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Alessandro TichAlessandro Tich
Direttore Responsabile
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Attualità

The show Most go on

Siglato l’atto di gemellaggio tra il Ponte di Bassano e lo Stari Most di Mostar, primo passo verso il gemellaggio tra le due città

Pubblicato il 01-10-2021
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Hanno lo stesso nome: “Ponte Vecchio” e “Stari Most” (in croato-bosniaco “Stari” significa “Vecchio” e “Most” vuole dire “Ponte”). Sono coetanei (costruito nel 1569 il primo, nell’attuale versione architettonica palladiana e nel 1566 il secondo, nell’attuale versione architettonica in pietra). Portano entrambi la firma di un grande architetto: rispettivamente Andrea Palladio e Mimar Hajruddin, che operò secondo il disegno del più grande architetto del mondo musulmano di allora, Mimar Sinan. Entrambi sono stati distrutti nel corso di eventi bellici storicamente recenti. Entrambi sono stati ricostruiti (nel 1948 il Ponte Vecchio, nel 2004 lo Stari Most) grazie all’intervento di una catena di solidarietà nazionale e, nel caso del Ponte di Mostar, internazionale. Tutti e due, infine, sono le icone inconfondibili delle rispettive città. Sono insomma due gemelli diversi. Molto diversi, nonostante le importanti coincidenze sopra elencate. Ma intanto sono gemelli per davvero.
Nella sala Chilesotti del Museo Civico di Bassano, il sindaco Elena Pavan e il suo omologo di Mostar Mario Kordić firmano infatti l’atto di gemellaggio fra i due Ponti e di patto di amicizia fra le città di Bassano del Grappa e Mostar, dopo il parere favorevole dei rispettivi consigli comunali.
E ci sono anche i “testimoni”, come ogni matrimonio che si rispetti: l’ambasciatore italiano in Bosnia-Erzegovina Marco Di Ruzza, l’ambasciatore della Bosnia-Erzegovina in Italia Slavko Matanović, il vicepresidente del consiglio regionale Nicola Finco e il consigliere comunale con delega ai gemellaggi del Comune di Montegrotto Terme Silvio Nardo, cittadino onorario di Mostar, che ha fatto da prezioso tramite nella fase di avvicinamento tra Bassano del Grappa e la stupenda città capoluogo dell’Erzegovina, patrimonio UNESCO col suo Stari Most e col suo centro storico, che dal suo Ponte di fama mondiale prende addirittura il nome.

Il sindaco Elena Pavan e il sindaco Mario Kordić con le due pergamene del gemellaggio appena firmate( foto Alessandro Tich)


L’incontro internazionale che apre di fatto il lungo weekend celebrativo per l’inaugurazione del Ponte di Bassano restaurato ha inizio nel chiostro del Museo Civico, dove gli ospiti erzegovesi vengono accolti da una rappresentazione “live”, dedicata all’emigrazione veneta in America, del gruppo delle Arti per Via, presieduto dal sempre impeccabile Gianni Posocco. E non a caso: Posocco è stato l’iniziatore del percorso sfociato oggi nella firma del gemellaggio tra i due monumenti. Sarà anche il gran maestro di cerimonie della celebrazione ufficiale del patto.
“Bassano e Mostar, due storie in comune, cominciano un percorso di vita nel segno dell’amicizia e della solidarietà - dichiara in sala, nel suo discorso, il sindaco Pavan -. I ponti sono da sempre metafora di unione di mondi, lingue e culture diverse. Oggi cerchiamo di dare un senso compiuto a tutto questo.”
Successivamente il sindaco di Bassano legge i messaggi trasmessi nell’occasione dai sindaci delle tre città gemellate: Franck Schneider (Mühlacker), Julien Polat (Voiron) e Ivaldo Dalla Costa (Nova Bassano). Una sorta di “benvenuto a tre” ai nuovi amici dalle rive della Neretva.
“Questo spettacolo - esordisce il sindaco Kordić riferendosi alla rappresentazione delle Arti per Via - mi ha ricordato gli eventi della guerra nel mio Paese, dove moltissime persone hanno dovuto emigrare. Mostar è una città autenticamente multietnica, con tre gruppi etnici e tre religioni. Come sindaci non dobbiamo mai più permettere che queste cose succedano.” L’applauso più intenso scatta quando Kordić ricorda che lo Stari Most, distrutto in piena guerra nella ex Jugoslavia nel 1993, è stato ricostruito grazie all’aiuto economico di quattro Stati: Italia, Olanda, Turchia e Croazia.
E quindi afferma: “A nome di tutti i cittadini di Mostar voglio ringraziare voi italiani che avete ricostruito il nostro Ponte.” Sitting ovation.

