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Rinascimento in bianco e nero

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Rinascimento in bianco e nero

Alessandro TichAlessandro Tich
Direttore Responsabile
Bassanonet.it

Politica

È stata tua la colpa

In commissione Cultura il sindaco Pavan addossa la responsabilità della restituzione della Pala di Sant’Anna a Chiara Casarin. “Non ha coinvolto la parte politica”. Ilaria Brunelli: “Approfondire la titolarità di Casarin a firmare l’atto"

Pubblicato il 04-06-2020
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Rinascimento in bianco e nero

È stata tua la colpa. Il titolo della famosa canzone di Edoardo Bennato, inserita nel suo celebre album dedicato a Pinocchio, riecheggia idealmente attorno ai lavori della commissione consiliare Cultura del Comune di Bassano del Grappa, che si riunisce nel tardo pomeriggio di mercoledì in modalità videochat. Intervenendo sulla repentina e silente fuga della Pala di Sant’Anna di Jacopo da Ponte dal Museo Civico di Bassano, dov’era esposta in comodato da 64 anni, verso le Gallerie dell’Accademia di Venezia che ne avevano richiesto la restituzione, il sindaco e assessore alla Cultura Elena Pavan si chiama fuori da ogni responsabilità (“non ho nessuna intenzione di togliermi delle colpe che non ho”) e addossa l’intera paternità dell’operazione, per quanto riguarda il versante bassanese della vicenda, alla “direttrice artistica” dei Musei Civici Chiara Casarin.
“A gennaio 2020 - riferisce il sindaco -, a margine di un incontro, la dottoressa Casarin sull’uscio mi dice: “Ah, sai che le Gallerie dell’Accademia hanno richiesto indietro un quadro di loro proprietà. Sono cose normali, tecniche, e io ho chiesto in cambio un altro quadro”…”.
“È stata una comunicazione molto dimessa - prosegue Pavan -, rispetto alla quale non è stata posta attenzione da parte della direttrice artistica, nel senso che non è stata posta attenzione alla parte politica su questa questione.” “Non sono stati forniti dei dettagli - prosegue il racconto del sindaco, rispetto al quale la trama di qualsiasi fiction impallidisce -. Mi ha anzi detto che aveva già proceduto a chiedere un quadro in cambio, sicuramente di fronte a questa disposizione, come se fosse una cosa molto tecnica, molto ordinaria. Salvo dopo scoppiare tutto quello che è scoppiato.”

Niente più brindisi tra il sindaco Pavan e l’ex direttrice Casarin (archivio Bassanonet)

Domanda in questa sede del vostro umile cronista: ma l’assessore alla Cultura di Bassano avrà forse chiesto alla Casarin: “Scusa, ma quale quadro hanno richiesto indietro le Gallerie dell’Accademia?”. Domanda inutile perché non ha risposta, nel senso che nel resoconto della Pavan questa cosa non emerge.

“La cosa di cui mi sono dispiaciuta e scusata con la cittadinanza - continua la Pavan nella video-commissione - è stata quella di non aver condiviso questa richiesta. Vero è anche che è stata un’omissione in qualche maniera incolpevole, perché la richiesta non è stata sottoposta all’attenzione della parte politica.” “Si sarebbe dovuta usare una sensibilità e responsabilità diversa - aggiunge - che ci si doveva aspettare da chi, svolgendo la funzione di direttore artistico, ha fatto il direttore tout court dei Musei per tre anni. La restituzione è stata sancita da una missiva, essendo proprio una questione tecnica come è sempre avvenuto, a firma della direzione artistica del Museo e del segretario generale. E, a questione esplosa, capite bene comunque la posizione critica nella quale mi sono trovata.”
Pavan sottolinea (verrà poi contestata su questo dal suo predecessore alla Cultura Giovanni Cunico) che “il legittimo proprietario ha chiesto in restituzione un bene di sua proprietà, quindi ha esercitato legittimamente un proprio diritto”. Rivela tuttavia che a seguito della “fortissima reazione da parte della città” ha intavolato una “negoziazione” col direttore delle Gallerie dell’Accademia e ha preso contatti “con autorevoli personalità come la dottoressa Paola Marini, già direttrice del Museo di Bassano e delle Gallerie dell’Accademia di Venezia”.
“Non è escluso - dice il sindaco - che ci sia una controproposta ulteriore, un ribaltamento delle posizioni. Credo che sarà importante per la prosecuzione anche l’arrivo di un nuovo direttore dei Musei Civici.”

