Connessioni contemporanee
Un dialogo col presente
4-11-18 Settembre 2025
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Redazione
Bassanonet.it
Pubblicato il 07-05-2013
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Tutto in una notte. Dentro o fuori. Senza appello e senza domani. E' il va o la spacca di ogni playoff, solo che è arrivato troppo presto. Già in garadue dei quarti, cioè subito. Non è così che se l'era immaginata il Bassano la sua postseason, dopo che per tre anni di fila l'hanno fatto sloggiare dal tabellone scudetto ogni volta che osava affacciarvisi. La prima volta, nel 2010 era la fine di un ciclo di un gruppo logoro e vuoto nella stagione del dopo-scudetto con una società consunta e al passo d'addio. Il secondo anno in realtà era l'esordio di un club e un roster nuovo di zecca, depennato di fuoriclasse affermati e invece infarcito di giovani leoni e promesse emergenti e nessuno pretendeva quello che non era pensabile chiedere. Il terzo assalto, dodici mesi fa, è stata una tassa pagata alla fatica di una formazione reduce dal trionfo inatteso della Coppa Cers, l'alloro europeo che ha spremuto energie e risorse di un quintetto poi inchinatosi allo strapotere del Valdagno scudettato che però seppe godere e profittare di due sfide decisive in appena 48 ore, a ridosso del titolo continentale. Con un calendario appena appena più logico e soltanto più rispettoso di un sodalizio che ha appena portato in Italia una corona internazionale, forse, sarebbe potuta andare diversamente.
Adesso no, ora c'è sempre una finale di Cers da onorare nel wek-end in Spagna e col solito calendario intasato cui fare fronte, ma i piani dell'estate erano stati chiari: il primo comandamento era arrivare lanciati ai playoff per viverli da protagonista correndo a perdifiato. Già l'eventuale accoppiamento in semifinale con Valdagno, figlio legittimo del podio mancato in volata in regular season è una sbarra abbassata sulla strada verso uno scudo che ha già un prescelto e un padrone designato, ma stavolta deragliare al primo turno sarebbe una ferita aperta difficilmente rimarginabile.
REMUNTADA: Ecco perchè una squadra che nonostante il piano inclinato di 4 ko di fila nell'unico periodo dispari dell'annata, lo scorso anno ha saputo sollevare una Coppa riemergendo dai disagi di una semifinale e un finale combattute e tiratissime, ora può ripristinare il carattere e il temperamento per pareggiare la serie tra la propria gente e conquistarsi la bella di nuovo nel proprio tempio. Pure se lo choc di sabato, col recuperone folle nel covo versiliese, dal 3-0 d'avvio ripresa al 3-4 a 8 secondi dalla sirena, poi frustrato dall'aggancio sul gong è un contraccolpo che lacera l'anima e sgretola certezze lasciando segni permanenti. Dopo, l'overtime e i rigori sono conseguenza diretta di quel trauma, mortificato dalla pensata vincente di Crudeli (cinque uomini di movimento e rinuncia al portiere) per l'ultimo assalto della beffa.
Il Geo&Tex Bassano stasera senza alternative col Forte (Foto Roberto Bosca)
Così stasera oltre all'affetto dei suoi aficionados e alla necessità di elevare la soglia del dolore per molti suoi interpreti ammaccati (Zen e Montigel in primis), Bassano deve raschiare fino in fondo il barile dell'orgoglio domando la pressione addosso da risultato obbligato, la tensione montante spalle al muro che quasi sempre fa più prigionieri di molti avversari. In passato sono sfilati con questa maglia conquistando coppe e scudetti campioni affermati e stelle conclamate. Salvo il pluridecorato Cunegatti, peraltro vivido esempio di umiltà e basso profilo, nessuno del cast odierno è una star, sono tutti nazionali ma non ci sono sultani nè padreterni, ma soltanto giocatori che studiano da grandi, apprendisti di bottega non griffe d'autore. Ragazzi, perdippiù, perfettamente inseriti nel tessuto della città e per niente astratti dalla realtà. Per questo, oltrechè il sostegno popolare, stanotte meriterebbero di andare avanti.