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Dopo resta solo la devastazione e un cumulo di macerie. Il Geo&Tex che si inabissa, inghiottito sempre nel solito gorgo dei quarti di finale, il punto di non ritorno dove si arena sistematicamente Bassano. La quarta di fila. Troppo perchè vi sia passiva accettazione. E' una serata di desolazione cui seguirà una notte di incubi e allucinazioni che solo una rapida e vigorosa programmazione societaria potrà cancellare.
La squadra viene spazzata via alla distanza, prigioniera dei suoi stessi limiti, col Forte che gioca al gatto col topo, aspetta e colpisce affondando voluttuosamente i canini sulle carenze acclarate di quelli di Giudice, fulminati alla lunga dal superiore mestiere e dalla malizia dei tirrenici, modello di cinismo all'intervallo, raggiunto spremendo due gol da tre tiri puliti e tracimando nella ripresa dopo l'effimero aggancio di Bassano, da 0-2 a 2-2 prima del collasso.
Eppure per oltre un tempo l'hockey fatturato dal Geo&Tex non è affatto malaccio, fluido e arrembante, ma è costantemente frustrato da imperdonabili e madornali erroracci sottoporta, sbagli grossolani e persino imbarazzanti. E' una collezione di orrori, con Bassano che fallisce due penalty, brucia altrettante superiorità numeriche, si incarta su un paio di contropiedi a tu per tu con Stagi, rovina addirittura una serie di due contro il portiere in campo aperto e becca gol col power play a favore. Quando il FdM passa su una punizione a due di Gimenez nonostante l'uomo in meno si intuisce che non sarà una sera da rose e viole per Cunegatti e gli altri, mortificati poi dal diagonale dello 0-2 firmato dal cinquantenne (!) Crudeli, l'highlander fortemarmino che marchia a fuoco la storia del match. De Oro con la sassata centrale sotto la traversa tiene in corsa Bassano con l'1-2 della pausa e sul 2-2 in controtempo di Nicolas in avvio di ripresa, la rivoluzione pare imminente. Invece una sanguinosa pallina persa da Taylor propizia il rigore del nuovo sorpasso che lo specialista Enrico Mariotti imbuca per il nuovo sorpasso. Il Geo&Tex si scolla e si sfalda, smarrisce misura e ordine, un cortocircuito più emotivo che fisico che mette impietosamente a nudo i limiti caratteriali di un gruppo incapace di reggere le pressioni di un playoff e di prassi con le gomme a terra tutte le volte che la stagione entra nel vivo. Altrimenti non si spiegherebbero 6 ko amari e dolorosi nelle ultime sette uscite. Coi cinque di casa in blackout, il Forte passeggia sui resti giallorossi dilagando e dilatando fragorosamente lo scarto con l'intero cast, lasciando a Nicolas e De Oro i sigilli dell'onore perduto.

Bassano ancora fuori ai quarti può solo leccarsi le ferite (Foto Roberto Bosca)
ARRIVEDERCI JIMBO: Così da scudetto c'è solo una curva, commovente per attaccamento e passione, che canta a perdifiato pure a risultato segnato salutando a gran voce James Taylor, il guerriero al passo d'addio che torna in Inghilterra. Proprio Jimbo passa in un minuto dal pianto a dirotto del commiato all'ira funesta per le provocazioni degli ultrà lucchesi che lo spingono a una reazione furibonda, trattenuto a stento sotto gli occhi degli arbitri. Un gesto istintivo e forse comprensibile che però gli costerà una pesante squalifica in arrivo anche se ininfluente all'atto pratico. Ma non era così che James cuore d'oro avrebbe voluto congedarsi. Dopo la Coppa europea del 2012 e la vibrante cavalcata di quest'anno, dallo scippo della Supercoppa Continentale col Liceo, la finale di Cers nuovamente raggiunta e la galoppata entusiasmante in campionato sino a fine aprile, Bassano in meno di un mese ha mandato tutto indecorosamente al diavolo. Adesso spetta al club e alla proprietà reagire. Altrimenti lo stato depressivo durerà molto più di una sola estate.
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