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Marostica si candida come città faro nella lotta contro l’omofobia e lo fa chiedendo ai suoi abitanti di rivendicare a voce alta la loro natura sessuale e la loro appartenenza alla città. In occasione della Giornata Mondiale contro l’Omofobia prevista per venerdì 17 il Comune ha distribuito dei volantini riportanti lo slogan “Marostica è la mia città”, gesto meritevole al fine di esortare una più completa integrazione nel tessuto sociale di tutte le persone discriminate per il loro orientamento sessuale, che per prima la Costituzione Italiana tutela, e che fino ad ora si sono sentite cittadini di serie B.
Tra i tanti volantini però si nasconde qualche “fake”, di autore certo ma di incerto movente.

Marco Chiurato durante la sua performance in Piazza a Marostica
L’artista marosticense Marco Chiurato ha ristampato il manifesto ufficiale della campagna ribaltandone completamente il significato originale. Con la stessa grafica e la stessa cromia viene festeggiata la Giornata a FAVORE dell’Omofobia, invitando la cittadinanza a scendere in piazza e salire su un alzata a forma di cubo bianco, dichiarando il proprio pensiero contro i gay, le lesbiche, i bisex, gli intersex e i trans. Resta fisso lo slogan scelto dalle istituzioni, che però alla luce delle modifiche chiuratiane diventa un’esortazione a riappropriarsi della cittadina da parte delle “persone normali”.
Una provocazione o un atto disdicevole? Non lo sappiamo, anche se conosciamo bene il background artistico di Chiurato, predisposto a continui attacchi e performance eclatanti.
Il vero quesito che si pone però è: “ Salirà mai nessuno su quel cubo bianco?”.
In un paese prevalentemente cattolico e tradizionalista, che però ha attuato politiche sociali in diversi ambiti dei diritti umani, esistono ancora molti pregiudizi che devono essere arginati. Può dunque l’ipocrisia prendere il sopravvento per ragioni istituzionali? Probabilmente Chiurato vuol dire questo.
Nel suo blog marcochiurato.blogspot.it/2013/05/blog-post_15.html l’artista si fa ritrarre davanti al “patibolo” bianco, in attesa dei cittadini in controtendenza, ma porta delle scarpe col tacco nere borchiate, simbolo della femminilità e della trasgressione, quasi a voler dire “Provate ad insultarmi se ne avete il coraggio”. Probabilmente Chiurato aspetterà qualcuno che non arriverà mai.
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