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Anche se finisce pari e reclamano in coppia, in realtà il derby di fuochi d'artificio e gol a ripetizione risulta un'occasione persa per Valdagno che difficilmente reincontrerà Bassano orfano di Gimenez e Nicolas, una doppia assenza quantitativamente e qualitativamente superiore al forfait del solo Nicoletti. Poi qualcuno racconterà (a dire il vero l'ha già fatto) che la Recalac meritava il bottino pieno ma ci sono sempre cantori di parte per scelta o schieramento dovuto, per quelli, meno male, esemplificano le immagini, dove il possesso palla non legittima necessariamente il malloppo. Se il Bassano aspetta e, almeno sino all'intervallo, colpisce negli spazi, non è un reato, bensì un'esigenza di chi non ha cambi da spendere e si rifugia nella zona come arma tattica scelta per abbassare i ritmi e non spolmonare subito i suoi. Un obiettivo raggiunto, tra l'altro lanciando i ragazzotti in pista, quando sull'altra sponda tutti i bimbi sono rimasti seduti in panca, strategia che peraltro alla lunga ha pagato dividendi alti, visto che Giudice è approdato negli ultimi 10' con dentro il quintetto migliore e più fresco possibile, quello che poi gli ha fatturato il pareggio. Poi, Valdagno la sua chance per scappare con lo scalpo giallorosso l'ha anche avuta ma Tataranni l'ha sprecata. Il Sind non ha goduto nemmeno di quella, pure se sull'ultimo assalto sulla sirena gli è stata negata una punizione, che in condizioni normali non andava fischiata, ma che col metro arbitrale dell'altra sera che puniva persino i sospiri (una trentina di falli chiamati) era doveroso sanzionare e dunque se qualcuno al limite può avanzare crediti, questo è proprio Bassano. Piuttosto, col senno del poi, forse conveniva insistere con la zona anche nel secondo tempo, ma Vanzo presumibilmente avrà speso l'intervallo per istruire i suoi all'attacco alla difesa schierata, sicchè può essere che Giudice abbia voluto passare alla marcatura individuale per provare a confondere un po' le acque, tentativo evidentemente riuscito a metà, perchè appunto se Massimo tatticamente è sempre molto dritto, sull'altra sponda Franco è sulla breccia da anni ad altissimo livello e sa sempre come uscire anche dalle situazioni più scabrose e da almeno un lustro appartiene di diritto ai giganti della panchina.
CAPOBRANCO: Ad ogni modo, aldilà degli sbuffi del giorno dopo, quasi sempre foglie di fico per mascherare peccati originali, la serata in posticipo consegna certezze cristalline al Bassano che con Voltregà e Valdagno ha dimostrato di aver ripristinato quell'identità di squadra che gli si è sempre riconosciuta in passato e soprattutto di aver riconsegnato all'hockey italiano un campione a tutto tondo come Emanuel Garcia, a Viareggio e nella nazionale argentina soltanto formidabile finalizzatore e invece in giallorosso asso multidimensionale, regista occulto, ispiratore e trascinatore, nonchè, pure qui, implacabile terminale d'area. Adesso un calendario apparentemente fuori portata (il viaggio in sequenza a Forte dei Marmi e Viareggio e tra un mese il Breganze), ridisegnerà la classifica e qualcuno che è dietro presumibilmente passerà davanti. Ma chiedevamo di rivedere Bassano scolpito nel suo stile di gioco e col suo marchio di fabbrica. L'abbiamo ritrovato. Poi stare tra le prime quattro rimane un pericolosissimo gioco d'azzardo.

Il Sind Bassano rilanciato tra Coppa e campionato (Foto Roberto Bosca)
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