Ricapitolando, dunque: la Casarin prima controfirma l’atto di restituzione della Pala di Sant’Anna firmato dal segretario generale Antonello Accadia (in data 27 gennaio 2020), rispondendo alla richiesta delle Gallerie dell’Accademia (datata 9 gennaio 2020) e quindi, a margine di un incontro e sull’uscio di una sala, lo riferisce all’ignaro sindaco con una comunicazione “molto dimessa”. Così è, se vi pare.
Ma Chiara Casarin non è solo la “direttrice artistica” dei Musei Civici di Bassano.
È anche membro del comitato scientifico delle Gallerie dell’Accademia. E spunta un documento che in tutta questa storia non era ancora uscito alla luce del sole, acquisito dal consigliere di opposizione Giovanni Cunico tramite richiesta di accesso agli atti.
E si tratta proprio della lettera del 9 gennaio 2020, indirizzata “alla direttrice dei Musei Civici di Bassano del Grappa dott.ssa Chiara Casarin” e trasmessa dalle Gallerie dell’Accademia per la richiesta di restituzione della Pala.
Nella lettera firmata dal direttore Giulio Manieri Elia, e controfirmata dal “responsabile dell’istruttoria” Roberta Battaglia, si fa riferimento a una precedente riunione del comitato scientifico delle Gallerie (di cui fa parte anche la Casarin) svoltasi il 29 ottobre 2019.
È stata quella la riunione in cui si è fatto il punto sui lavori di ampliamento dell’ala palladiana del museo veneziano e che ha segnato il destino della Pala.
“Come già anticipato per le vie brevi - scrive Manieri Elia -, sarebbe per noi di fondamentale importanza esporre nella sala dedicata al Bassano la pala giovanile con l’Immacolata Concezione, opera firmata e datata 1541, il cui deposito al Vostro Museo, risalente al lontano 1956, è stato di recente rinnovato (…).”
“La lettera delle Gallerie dell’Accademia - riassume e sbotta Cunico - è del 9 gennaio e vi si parla della riunione del comitato scientifico del 29 ottobre, dove Chiara Casarin è a Venezia per prendere accordi con le Gallerie. In meno di 20 giorni parte la lettera di Accadia e Casarin che conferma la restituzione, senza che nessuno sapesse niente. La cosa grave è che il patrimonio museale in questo momento è gestito da funzionari, che si scambiano carteggi e lo fanno in piena assenza della politica.” “Questa operazione non si può gestire così, la contesto fortemente - incalza l’ex assessore alla Cultura -. Un consulente esterno non può prendere decisioni sul patrimonio.”

È il preludio a un altro momento top della commissione. Ilaria Brunelli, di #Pavan Sindaco, dichiara: “La figura chiave di tutto questo è Chiara Casarin, che trovo coinvolta in un ruolo molto antipatico di persona che con un doppio incarico attraversa entrambe le amministrazioni.” La Casarin è stata anche colei che il 25 ottobre 2018, in veste di direttore scientifico dei Musei Civici di Bassano, aveva firmato l’ultimo rinnovo della convenzione per il comodato della Pala di Sant’Anna nella nostra città.
“Quello che mi fa specie - afferma la Brunelli - è che l’atto viene sottoscritto da una figura che a quel momento ha come ruolo quello del “consegnatario”, come direttore del Museo Civico, ma contemporaneamente è anche membro del comitato scientifico delle Gallerie. Mi domando se la firma su quel documento è valida.”
La capogruppo di #Pavan Sindaco ritiene che ci siano le basi per una “contestazione giuridica” e propone di svolgere “un approfondimento giuridico sulla titolarità di Chiara Casarin a firmare il documento” che può essere “un grimaldello per farci restituire la Pala”.
“Il doppio ruolo di Chiara Casarin - rincara la dose la Brunelli - la rende esposta a letture molto antipatiche. Non c’è stata trasparenza e un comportamento onesto da parte di una figura a cui è stata affidata l’immagine di Bassano.”
“Grazie per l’interessante spunto”, commenta la presidente di commissione, e alleata di coalizione, Chiara Tessarollo. Per la maggioranza il sindaco e assessore alla Cultura Elena Pavan è immune da ogni peccato: tutti addosso, adesso, alla consulente esterna di Treviso. Ma Paola Bertoncello, ex presidente di commissione, capogruppo consiliare del PD e consigliere di lunga esperienza, dichiara e scrive idealmente su una lapide: “È disarmante la confessione del sindaco di non essere stata informata. La responsabilità di questa vicenda è politica.”

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