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Rinascimento in bianco e nero

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Alessandro TichAlessandro Tich
Direttore Responsabile
Bassanonet.it

Attualità

Tu mi turbi

Costretto a rimuovere i tavolini del plateatico esterno per “turbativa al transito pedonale tra piazzale Cadorna e il centro storico”. Il caso kafkiano di Federico Parise, esercente di vicolo Bastion

Pubblicato il 10-08-2022
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Guardate le due foto pubblicate in calce a questo articolo.
Nella prima si vede come si presentava il portico di vicolo Bastion a Bassano ieri mattina. Nella seconda si vede lo stesso portico come si presenta invece questa mattina.
La differenza salta immediatamente all’occhio. Ieri sul lato del portico verso la strada era ancora collocata la fila dei tavolini del plateatico esterno della caffetteria con cucina semplice e bottega di alimentari “Colazione In Bottega”. Oggi invece tavolini e sedie non ci sono più, dopo essere stati rimossi dal titolare del pubblico esercizio Federico Parise ieri pomeriggio. Rimossi su imposizione del Comune, a seguito di parere contrario della Polizia Locale dell’Unione Montana del Bassanese. Ma andiamo con ordine.

Federico Parise accanto all'ingresso del suo locale (foto Alessandro Tich)

Parise gestisce il suo locale dal 3 aprile 2011. Non è quindi certamente da ieri che il portico che collega via Marinali con l’attraversamento pedonale di piazzale Cadorna al termine di salita (ovvero discesa) Brocchi è caratterizzato dalla presenza della caffetteria/negozio. Parise, che già in passato ha tentato di ravvivare con progetti e iniziative lo spirito spento della attigua via Marinali, non è solo l’ideale custode di questo trattino porticato di città ma anche l’animatore.
Dal 2017, a seguito di regolare autorizzazione comunale, ha aggiunto il plateatico esterno con la fila di tavolini allineati sul lato strada.
Quando l’anno scorso è giunto il momento del rinnovo dell’autorizzazione per l’occupazione del suolo pubblico (il portico di vicolo Bastion insiste sulla proprietà privata del condominio di cui fa parte ma dal 1954, anno di costruzione del palazzo, è di uso e transito pubblico), Parise ha compiuto tutti i passaggi burocratici necessari.
Tra questi - come era previsto dal regolamento comunale in materia allora in vigore - la richiesta di autorizzazione preliminare del condominio Caravaggio, al cui pianterreno sono ubicati i locali del vicolo ad uso commerciale. Ha atteso sette mesi per avere il parere del condominio fino a che, nell’ultima assemblea condominiale convocata finalmente nel gennaio 2022, i condomini si sono dichiarati non più disposti a concedere l’autorizzazione dell’insediamento del plateatico.
L’esercente ha quindi richiesto un accesso agli atti in Comune per verificare, assieme al suo consulente tecnico, di chi è l’effettiva proprietà del portico. Documentazione arrivata al diretto interessato dopo 85 giorni, e cioè dopo altri quasi tre mesi.
E dopo circa dieci mesi di tira e molla tra attese e trafile varie, dalle carte comunali è emerso che la proprietà del portico utilizzato per il pubblico passaggio sarebbe degli stessi negozi che vi si affacciano e non dei condomini. Uso il verbo al condizionale, perché si tratta di una deduzione dal fatto che non è formalmente assodato che il passaggio coperto sia una proprietà condivisa tra gli abitanti del condominio.
Insomma, per dirla in parole povere: un bel casin. Ovvero un ginepraio di atti e di mappe catastali in cui non è certamente facile divincolarsi per trovare il bandolo della matassa. Finché non è arrivata la novità che ha tagliato la testa al toro.

