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Rinascimento in bianco e nero

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Rinascimento in bianco e nero

Laura VicenziLaura Vicenzi
Giornalista
Bassanonet.it

Teatro

Quando la stalker è la scrittura

Il secondo spettacolo in cartellone per LA stagione teatrale bassanese ha portato in scena al Remondini Misery, diretto da Filippo Dini

Pubblicato il 14-12-2022
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Rinascimento in bianco e nero

Al Teatro Remondini, lunedì sera 12 dicembre è andato in scena il secondo spettacolo in cartellone per la stagione teatrale bassanese 2022/2023: Misery, nell’adattamento di William Goldman, la traduzione è di Francesco Bianchi, tratto dall’omonimo romanzo di Stephen King, per la regia di Filippo Dini.
Lo spettacolo, suddiviso in due atti, è stato anticipato da un incontro di Abbecedario, alle ore 19 al Ridotto, il ciclo di aperitivi teatrali con finalità di esplorazione del linguaggio di scena al quale partecipano anche gli studenti, che hanno potuto conversare direttamente con gli interpreti: Arianna Scommegna (Annie Wilkes), Aldo Ottobrino (lo scrittore Paul Sheldon) e Carlo Orlando (lo sceriffo).
Sul palcoscenico, un’unica struttura collocata su una pedana girevole creata da Laura Benzi ha rappresentato i locali della misera abitazione della folle Annie, fan numero uno dello scrittore di successo finito prigioniero ferito e inerme nella casa della donna, che con il pretesto di curarlo dopo un disastroso incidente ne diventa carceriera e carnefice. Il set è molto cinematografico: fuori infuria una bufera di neve, che rende ovattato il nido malato in cui Annie costringe il malcapitato reduce da quello che si è certi già dall’inizio non fosse un semplice incidente d’auto. Con lo scorrere dei dialoghi e del tempo, viene rivelato che Annie inseguiva da anni il suo idolo e che ha occultato la carcassa dell’auto per rendere vani ogni ricerca e ritrovamento.

Misery (foto di Alice Pavesi)

Dal profilo della stalker si stacca in breve tempo l’ombra dell’aguzzina. Anche senza rivelare il finale, per chi non avesse letto il libro di King né visto il film diretto da Rob Reiner con la magnifica interpretazione da Oscar di Kathy Bates, si può intuire che il contesto è drammatico, prima delle ultime battute entra in campo addirittura una motosega e non per tagliare qualche abete da falò del Colorado.
Arianna Scommegna nello spettacolo traduce la psicopatia di Annie togliendo le lame di gelo con un’interpretazione spesso allucinata, volutamente scomposta e vociante, che però nel suo genere si caratterizza e funziona. Ad Aldo Ottobrino è affidato il difficile doppio ruolo che caratterizza il personaggio complesso creato da King: è il prigioniero sofferente, torturato dalla donna che vuole vivere grazie all’atto creativo come Misery ed è lo scrittore in balia della chimica e della zona d’ombra del suo ingegno, che si deve assoggettare alle richieste dei lettori per poter continuare a essere un autore di successo. L’attore piemontese imprime una marcia naturale, senza affaccio di demoni alla sua interpretazione: il suo Sheldon soffre e si affida, poi comprende e cerca scampo altalenando tra accondiscendenza e imperio, infine cerca e trova occasioni di fuga e di salvezza. La sua anima nera, l’ammissione di paternità che inchioda sempre l’artefice di mondi e di vite altre, si rivela nel finale in alcuni passi del monologo-intervista inserito nello show all’americana ritmato dagli applausi, dove tutto risorge “in borghese”, ovvero nelle reali sembianze del travestimento.
Nel corso dello spettacolo, la drammaturgia oscilla spesso verso il caricaturale, sono frequenti le battute che fanno da contraltare a scene di brutalità e a sevizie; l’assassinio dello sceriffo che entra in azione e prova a liberare il sequestrato fa squillare in sala diverse risate, come anche la comparsa in scena della motosega e obiettivamente qualche accento di ilarità, provocata o meno, sembra di troppo.
Traghettare un grande romanzo autobiografico e un film di successo a teatro è sempre una scommessa, ma l’operazione in levare nel complesso funziona, soprattutto grazie all’alchimia della regia e delle interpretazioni, e il pubblico bassanese ha dimostrato con gli applausi di aver gradito.

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