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Quando una serie è più efficace della realtà
Alessandro Tich
Direttore Responsabile
Bassanonet.it
Il Ponte mezzo pieno e mezzo vuoto
Tutti sul Ponte di Bassano per difendere il Tribunale e i “Sei da salvare”. Ma la gente comune, ancora una volta, ha rifiutato di fare lobby con le istituzioni e con gli avvocati
Pubblicato il 24-07-2013
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Il Ponte di Bassano in occasione della manifestazione dell'altro ieri per il Tribunale? Era mezzo pieno e mezzo vuoto. Come il proverbiale bicchiere.
Mezzo pieno, grazie al massiccio intervento dei rappresentanti della politica, delle istituzioni, degli ordini professionali, dei sindacati, delle categorie. E mezzo vuoto, dall'altra parte, per la consueta mancanza della popolazione, seppure invitata alla mobilitazione dai manifesti affissi per la città.
Non è una mia fissa, ma una constatazione oggettiva: ancora una volta i comuni cittadini, chiamati a presenziare per difendere il “loro” Tribunale, hanno marcato visita.

La manifestazione per il Tribunale e per i "Sei da salvare" vista da Angarano. Foto Alessandro Tich
Quello della riforma della geografia giudiziaria è un problema - per usare un eufemismo - che non entusiasma. E del resto, statistiche web alla mano, se gli articoli meno letti e meno commentati del nostro canale “news” sono proprio quelli dedicati al Tribunale - fatta eccezione per il nostro resoconto della manifestazione sul Ponte, che però era il fatto del giorno e in quanto tale evento “straordinario” - ci sarà un perché.
Basta cliccare sull'altro nostro articolo riguardante la lettera del governatore Zaia, sempre in merito al Tribunale, al ministro della Giustizia Cancellieri: dopo 14 ore di pubblicazione (dato aggiornato alle 10 di questa mattina) non aveva ancora raggiunto le 180 visite, con 0 commenti. Per la media dei contatti di Bassanonet per le notizie di attualità, praticamente niente.
Parliamo fuori dai denti: è vero che il Tribunale è un presidio di legalità, che i suoi risultati “economici” sono in attivo, che la sua cancellazione rischia un effetto domino rispetto alla chiusura di altri importanti uffici, che a Vicenza gli spazi risultano insufficienti per il trasloco delle strutture e del personale giudiziario dalla nostra città, che la nuova Cittadella della Giustizia - pronta a settembre - sarà una cattedrale nel deserto, eccetera eccetera eccetera.
Sono tutte questioni serie e rilevanti, ma non per questo avvertite come prioritarie dalla maggioranza dei cittadini, che di fatto hanno rifiutato di fare lobby con le istituzioni e con gli avvocati, per i quali il mantenimento del Palazzo di Giustizia in città è invece - per ragioni comprensibili - un problema di importanza vitale.
In altre parole, e detto ancora più francamente: se il Tribunale se ne va, per il cittadino medio - che non ha a che fare, se non eccezionalmente, con le carte bollate - non cambia praticamente nulla. Non è così, ad esempio, per gli imprenditori: ma alle varie manifestazioni pro-Tribunale e Procura a Bassano del Grappa, di capitani di azienda non ne ho visti poi così tanti.
Per cui la domanda mi sorge spontanea: sarà così perché, a parte gli addetti ai lavori, veramente non gliene frega niente a nessuno o perché siamo a prescindere portatori di sfiducia, ritenendo inutili proteste e manifestazioni che non avvengano perlomeno sotto le finestre di Palazzo Chigi, di Montecitorio, di Palazzo Madama o della Consulta a Roma?
Anche se, detto fra noi, neanche quelle siamo stati capaci di fare. Vi ricordate il mio editoriale, esattamente di un anno fa, intitolato “I fantastici 4” (editoriali.bassanonet.it/tich/11418.html)? Parlavo della manifestazione nazionale organizzata nella capitale dall'Anci contro la soppressione dei tribunali: in quella occasione, dal Bassanese, erano scesi a Roma “ben” quattro sindaci su 31 Comuni del circondario giudiziario di Bassano. E gli altri 27 che facevano? Tutti bloccati a casa da “improrogabili impegni”?
Per cui, questa volta, spezzo persino una lancia a favore degli avvocati: se non ci fossero loro, minacciati dal prevedibile calo di parcelle dopo il prossimo 13 settembre, qualsiasi forma di protesta o di sensibilizzazione pubblica riguardante il Tribunale di Bassano sarebbe stata molto più blanda, o pressoché inesistente.
A dire il vero, anche nelle altre città interessate al taglio dei “tribunalini” (cari “Sei da salvare”, non offendetevi se ogni tanto usiamo questa parola) la mobilitazione è stata soprattutto appannaggio dei rispettivi ordini forensi.
Ma non sono mancati i casi in cui le istituzioni e la stessa popolazione si sono fatte vedere, e soprattutto sentire.
Ha fatto storia, ad esempio, quanto successo l'anno scorso in Campania, dove circa mille persone hanno occupato lo svincolo di Sala Consilina dell'autostrada Salerno - Reggio Calabria per protestare contro la soppressione del Palazzo di Giustizia di quel Comune in provincia di Salerno.
E che dire dell'episodio di Catania, dove sempre l'anno scorso - per la cerimonia di apertura dell'anno giudiziario, presente l'allora ministro Paola Severino - gli attivisti del Comitato Antisoppressione del Tribunale di Modica (Ragusa) hanno distribuito gratis alla gente tavolette di cioccolato di Modica per dire “no”, in modo originale e gustoso, alla condanna a morte del loro presidio giudiziario?
Più pragmatici i sindaci del circondario di Napoli, che si sono uniti agli avvocati inscenando un sit-in contro la soppressione delle rispettive sedi giudiziarie distaccate nel giorno della visita del ministro Cancellieri, costringendola a lasciare il palco di un convegno per incontrare i manifestanti.
Fino al gesto del sindaco di Sala Consilina - ebbene sì, siamo ancora lì - che per protestare contro l'accorpamento del tribunale del suo Comune in quello, tra l'altro più piccolo, di Lagonegro ha scritto una lettera al presidente Napolitano restituendo al Quirinale la foto del capo dello Stato.
Insomma: da un anno a questa parte, c'è tutta un'Italia - quella delle sedi giudiziarie minori o periferiche - in costante fibrillazione, tutti per uno e uno contro tutti.
L'unica magra consolazione, almeno da queste parti, è che anche l'autostrada bloccata e le barrette di cioccolato non hanno portato a nulla: i tagli - salvo il recupero di sei tribunali, precedentemente cassati, del centro-sud - sono stati generali e incondizionati. Siamo tutti sulla stessa barca: ma l'ultima speranza - per chi ancora aspira al salvataggio in extremis del tribunale di casa propria, assieme ai tribunali “alleati” nel caso di Bassano - è quella di buttare tutti gli altri in mare.
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