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Marco PoloMarco Polo
Giornalista
Bassanonet.it

Calcio

Ibra, acquisto azzeccato o lusso? “Necessità per il Milan”

Clarence Seedorf si concede ai taccuini di bassanonet al termine di Monza-Bassano. Intanto è escluso il ritorno di Braghin sul mercato

Pubblicato il 22-09-2010
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Elena Pavan

“Vittoria importante, il primo gol ha cambiato la partita, bravi ragazzi. Altro non aggiungo perché ho il massimo rispetto dei ruoli. Quindi se volete sapere qualcosa chiedete al direttore”. Piegato in su l'arcione parlò brevi parole e spronò via. Non stiamo parlando del “messagger” di Giosuè Carducci, quello che irruppe a spron battuto a Milano per lanciare l’allarme per la presenza di Federico Barbarossa e del suo esercito accampati Como, ma di Clarence Seedorf al termine di Monza-Bassano. Ebbene sì, il celebre centrocampista del Milan, reduce dalla gara di sabato con il Catania a San Siro, non ha voluto mancare al delicato match che vedeva impegnato il suo Monza (società di cui detiene delle quote e in cui giocano sia il fratello minore Chedric che il cugino Stefàno) contro il Bassano. Il numero 10 rossonero ha abbandonato gli spalti poco prima del fischio finale ma, a beneficio degli appassionati di sport bassanesi, siamo riusciti ad avvicinarlo poco prima che abbandonasse l’impianto brianzolo. “Oggi sarebbe il mio giorno libero e non sono qui in vesti ufficiali – ha continuato con un sorriso colui che detiene il record ben quatto Coppe dei Campioni-Champions League vinte con tre maglie diverse (Ajax, Real Madrid e Milan) –. Però la cortesia è affar da galantuomini e il centrocampista dai gol impossibili concede almeno una battuta sulla situazione del suo club d’appartenenza.

L’occasione è ghiotta, c’è un enorme dilemma tattico che sta attanagliando milioni di tifosi, tra simpatizzanti milanisti e amanti del buon calcio, sparsi per la penisola. Un dubbio di cui si dibatte nel bar sottocasa come nelle stanze degli uffici che contano. Un dubbio che ha il nome e il cognome di un fuoriclasse assoluto: Zlatan Ibrahimovic. L’attaccante, vero e proprio acquisto crac potenzialmente in grado di spostare gli equilibri di forza della serie A, ha preso il posto di Marco Borriello, tra Ronaldinho e Pato, nel tridente rossonero. Ma se a livello individuale la differenza tra l’attuale attaccante della Roma e il genio di Malmo è la stessa che passa tra un fuoriclasse e un buon giocatore, non è così scontato, per una questione di caratteristiche (molto più portato a mettersi al servizio dei compagni il primo, assolutamente più individualista il secondo) che la manovra offensiva rossonera tragga beneficio dallo scambio.

Il numero 10 del Milan, Clarence Seedorf

Il dilemma è dunque il seguente: può Ibra esprimere al massimo le sue potenzialità come terminale di un tridente ed essere funzionale al gioco delle altre punte? L’acquisto del talento svedese è da considerarsi un lussuoso accessorio in grado di far vincere alcune partite con una giocata o un calciatore che con il suo gioco garantisce un salto di qualità alla squadra? Abbiamo girato il quesito a Seedorf uno di quei giocatori che non parla per frasi fatte, i cui appunti tattici sono acuti ed illuminanti e che non teme di esternare il suo reale pensiero. Celebre a proposito le sue dichiarazioni nell’estate 2008 quando Silvio Berlusconi fece di tutto per portare Ronaldinho al Milan: “Secondo me – disse allora il numero 10 di Ancelotti – una squadra che può contare su Kakà, il sottoscritto, Pato avrebbe necessità di un attaccante di peso e non di un altro fantasista”. Allora chi meglio di lui può dipanare il suddetto dubbio? Allora, Ibra è stato un acquisto azzeccato o una mossa d’immagine e marketing senza che alle spalle vi sia un preciso, concordato e definito progetto tattico? La risposta è lapidaria ma assolutamente cristallina: “E’ ovvio che Ibrahimovic può interpretare al meglio quel ruolo. Chi meglio di lui al mondo? Zlatan era senza dubbio una necessità per il Milan”. Ma allora come si spiega il consiglio girato a Borriello di rimanere a Milano? “Eh no ora devo scappare, mi dispiace…”.

Fiducia giallorossa. Nessun allarmismo sul fronte Bassano Calcio. La sconfitta con il Monza ha lasciato l’amaro in bocca nell’ambiente per un risultato maturato a seguito dell’ennesimo errore suicida stagionale ma non ha scalfito l’ottimismo derivante dalle ottime prerogative che la squadra ha dimostrato di possedere finora. Braghin e Jaconi sanno perfettamente che il gruppo è tutt’altro che allo sbando, che sta acquisendo giorno dopo giorno un carattere sempre più granitico, rispecchiando l’anima del suo allenatore, e che finora se l’è giocata con tutti. In più è evidente che l’avvio di stagione è stato zavorrato da errori individuali difficilmente ripetibili con tale frequenza (almeno sei e imputabili a quattro giocatori diversi), infortuni (prima Caciagli, Guariniello poi La Grotteria e Porchia) e giocatori chiave indietro di condizione (Mateos, Venitucci e lo stesso Porchia). Insomma sono troppi i fattori sfavorevoli e concomitanti per emettere un giudizio serio ed equilibrato. Inoltre, a guardarla bene, la classifica non è ancora significativa: non inganni l’ultima posizione, in coabitazione con il Verona, perché in tre punti sono racchiuse ben 12 formazioni. Anche per questi motivi la società ha deciso, al momento, di non avventurarsi in frettolose mosse sul mercato degli svincolati.

Campagna abbonamenti. La società ha comunicato la proroga di un ulteriore settimana della campagna abbonamenti, sottoscrivibili presso la sede di via Piave.

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