia che non può cantare e portare la croce in continuazione, sul banco degli imputati ci finisce fatalmente Alvaro Gimenez, lo spagnolo che da elegante libellula lo scorso maggio con la casacca del Forte dei Marmi aveva spazzato via Bassano dai playoff a suon di prodezze indistintamente rapinose e raffinate, da signore del gol. Sette mesi dopo invece, è la copia pallida e sbiadita di quel fuoriclasse, ora spento e involuto. La frattura alla mano tra settembre e ottobre l'ha penalizzato di sicuro frenandone il processo di ambientamento, inoltre l'adattamento a un nuovo sistema di gioco richiede tempi lunghi e laboriosi, eppure la squadra l'ha spedito ugualmente in porta almeno 4 volte ed è stato sempre murato, in situazioni che lo scorso torneo avrebbe strappato 3 reti come minimo. Senza contare il tiro diretto in malora, indice più di una tranquillità che manca che di una condizione carente. Il mal di gol sia chiaro non affligge solo lui, altri compagni stanno patendo marchiane sbavature in fase conclusiva, ma l'iberico è il terminale, normale pretendere di più da chi è reputato e referenziato per farlo, tantopiù con l'etichetta di giustiziere dell'ultimo campionato.
VOLATA DI COPPA: Questo Bassano potenzialmente vale il quarto posto con Nicolas in pista, il quinto senza Miguel. Al momento è sesto, un gradino sotto le aspettative, ma sabato al giro di boa a Correggio dove ci si gioca la griglia di Coppa Italia è ancora possibile ritoccare il piazzamento in linea coi valori reali, magari scavalcando Sarzana. Poi, servirà un ritorno di altra levatura. Impresa nelle corde di questo gruppo. Dopo le rituali amarezze primaverili del recente passato, quasi una missione.

Il Sind Bassano poco concreto paga dazio nel derby (Foto Roberto Bosca)

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