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Brassaï. L’occhio di Parigi

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Brassaï. L’occhio di Parigi

Alessandro TichAlessandro Tich
Direttore Responsabile
Bassanonet.it

Attualità

Messelunga

Oltre 12.000 visitatori in due settimane alla mostra Messe nella chiesa di San Giovanni in città, conclusasi ieri. Gli organizzatori di Dif.fusione88 lanciano ora la loro nuova pazza idea: una Biennale di Arte Contemporanea a Bassano

Pubblicato il 11-04-2023
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Brassaï. L’occhio di Parigi

È stata una di quelle scomMesse della categoria “o la va o la spacca”.
E nonostante le luci somMesse dell’allestimento, ha prodotto un’illuminazione di interesse e soprattutto di partecipazione collettiva che nessuno sinceramente si aspettava.
È il tardo pomeriggio del lunedì di Pasquetta 10 aprile e la mostra Messe. Contemporary Art Experience, organizzata dall’associazione Dif.fusione88 e allestita nella chiesa di San Giovanni in piazza Libertà a Bassano, chiude definitivamente i battenti. Non prima però di proporre una cerimonia di chiusura degna dei contenuti dell’esposizione.

La performance dell’artista Enrico Minato (foto Alessandro Tich)

Dati alla mano, Messe ha riscosso un successo strepitoso: inaugurata lo scorso 25 marzo, in sole due settimane - fatta esclusione per i lunedì non festivi e per le mattine dal martedì al venerdì, in cui era chiusa - la mostra è stata visitata da oltre 12.000 persone.
Una catena di presenze senza soluzione di continuità: Messelunga.
Non solo visitata ma anche “vissuta” in diversi modi: con le visite dedicate per dieci classi del Liceo Brocchi e con gli studenti che tornavano in mostra per presentarla ai loro amici, con il continuo andirivieni delle famiglie, con la richiesta di percorsi guidati e con i commenti e la sorpresa che gli organizzatori leggevano “nello sguardo di chi entrava in chiesa all’oscuro di tutto”. C’è stato anche chi - in modalità “fan più attivo” - è tornato a vedersi la mostra quasi tutti i giorni, nella probabile intenzione di approfondire di volta in volta i multipli significati delle suggestioni trasMesse.
Non era assolutamente un esito scontato, anzi. Come rivela alla cerimonia di chiusura - finalmente sostenuta da un impianto audio di commovente qualità - il presidente di Dif.fusione88 Romano Zanon, all’inizio la previsione di un migliaio di visitatori complessivi era già considerata come qualcosa che andava oltre le più ottimistiche aspettative.
E invece grazie ai 13 artisti protagonisti, alla fine l’esposizione ha ottenuto un risultato moltiplicato per 12. “È una cosa incredibile per l’arte contemporanea”, sottolineano gli organizzatori. Una continua e costante affluenza di pubblico, anche nei pomeriggi dei giorni feriali, a seguito della quale tutte le attese di una partecipazione contenuta e principalmente limitata ai soli addetti ai lavori sono state manoMesse.
Fatte le debite proporzioni, Messe ha prodotto una parabola analoga alla mostra di Canova, trasformandosi nel suo piccolo da evento culturale in fenomeno pop.

