Connessioni contemporanee
Un dialogo col presente
4-11-18 Settembre 2025
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Alessandro Tich
Direttore Responsabile
Bassanonet.it
Pubblicato il 21-11-2022
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Chi ha incastrato Roger Rabbit?
Povero coniglietto: mi sa che si è incastrato da solo.
Sono circa le 9 di oggi, lunedì mattina, e mentre transito a piedi in via Remondini a Bassano mi capita questo insolito incontro ravvicinato.
Foto Alessandro Tich
Un coniglio bianco - con 50 sfumature di grigio - che fa spuntare il suo musetto dal di sotto di una delle auto parcheggiate in fila di fianco al marciapiede.
Lo scorgo con grande sorpresa e penso che, avendomi visto anche lui, rimarrà rintanato sotto la macchina come fanno tutti i conigli.
E invece no: Roger Rabbit è un curiosone, esce dalla sua tana a quattro ruote, zompetta un po’ sul marciapiede, si ficca sotto un’altra vettura parcheggiata, poi rispunta fuori e così via. Comincio a scattargli qualche foto col telefonino e spero ardentemente che non gli venga l’istinto di attraversare la strada, e potete ben capire il perché.
Da dove sarà arrivato? Presumibilmente dall’attiguo Giardino Parolini, non saprei trovare altre ipotesi. Non proprio una buona idea, quella di farsi un giretto in una delle vie più trafficate della circolazione motorizzata cittadina. Ma il Rabbit de noialtri sembra non preoccuparsene: in mancanza di corsie per gli animali, non ancora previste dal piano della mobilità dell’assessore Zonta, continua a fare capolino tra un’auto parcheggiata e l’altra, come se si trattasse di una pista riservata.
Mentre scatto una foto ravvicinata al candido leporide, con cui ormai ho preso confidenza, passa un signore, nota anche lui la tenera bestiola che in quel momento è proprio in mezzo al marciapiede, mi scambia per un proprietario di conigli domestici e mi chiede: “Xeo suo?”.
“No, o go trovà qua in mezo ae machine”, gli dico.
Preso da compassione urbana per l’animaletto disperso a pochi centimetri dal traffico di via Remondini, il mio casuale compagno di avventura si auspica che il simpatico “intruso” se ne vada al sicuro all’interno del giardino: “Pora bestia, se resta qua fora el ris’cia de essere ciapà sotto!”.
Neanche a farlo apposta, in quel momento ci troviamo a pochi metri dal cancello del Giardino Parolini e il coniglio in libera uscita zompetta in quella direzione. E quando giunge nei pressi del varco dell’area verde, prima che gli venga il malsano desiderio di andare ad esplorare anche via Parolini, l’altro passante batte i piedi per farlo scappare all’interno del parco.
Operazione riuscita: il docile orecchiuto oltrepassa lo Stargate dell’area verde recintata e si rifugia sulla prima erbetta disponibile.
Citazione finale dai fumetti di Nick Carter: “Dice il saggio: tutto è bene quel che finisce bene. E l’ultimo chiuda la porta.”
In realtà la porta non si può chiudere, perché il cancello del Giardino Parolini deve rimanere aperto, nella speranza che al coniglio non ritorni la voglia di farsi una nuova escursione tra le auto, auspicabilmente quelle parcheggiate.
Ma intanto le sue quattro zampe non sono più alla mercé delle quattro ruote e per qualche secondo io e l’altro signore ci sentiamo dei soci onorari della LAV, Lega Anti Viabilità (pericolosa).
Ciao Roger, è stato un piacere.