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Sfilando tra le penne

Anche una troupe di Bassanonet.tv lungo il percorso del Raduno Triveneto. Impressioni ed emozioni tra gli alpini in sfilata e due ali di folla

Pubblicato il 20-09-2010
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“'O sole mio”. Il Raduno è triveneto, ma il primo pensiero è napoletano. Perché “'na jornata 'e sole”, da sempre, è “'na bella cosa”: soprattutto per un'adunanza di penne nere e per il pubblico che accorre ad applaudirle.
E' con questo calore - meteorologico e umano - che ci mescoliamo, con una troupe di Bassanonet.tv, ai protagonisti della festa: per raccontare eventi e sensazioni di una nuova giornata campale della Bassano alpina.
Che il Raduno nella città del Grappa sia un successo, lo si capisce già dall'inizio. All'alzabandiera, alle 9 di mattina, Piazzale Cadorna è già completamente invaso da una muraglia umana.

Foto Alessandro Tich

E all'ammassamento, nelle stradine sul lato ovest di Viale De Gasperi attorno a Via del Cristo, non c'è più spazio per un fiammifero. Per la gioia di un bar e di un negozio di alimentari, con ampia dispensa di panini e bibite, posizionati all'incrocio dell'area di raccolta delle penne nere.
In Piazzale Cadorna, tra le sezioni del Friuli partite per prime tra quelle del Triveneto, imbocchiamo anche noi il percorso della sfilata.
Il colpo d'occhio sul Ponte della Vittoria è straordinario, e fa già presagire quello che ci aspetta per tutto il corso della lunga marcia fino alla Caserma Montegrappa in Viale Venezia: due ali di folla, senza soluzione di continuità, intente ad applaudire e a incoraggiare gli alpini.
Da metà del Ponte Nuovo, gettiamo un occhio sulla destra per osservare, a distanza, il Ponte degli Alpini: punto-clou dell'intera sfilata, interdetto al pubblico per ragioni di sicurezza e di spazio. Imponente e solitario, “solo” con le “sue” penne nere le cui piccole teste, in lontananza, appaiono a passo cadenzato tra i pali di legno del simbolico monumento.
Tra qualche minuto toccherà a noi e - dobbiamo ammetterlo - siamo già in fibrillazione. Qualche centinaio di metri più indietro sta sfilando la sezione ANA di Trento, una delle più importanti d'Italia. Sarà lei a transitare sul Ponte Vecchio davanti alla nostra telecamera.
L'ingresso nel Ponte degli Alpini, vuoto e transennato ai lati, ha qualcosa di insolitamente magico. Cerchiamo di transitarvi con distacco, ma l'emozione e la sacralità del momento prendono il sopravvento.
Trento fa suo ingresso sul Ponte ligneo e non possiamo fare a meno di pensare che a inaugurarlo, ricostruito dopo la Guerra, nel 1948, fu proprio il trentino Alcide De Gasperi.
Dalla Taverna Nardini al Ponte, pure insolitamente vuota, gli addetti al bancone delle mescite, in postazione “esclusiva”, si godono lo spettacolo.
Un po' più in là, in Via Schiavonetti, un gruppo di spettatori richiama la nostra attenzione. “Veniamo da Brescia - ci dicono - siamo partiti questa mattina alle 6.”
Dopo il passaggio nelle piazze, con Piazza Libertà riservata ai “soliti noti” sul palco delle autorità, ci attende un altro bagno di folla in Viale delle Fosse.
Alla curva del percorso che accede in Viale Venezia, gli applausi più calorosi sono per i quattro muli del Reparto Salmerie della sezione ANA di Conegliano.
Tra il pubblico ci sono tante, tantissime donne. Negli applausi e nel gridare “bravi!” agli alpini sono le più sfegatate. Molte di loro hanno un look tricolore: fazzoletti, coccarde, bandierine. E c'è anche chi sceglie, per la “mise” d'occasione, il tricolore totale.
Come tre simpatiche signore che da un balcone di Viale Venezia hanno continuato, per tutto il tempo, a salutare e lanciare baci alle penne nere. Una vestita di verde, l'altra di bianco e la terza di rosso. Le ribattezziamo, affettuosamente, le “Sorelle Bandiera”.
O come un'altra signora, sempre in Viale Venezia, in stile più osé ma sempre patriottico: scarpe rosse con tacchi a spillo, pantaloni attillati bianchi, canottiera scollata rossa, bandiera verde annodata attorno al collo e cappello da alpino.
“Mio padre era un alpino - ci dice - e sono qui per onorare la sua memoria.”
Donne in primo piano anche al passaggio della sezione ANA Montegrappa. Sono le “sindachesse” e le “assessore” del nostro territorio: la prima fila del gruppo dei sindaci con fasce tricolori è tutta per loro. E poi dicono che le “quote rosa” non fanno carriera in politica.
Poco prima, al passaggio della sezione di Treviso, un'altra signora del pubblico ci aveva chiesto: “Ma Gentilini non c'è?”. Il vulcanico prosindaco trevigiano, autentica star delle Adunate nel Veneto, apparirà più tardi - sopresa! - con la sezione vicentina di Valdagno.
Tutti lo riconoscono, e lui risponde a pollici alzati. Lo avviciniamo col microfono, e durante l'intervista ci prende a braccetto.
Prima dell'invasione finale, sul percorso, della sezione Montegrappa c'è ancora spazio per il toccante e applauditissimo passaggio, a bordo di mezzi motorizzati, degli alpini ultracentenari e ultraottuagenari. Davanti alla Caserma Montegrappa ne intervistiamo uno, novantenne e fedele partecipante agli appuntamenti dell'ANA.
Gli chiediamo quale messaggio si può dare oggi ai giovani. “Volersi bene” - ci risponde, e scoppia a piangere.

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