“Messe ha dimostrato la fame che c’è di arte contemporanea, oltre ogni rosea previsione.”
Chi lo afferma, al microfono della cerimonia conclusiva, è Claudio Brunello, uno dei tre probiviri e “art directors” di Dif.fusione88 (gli altri due sono Pietro Gasparotto e Mauro Spigarolo) che hanno curato la scelta degli artisti nonché il concept e l’allestimento della mostra.
“La gente è venuta qui anche per interagire e dialogare - continua Brunello -. È bello che la chiesa svolga la funzione di piazza, di agorà. Ci piace chiamarla “Piazza San Giovanni”. L’arte ha lo scopo di aggregare le persone e porre domande a cui risposta non c’è.”
Don Andrea Guglielmi, l’arciprete abate, presente alla chiusura come lo è stato anche all’inaugurazione, sorride nella certezza che, alla luce di queste affermazioni non certo diMesse, la laica esposizione ha comunque reso onore al ruolo della chiesa come luogo d’incontro.
Il presidente Romano Zanon lo ringrazia pubblicamente per il sacro spazio concesso (“Don Andrea ci ha detto: “Fate quello che volete”) e ringrazia i 13 artisti di Messe nominandoli uno ad uno. Li rinomino anch’io non solo perché è cosa buona e giusta, ma anche perché le ulteriori citazioni nei loro confronti le avevo proMesse: Greta Bisandola, Vania Broccoli, Maddalena Brunello, Saturno Buttò, Marco Chiurato / Lumino, Fabio Guerra, Simone Lucietti, Daniele Marcon, Enrico Minato, Filippo Robboni, Joseph Rossi, Emanuele Sartori, Arianna Tassotti.
C’è anche tempo e modo nel corso della cerimonia di ringraziare Giorgio Salomon “Piperito” che ha concesso le sue musiche per il video della mostra, realizzato dal giovane regista bassanese ma di stanza a Milano Jacopo Tich (ebbene sì, è mio figlio).
The President ringrazia anche i soci fondatori di Dif.fusione88, suoi compagni di avventura in questa ardua impresa premiata dalla risposta della città e non solo.
E rinomino anche loro, presidente compreso e in ordine strettamente alfabetico di cognome, affinché non ci siano omissioni comMesse: Ruggero Bizzotto, Matteo Bizzotto Montieni, Claudio Brunello, Francesca De Marchi, Pietro Gasparotto, Mauro Spigarolo, Romano Zanon. Pallone d’Oro per i CR7.

Ma in un evento come Messe, una cerimonia di chiusura non può limitarsi ai soli discorsi di rito, per quanto in questo contesto ci sia ben poco di rituale.
Ed ecco che non può mancare la performance della situazione, intitolata Nostalgia e proposta questa volta da Enrico Minato, artista neo concettuale e uno dei “magnifici 13” artisti esposti. Come qualsiasi espressione di arte contemporanea, la performance non va spiegata ma vissuta esclusivamente in diretta.
Mi limito a dire che si tratta di una contaminazione tra parola scritta e parola parlata sul fatto di essere ancorati al passato da un sentimento rassicurante come la nostalgia in un mondo frenetico che ci impone una rincorsa all’adeguamento che è troppo veloce per la nostra struttura mentale. Minato parla e contemporaneamente getta per terra uno alla volta, saltandoci sopra e poi andando a ritroso lungo il percorso, dei cartoncini, ciascuno dei quali con una lettera dell’alfabeto, che alla fine formano la frase “Devo ritornare sui miei passi?”.
Fine, per quanto mi riguarda, del compito in classe di italiano: “Descrivi con le tue parole una performance di arte contemporanea”.
Ma non finisce qui, perché Dif.fusione88 non ritorna sui suoi passi e anzi lancia pubblicamente la sua nuova pazza idea, rivolta in primis all’amministrazione comunale.
“Servono spazi e più luoghi espositivi - annunciano nell’occasione gli organizzatori -. Per questo, e per molto altro, Dif.fusione88 si impegna formalmente, proprio oggi, nell’ultimo giorno di Messe, a perseguire con ogni suo mezzo l’obiettivo di creare a Bassano una Biennale di Arte Contemporanea.”
Il conto alla rovescia per la Biennale è già scattato e parte già l’appello “a tutta la città, alle autorità, agli imprenditori, agli appassionati, ai tanti neo-mecenati, di aiutarci a conseguire e raggiungere questo ambizioso obiettivo già nel 2024”.
L’idea è quella di una mostra diffusa nei principali spazi espositivi della città dove tutte le forme di arte contemporanea - comprese la musica, la videoarte e la danza - saranno perMesse.
“Mi perdonerà Don Andrea - osa Claudio Brunello -, ma sarà un’orgia di creatività.”
Don Andrea Guglielmi sorride nella certezza che, nonostante le dichiarazioni eMesse, la creatività non è peccato.

La mostra degli oltre 12.000 visitatori abbassa quindi il sipario.
Da martedì 11 si disallestisce e le opere verranno disMesse.
È il momento dei commiati e al termine della cerimonia di chiusura ancora Claudio Brunello, con fare ieratico e col suo look tendente al profeta biblico, congeda i presenti in stile simil sacerdotale pronunciando la frase che è anche un titolo di Bassanonet:
“Ite, Messe est.”
Don Andrea Guglielmi sorride nella certezza che, malgrado le preMesse, nessuno gli ruberà il lavoro.

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