“Per noi - continua il sindaco di Mostar - è importante dimenticare gli anni della guerra. Per questo il nostro Ponte, come il vostro, unisce. Vogliamo unire i cittadini delle due parti del fiume e farne in ponte di amicizia e di legame, com’era prima della guerra.”
Poi Kordić passa alle battute: un buon segno, visto che di amicizia tra le due città stiamo parlando.
“Lo scorso agosto - dice rivolgendosi alla collega Pavan - vi avevamo invitato alla nostra gara di tuffi dallo Stari Most che si svolge da 455 anni. Non siete potuti venire perché avevate altri impegni. L’anno prossimo non vi perdoniamo.”
Prendono quindi la parola i due ambasciatori Di Ruzza e Matanović: dai loro interventi emerge un convinto plauso all’iniziativa, nell’ambito dei già ottimi rapporti tra i due Paesi.
Nicola Finco legge il saluto del governatore Luca Zaia, quindi dichiara alle due città che “la Regione sarà a vostro fianco con i progetti di cooperazione internazionale” e infine consegna al sindaco di Mostar la bandiera della Regione Veneto. Parole di apprezzamento per il gemellaggio tra i due Ponti vengono espresse anche nell’intervento conclusivo di Silvio Nardo, l’uomo grazie al quale Montegrotto Terme è gemellata con Mostar, la città che frequenta dal 1992, portandovi allora aiuti umanitari in tempo di guerra, e con la quale “divide il suo cuore”.
Vengono quindi srotolate le due pergamene, scritte nelle due lingue, dell’atto di gemellaggio tra il Ponte di Bassano e lo Stari Most e di patto di amicizia tra le due città.
Segue il momento clou della firma dei due sindaci, dopo il quale avviene lo scambio di doni tra le due città. Bassano omaggia a Mostar un vaso di ceramica tradizionale del laboratorio Parise, Mostar omaggia a Bassano un quadro dello Stari Most battuto in rame, secondo la tradizione delle botteghe artigiane che si trovano nei pressi del Ponte UNESCO.

Verso il termine della cerimonia c’è anche spazio per due fuori programma.
Dopo la firma delle due pergamene, a beneficio dei fotografi e secondo consuetudine, i due sindaci si stringono la mano. Ma il gran cerimoniere Gianni Posocco va lì, dove osano le aquile: “Dopo la stretta di mano, come dice la nota canzone, ci vorrebbe un bacin d’amor.”
La brava interprete traduce, il sindaco Kordić raccoglie il messaggio et voilà: tra i due primi cittadini parte, dopo un accennato bacin, un caloroso abbraccio. Poi, al momento delle foto di gruppo, qualcuno grida “Viva gli alpini!”. È l’assist per uno dei due ambasciatori che propone nientemeno di far indossare al sindaco di Mostar un cappello da alpino. Detto, fatto: si avvicina il presidente dell’A.N.A. Montegrappa Giuseppe Rugolo che in via del tutto eccezionale presta a mister Kordić il suo cappello con la penna nera. Il sindaco, simpaticamente, sta al gioco: vedasi nella nostra galleria fotografica.
Dopo il pranzo da Ottone e prima di un incontro della delegazione di Mostar con il Comitato gemellaggi del Comune di Bassano, fissato nel pomeriggio, c’è anche il tempo per fare una visita informale sul Ponte. Qui si scattano ulteriori foto da consegnare agli annali, compreso un “noi ci darem la mano” a cinque tra i due sindaci, i due ambasciatori e il consigliere di Montegrotto Nardo. Un buon segno anche questo di “nuova amicizia” per quello che dovrà essere l’ulteriore salto di qualità del rapporto tra Bassano del Grappa e Mostar: il gemellaggio vero e proprio tra le due città.
Lo sancisce lo stesso testo dell’atto siglato oggi, che in conclusione recita: “si ritiene di procedere, parallelamente all’atto di gemellaggio fra i due Ponti, alla sottoscrizione di un patto di amicizia fra le due città, come tappa iniziale di un percorso, auspicabilmente proficuo e fecondo, che possa portare in futuro ad un formale atto di gemellaggio.”
Insomma: il neonato legame tra le città dei due Ponti e dei due fiumi si propone di continuare con un obiettivo ancora più ambizioso. The show Most go on.

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