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Redazione
Bassanonet.it
Geo&Tex, non passa lo straniero. Incassati due no
Dopo Borja Gimenez il Bassano non riesce a chiudere l'operazione per un altro straniero. Marc Coy e Sergi Miras dicono no, il club vira sulle alternative: Dario Gimenez e Festa in lizza ma la curva è in fermento
Pubblicato il 25-06-2013
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Non ce ne voglia la società che pure si è industriata in lungo e in largo per centrare gli obiettivi, ma per un attimo questa estate abbiamo rivisto un memorabile Lino Banfi, alias Oronzo Canà, allenatore nel pallone e profeta della bizona e del 5-5-5, che va al mercato a Milano, gli promettono due terzi di Platini e un quarto di Rummenigge, poi si ritrova in rosa Falchetti e Speroni prima di pescare la matta coi gol salvezza dell'immortale Aristoteles.
Qui non è andata tanto diversamente, ahinoi. Si è passati dal sogno di Pedro Gil, sfumato per 5 mila euro (diecimila complessivi) al desiderio di Carlitos Nicolìa vagheggiato a lungo, salvo scoprire che il contratto garantito era soltanto un preliminare di accordo risolvibile con un escape a favore del giocatore, la clausola di uscita esercitabile in qualunque momento. Poi per un po' ci si è sollazzati col mito di Mia Ordeig, asso del Barcellona già all'occhiello, salvo poi scoprire che bisognava andare in tasca e anche di parecchio per prenderlo. E' poi toccato alle stelle di casa nostra fare capolino: Motaran a ogni playoff è dato in arrivo, poi però compare al palazzo con una maglia sempre diversa da quella giallorossa. Stavolta, vox populi - imputa alla compagna il mancato approdo da queste parti, come se non bastassero i riifiuti dei diretti interessati. Infine, è storia di queste ore, ecco il gran colpo di Marc Coy, spagnolo di 25 anni, difensore poliedrico e perno dei portoghesi del Benfica campione d'Europa. Intesa già raggiunta, peccato che il Benfica, orfano dell'ex Cacau, mollato al Breganze, si sia messo di traverso all'ultimo e sul più bello blindando Coy.Talvolta è anche una bella botta di sfiga. Con Sergi Miras, 27 anni, pilastro di retroguardia del Barcellona, pareva tutto risolto, lui aveva già dato il suo benestare, per poi scoprire che preferiva disputare la Champions League e non la Cers. Scusa invero banalotta per bussare nuovamente a denari.
E così adesso è necessario provvedere con le alternative che non è detto siano subito da corsa. Ballano uno spagnolo di livello, due argentini visti nello Spaghetti Circuit ( uno è lo statuario Dario Gimenez del Matera, giocatore fortissimo, quasi infallibile nei piazzati, ma sempre con quell'atteggiamento apparente del tipo: io sono io e voi non siete nulla). Oppure Sergione Festa, cavallo di ritorno che qui rientrerebbe appunto di gran carriera. Ma allora Ambrosio tornerebbe in retrovia con capitan Zen, una pedina tenuta a ripresentarsi come ai bei dì perchè a 28 anni viene il meglio, Giovanni, non è mica tempo di infilare il garage. Sennò, tenere d'occhio il buon Rodriguez del Novara o Ciccio Garcia del Breganze, altro talentissimo come Dario Gimenez, ma fatto tanto a modo suo e qua lo spogliatoio è appena saltato in aria dinanzi a Montigel e De Oro, due tipi esuberanti, mica i pistoleri del saloon.
Capitan Zen, la prossima stagione dovrà tornare a recitare da primattore
La curva in assenza di buone nuove è pronta ad alzare la voce. Nessuno pretende il nome che abbaglia, consapevoli che di pecunia ne circola pochina ovunque, tutti sono disposti ad abbracciare il progetto di rigore e crescita graduale varato dal club, ma con tre grossi calibri già congedati (Montigel, De Oro e Taylor, con Nicolas arruolabile solo a marzo), assieme a Borjia Gimenez non si può firmare un pincopalla qualunque. E l'appello popolare va così alla proprietà, agli sponsor e alla famiglia Scuccato, figure appassionate che hanno avuto lo straordinario merito di salvare la società dalla sparizione, acchiappando quasi contestualmente una sontuosa coppa europea, bella perchè fuori programma. Valdagno ha appena fatto filotto, Breganze ha attrezzato uno squadrone e Trissino nonscherza affatto. Ecco, Bassano non è mai stata np potrà mai rassegnarsi ad essere periferia dell'impero.
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