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L'uscita in piedi di Bassano dalla Coppa, proprio alla prima sera del gran ballo di gala finale, è la summa della primavera giallorossa, cadenzata, salvo pochissimi episodi da una reiterata anemia offensiva, con una squadra costretta a spremere sudore, sangue e lacrime per distillare la miseria di un gol su azione. Stavolta è tenuta a lungo a galla dalle palline inattive e con 3 piazzati trasformati su 5 ha addirittura migliorato le medie abituali, faticando altresì a pescare il pertugio su azioni manovrate nonostante il consueto hockey voluminoso e fors'anche dispersivo. Esulta Vendrell in ossequio al pronostico e a un'arena incandescente che spinge gli eroi di casa alla finalissima col Vic che in precedenza aveva sbranato 6-1 Vilanova nel derby in salsa iberica. Eppure Vendrell, terza forza della Liga e realtà emergente del panorama spagnolo, non incanta nè scintilla, ma semmai vede premiato il suo sistema basico ed essenziale: una raffica di tiri da fuori a cercare la soluzione dalla distanza o l'opzione della correzione sottoporta e, in alternativa, l'intensità difensiva per aprire il campo in contropiede. Non c'è la circolazione nè il giropalla caro a volte ai cinque di Giudice, ma un'interpretazione pratica e prosaica della partita. In questa maniera Vendrell colpendo dalla lunga trova rapido il 2-0, un siluro e una punizione, quindi il doppio graffio di Ambrosio (contropiede e penalty per il 2-2 del riaggancio), anima un esaltante ping pong di emozioni fino alla pausa: deviazione di Costa su ineluttabile missile a sancire il nuovo sorpasso interno del 3-2, rigore di De Oro a stampare il 3-3, solita fucilata di Selva a scandire il 4-3 e sempre De Oro inchioda la parità (4-4) dal dischetto.
Poi però, nella ripresa la falsa partenza del Geo&Tex tradisce Cunegatti e i suoi amici: nei primi 3 minuti il Vendrell affonda due volte il colpo scappando 6-4 coi bersagli di Costa su rigore e con un tiretto apparentemente innocuo di Barroso che beffa il veterano del Geo&Tex. Poi però De Oro spedisce sul palo il penalty per riaprire i giochi, mentre Nicolas sciupa una punizione di prima e soprattutto due fughe a tu per tu con Molina che si ritaglia la prima pagina e la copertina con almeno tre interventi da passerella.
Amen, la Cers, che poi è l'Europa League della pista, per capirci, il Bassano l'ha sollevata un anno fa tra la sua gente, quest'anno non era obiettivo sensibile e dichiarato del club e il solo fatto di essere approdati alle finali è un segno distintivo di un'apprezzabile continuità internazionale ad alto livello. Ora contano i playoff, adesso c'è da indovinare la seratona giovedì sera al palazzo (alle 20.45) col Forte dei Marmi. Altro dentro o fuori per guadagnarsi la semifinale scudetto. Quella sì traguardo-cardine della stagione. Un approdo peraltro assente su questi schermi da 4 anni. Tanti. Troppi.
Il Geo&Tex dice addio alla Cers e ora deve pensare ai playoff (foto Roberto Bosca)
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