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“Nuovi documenti sull'Eccidio del Grappa”
67° anniversario dei 26 settembre 1944: un libro di Benito Gramola e Roberto Fontana rivela gli atti del processo di Firenze. Il sindaco Cimatti: "La nostra città ha pagato un prezzo altissimo in nome della libertà e della democrazia"
Pubblicato il 24-09-2011
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“Sono da poco tempo accessibili i documenti conservati presso l’archivio della Corte d’Assise di Firenze, città dove era stato trasferito il processo del 1946; avremo quindi la possibilità di consultare documenti che fino ad ora erano negati al pubblico. Ed oggi, al termine di questa manifestazione, la nostra Comunità si arricchirà di nuove pagine della nostra storia. Sicuramente emergeranno nuovi particolari e nuovi racconti che ci aiuteranno a conoscere in maniera sempre più approfondita quanto accadde in quegli anni.”
E' un passo significativo del discorso che questa mattina, in viale dei Martiri - prima di passare la parola all'orazione ufficiale di mons. Giovanni Nervo, presidente emerito della “Fondazione Zancan” - il sindaco Cimatti ha rivolto ai partecipanti alla cerimonia di commemorazione del 67° anniversario dell'Eccidio del Grappa, con le fucilazioni e le impiccagioni del 26 settembre 1944.
Dopo quasi sette decenni, la pagina più tragica della nostra storia recente ha ancora molte domande senza risposta. Ma, anno dopo anno, grazie all'impegno di encomiabili studiosi e ricercatori molte verità stanno venendo a galla.

26 settembre 1944: una pagina di storia non ancora completamente scritta
A cominciare dai tanti aspetti ancora sconosciuti del procedimento giudiziario svoltosi due anni dopo l'eccidio nazifascista, di cui si occupa il libro “Il processo del Grappa: dall'ergastolo all'amnistia”, scritto da Benito Gramola e Roberto Fontana (Attilio Fraccaro Editore) che hanno consegnato al primo cittadino alcune copie del volume che raccoglie gli atti del processo di Firenze.
“Anche il ritrovamento del diario di Lino Bortolo Camonico, conservato per molti anni a Vicenza, ed ora dato alle stampe grazie all’opera del prof. Francesco Tessarolo - ha ancora detto il sindaco di Bassano del Grappa - testimonia la sempre maggiore documentazione esistente sui fatti di quegli anni. Dai suoi racconti emerge uno spaccato sul vissuto nel Bassanese tra il 1943 e il 1945, che altrimenti sarebbe andato perduto.”
“Mercoledì sera, qui a Bassano - ha proseguito Cimatti - la figura di Lino Camonico è stata ricordata insieme a quella di Alfeo Guadagnin, altro martire della Resistenza, alla quale entrambi hanno aderito in maniera totalmente spontanea, senza alcun condizionamento. Toccanti sono state le relazioni di Francesco Tessarolo e di Pierdomenico Bonomo che hanno approfondito alcuni aspetti della vicenda di questi nostri due liberatori, dimostrando quanti possano essere ancora gli approfondimenti che meritano di essere portati avanti su quel drammatico periodo della nostra storia.”
“Ogni comunità, piccola o grande che sia - è ancora un passo del discorso - può vantare atti e gesti di puro eroismo. Pensiamo all’eccidio di Granezza, con 22 partigiani caduti sotto il fuoco nemico, ai quattro martiri di Marostica, fucilati nel cortile del Castello inferiore, ai tre di San Michele, al tenente Luigi Giarnieri impiccato a Crespano dopo giorni di tortura, a Gianna Gilioni Valle, che, incinta di quattro mesi e destinata ad un campo di concentramento in Germania, chiese di morire a Carpanè, preferendo dividere fino alla fine la sorte con il marito, già fucilato.”
“Nello scorso mese di maggio - ha ricordato ancora il primo cittadino - l’Associazione “26 settembre” ha organizzato a Pove del Grappa un incontro per ricordare e commemorare l’alto tributo pagato dal paese nell’eccidio del Grappa: 11 impiccati e 2 fucilati. E’ stato un momento di grande commozione, perché condividere la sofferenza di chi rimane è, forse, il migliore riconoscimento che oggi si possa dare.”
“La nostra città - ha aggiunto - ha pagato un prezzo altissimo in nome della libertà e della democrazia ed in molti luoghi di Bassano il ricordo di chi rischiò e di chi perse la vita rimarrà perenne: nelle pubblicazioni, nelle immagini, nei monumenti, nei luoghi. Il nostro viale dei Martiri, teatro principale di quegli orrori, è visitato ogni anno da moltissime persone che vengono a ripercorrere le vie del ricordo.”
In conclusione del suo intervento, il sindaco Cimatti ha citato le seguenti parole:
“Ai gloriosi caduti di Bassano del Grappa, che sono circa un centinaio; a quelli del circondario, che superano il migliaio; a quanti altri, in ogni Regione d’Italia, suggellarono con la morte il loro amore alla Patria e alla Libertà, come Capo del Governo e come figlio della Terra Veneta, rendo il mio commosso tributo di onore e di affetti, assicurando che il nome loro durerà perenne nella storia della Patria.
Addìto il loro esempio agli italiani, perché vogliano in concordia operosa far si che il loro sacrificio non sia stato vano. La Libertà della Patria è germogliata dal loro sangue: sappiano gli Italiani esserne degni”.
Sono le parole pronunciate nel settembre del 1946 da Alcide de Gasperi, allora Presidente del Consiglio, “politico - ha sottolineato il sindaco - di quella straordinaria levatura morale della quale oggi si sente fortemente la mancanza”.
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