Pubblicità

Connessioni Contemporanee

Pubblicità

Connessioni Contemporanee

Alessandro TichAlessandro Tich
Direttore Responsabile
Bassanonet.it

Attualità

Pensieri a mezz’asta

Tragedia di Mestre: perché è un dramma che ci appartiene, indistintamente

Pubblicato il 04-10-2023
Visto 10.107 volte

Pubblicità

Connessioni Contemporanee

Quando si scrive di una tragedia come quella accaduta ieri sera a Mestre, per commentarla in qualche modo e non per fornire aggiornamenti di cronaca, è sempre difficile trovare le parole.
C’è il rischio di riempire il testo con delle frasi a vuoto.
È inutile infarcirlo di “purtroppo” e di “sfortunatamente” ed è inutile aggiungere aggettivi come “terribile”, “sconvolgente”, “agghiacciante”: la parola “tragedia” dice tutto.

Bandiere a mezz’asta sul municipio di Bassano per la tragedia di Mestre (foto Alessandro Tich)

Bassanonet si occupa della città di Bassano e del comprensorio bassanese e pedemontano, ma ci sono notizie che abbattono i confini territoriali nel momento in cui si abbattono anche nella coscienza di tutti noi.
In più, passando oggi in piazza Libertà e vedendo le bandiere a mezz’asta sulla facciata del municipio, per i tre giorni di lutto regionale decretati a seguito della disgrazia, mi sono reso ulteriormente conto di come questo dramma ci appartenga, indistintamente.
Personalmente mi sento ancora più coinvolto da quanto è successo - e un giornalista non dovrebbe mai esserlo - perché a Mestre ci ho abitato per quasi trent’anni, in una via laterale di Corso del Popolo, a poche centinaia di metri di distanza dal cavalcavia dell’incidente. Quando da Mestre centro si deve andare a Venezia in macchina o in bus ci si passa sotto, guardando a destra i binari della stazione ferroviaria.
Il cavalcavia è un saliscendi rettilineo, che a un certo punto presenta un semaforo.
Al semaforo, provenendo da Venezia, svoltando a sinistra si prosegue per via Fratelli Bandiera, la strada che porta a Marghera, destinazione dell’autobus della morte.
Andando dritti si raggiunge invece la tangenziale oppure l’autostrada.
Ed è proprio all’altezza della biforcazione che l’autobus ha virato improvvisamente a destra, ha sfondato il guard-rail, è volato nel vuoto e si è schiantato in basso a ruote in su, incendiandosi.
Mentre - nel momento in cui scrivo - i 21 morti e due dei 15 feriti non hanno ancora ufficialmente un nome, saranno poi le indagini della magistratura a stabilire l’esatta dinamica dell’incidente, nell’auspicio che se ne capisca anche la causa.
I mezzi per farlo ci sono: le testimonianze dei sopravvissuti, i riscontri dei testimoni oculari (c’era un altro pullman dietro a quello volato in basso), l’analisi della “scatola nera” dell’autobus incendiato, le videoriprese delle telecamere stradali, gli esami di medicina legale.
Sono le notizie che riempiranno la cronaca ancora nei prossimi giorni, consultabili anche su Bassanonet, sulla fascia blu in alto, alla voce “Ultimora - Veneto”.
Queste sono le ore del lutto e delle dichiarazioni per la stampa sulla tragedia di Mestre che arrivano da ogni dove, intasando la casella di posta elettronica della redazione: segno tangibile di una regione, comprensibilmente, in stato di choc.
Ieri sera ho seguito le varie dirette in televisione dal luogo della disgrazia, rimanendo incollato al video fino alle due di notte. Sono quelle cose più grandi di te che ti fanno venire in mente a botta calda i pensieri più banali, perché pensieri primordiali: la fatalità del caso, la follia della sorte, l’assurdità del destino. Ponte Morandi a Genova insegna.
E più una tragedia appare inconcepibile e illogica, come questa, più se ne vuole ricercare subito, altrettanto illogicamente, una spiegazione.
Come se non bastasse, per quanto mi riguarda davanti a quelle immagini di lamiere, sirene, ambulanze e vigili del fuoco si aggiungono le inquietudini accessorie: pensi a tutte quelle volte che hai viaggiato in un pullman, a tutte quelle volte che hai messo i tuoi figli a viaggiare in un FlixBus, a tutte quelle volte in cui in auto - anche recentemente - sei passato su quello stesso cavalcavia e nella stessa direzione.
In momenti come questi non sei più un giornalista, o un operaio, o un ingegnere, o un commerciante oppure quello che preferite voi.
Sei solamente un essere umano, nudo e smarrito di fronte all’inspiegabile evidenza.

Pubblicità

Connessioni Contemporanee

Più visti

1

Politica

04-09-2025

Fratelli d’Itaser

Visto 10.865 volte

2

Attualità

06-09-2025

Volpe del deserto

Visto 10.410 volte

3

Cronaca

06-09-2025

Guerra civile

Visto 9.626 volte

4

Attualità

05-09-2025

Colpo al cuore

Visto 9.611 volte

5

Politica

05-09-2025

Te podevi taser

Visto 9.274 volte

6

Attualità

04-09-2025

Compito in classe

Visto 9.181 volte

7

Attualità

08-09-2025

Cristo si è fermato a Pove

Visto 8.977 volte

8

Attualità

05-09-2025

Il Touch giocoso

Visto 8.724 volte

9

Attualità

08-09-2025

A più non pozzo

Visto 8.485 volte

10

Cronaca

08-09-2025

Condanna della follia

Visto 8.339 volte

1

Politica

19-08-2025

Scuola di polizzia

Visto 14.041 volte

2

Attualità

13-08-2025

Casino Municipale

Visto 11.894 volte

3

Attualità

22-08-2025

Odore di rivolta

Visto 11.706 volte

4

Attualità

18-08-2025

Si avvicina il bel tempo di Connessioni contemporanee

Visto 10.986 volte

5

Politica

04-09-2025

Fratelli d’Itaser

Visto 10.865 volte

6

Politica

23-08-2025

Non ci resta che taser

Visto 10.846 volte

7

Politica

14-08-2025

Azzurro e Green

Visto 10.830 volte

8

Attualità

21-08-2025

Il nostro tempo libero: fatto in serie?

Visto 10.825 volte

9

Politica

29-08-2025

Fuga di Gaz

Visto 10.765 volte

10

Politica

03-09-2025

Se il progetto non Thiene

Visto 10.527 volte

Connessioni contemporanee
Un dialogo col presente

4-11-18 Settembre 2025

3 appuntamenti in sala Martinovich a Bassano per parlare di Serie TV, Intelligenza Artificiale e dinamiche giovanili