La novità è il nuovo regolamento del Comune di Bassano del Grappa per la disciplina del canone di concessione per l’occupazione del suolo pubblico, generato dal nuovo corso dell’era post pandemia. Tra le nuove disposizioni introdotte, l’eliminazione dell’obbligo di richiedere l’autorizzazione preliminare ai condomini per i pubblici esercizi che insistono nei rispettivi stabili.
Per Parise si è così accesa la luce verde del semaforo. Con il suo tecnico Fabio Stevanin ha presentato al Comune la richiesta di rinnovo di autorizzazione del plateatico per una fila di sette tavolini sul fronte strada, aumentabili fino a dodici nella stagione delle deroghe per l’ampliamento dei plateatici concesse dal Comune stesso.
Ma a fine giugno è arrivata la risposta di diniego dell’amministrazione di Bassano del Grappa, indirizzata alla Nine srl, la società di gestione del pubblico esercizio di cui Parise è l’amministratore, e firmata dal dirigente ragioniere capo Lucia Cani.
La domanda, come è scritto nell’atto comunale, non è stata accolta per la seguente motivazione:
“Il parere contrario della Polizia Locale Unione Montana del Bassanese n. 41949 in data 20/06/2022, in merito all’istanza evidenzia che “L’occupazione richiesta insiste all’interno di un porticato, unico passaggio usufruibile dai pedoni in vicolo Bastion, quale collegamento in entrata e in uscita tra il centro storico e Piazzale Cadorna: l’occupazione, come rappresentata nella planimetria, potrebbe creare turbativa al transito pedonale”.”
Ergo: niente da fare per l’autorizzazione richiesta, perché tu mi turbi il transito pedonale.
Eppure dal 2017 quei tavolini sul lato strada ci sono sempre stati e la gente è sempre transitata senza problemi.
In più i nuovi tavolini indicati nella planimetria sono larghi 50 cm, il portico è largo 2 metri e 40 e quindi restavano 1 metro e 90 centimetri di spazio in larghezza per consentire ai pedoni di transitare.
Federico Parise non si è perso d’animo e ha richiesto un incontro col comandante della Polizia Locale e con l’assessore Claudio Mazzocco per chiarire e risolvere la questione.
Lo ha fatto inoltrando richiesta alla Polizia Locale tramite 5 email ordinarie, 2 pec, telefonate varie e anche visite dirette al Comando di via Vittorelli. Una richiesta a cui l’amministrazione comunale non ha ancora risposto. C’è stata solo una risposta a voce del comandante della Polizia Locale che ha detto di “essere in attesa della disponibilità dell’assessore”.
L’esercente ha richiesto inoltre la convocazione di un tavolo congiunto col vicesindaco e assessore al Patrimonio Roberto Marin (“sempre molto disponibile a rispondere a qualsiasi messaggio o telefonata”, sottolinea Parise), con l’assessore alla Sicurezza Mazzocco e con l’assessore ai Lavori Pubblici Andrea Zonta, sempre per trovare una soluzione al problema. Anche in questo caso, risposta ufficiale non ancora pervenuta.
Nel frattempo, in attesa che dalle acque stagnanti dell’amministrazione e in particolare dell’assessorato alla Sicurezza emerga almeno un flebile segno di vita, ieri pomeriggio il titolare di “Colazione In Bottega” ha rimosso tutti i tavolini del plateatico esterno non rinnovato. “Stamattina - mi rivela - vedendo il portico vuoto mi hanno già chiesto se sto ancora lavorando o se sto per chiudere.”

“Oggi - commenta Federico Parise - la situazione è che l’ambiente e la scenografia di vicolo Bastion che avevo avevo generato negli ultimi anni, dal 2017 ad oggi, perché sia un punto fiorente dell’entrata al centro storico, non c’è più. Ho dovuto rimuoverla per il diniego da parte dei vigili urbani, con una motivazione ben dichiarata di turbativa di passaggio del pubblico in accesso al centro storico.” “Attendo - prosegue - che l’assessore Mazzocco mi dia un appuntamento che da 50 giorni aspetto. Appena l’assessore si troverà in agganciata con il comandante della Polizia Locale, vedremo di avere questo appuntamento.”
“Ho richiesto l’appuntamento - spiega ancora - per risolvere la questione, per vedere qual è la problematica vera per la quale non posso insediare un plateatico nel sottoportico di vicolo Bastion, che possa essere anche qualcosa più grave di una turbativa di passaggio. Se ci fosse anche una mia posizione amministrativa insoluta, me la devono dire e la risolvo. Magari mi è scappata di mano, non la so, non la conosco.”
“Se ci diciamo la verità magari risolviamo il problema, se invece ci raccontiamo un po’ di bugie, costantemente e continuamente, non se ne esce - conclude Parise -. Finché ci raccontiamo le favolette dell’orso, non ho una soluzione al problema.”
Al di là delle ragioni che può avere o non avere il pubblico esercente, è una storia che la dice lunga sui difficili rapporti del cittadino - e in questo caso di un cittadino-imprenditore - con la struttura comunale, sia politica che tecnica. Firmato: Franz Kafka.

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