Connessioni contemporanee
Un dialogo col presente
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Marco Polo
Giornalista
Bassanonet.it
Pubblicato il 23-08-2017
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La sua ultima gara ufficiale è stata contro il Bassano. Era il 24 maggio 2015, al Città del Tricolore di Reggio Emilia, andata della semifinale playoff. Avversario diretto Simone Iocolano. A Cristian Andreoni da lì a poche settimane sarebbe caduto il mondo addosso. A 23 anni e con una carriera in ascesa davanti a sé si è trovato a fare i conti con una sentenza di squalifica per quattro anni causa doping. È lo stesso ragazzo a raccontare i fatti alla Gazzetta di Reggio: «Io, come altri sportivi, prendo degli integratori, ad esempio aminoacidi. Prodotti che sono liberamente in vendita. Tra l’altro in 3 anni ho sostenuto 8 controlli antidoping e dunque sapevo benissimo di essere controllato. In una circostanza mi sono rivolto a un sito italiano, con sede a Trieste, e non sapevo che importasse prodotti dalla Slovenia. Tra quelli che ho comprato ce n’era uno indicato come un integratore che favorisce il recupero. Sulla confezione c’era soltanto il nome di una molecola, nome che non compare per nulla nella lista delle sostanze proibite dove invece c’è scritto che sono vietati i modulatori ormonali metabolici. Non sapevo minimamente cosa fossero né che quello che avevo comprato fosse un farmaco dopante che appartiene a questa categoria. Ho sempre vissuto per il calcio, la sentenza di quattro anni voleva essere esemplare. Quantomeno in appello sono state valutate positivamente le mie ragioni e la pena è stata dimezzata».
Il tempo è spesso galantuomo, non è stato semplice rimanere un anno e qualche mese lontano dai campi (fino all’autunno 2015 è rimasto ad allenarsi con la Reggiana) ma la luce in fondo al tunnel è arrivata per un terzino che porta in dote un elemento non molto diffuso nella rosa giallorossa: la fisicità. Giuseppe Magi ha avuto modo di valutarlo sul campo e approvare la carica motivazionale prima di dare il proprio benestare alla contrattualizzazione. Anche perché per lo stesso ruolo di laterale destro basso scalpitano Bonetto e Bortot. Peraltro Andreoni arriva dal Lugano, serie A elvetica, formazione che l’ha tesserato immediatamente al termine della squalifica a maggio, quindi ha effettuato tutta la preparazione estiva. Insomma, l’identikit non è quello di una primissima scelta come poteva essere Garufo, ma della classica scommessa di quelle che di solito Werner Seeber vince. Per dirne alcune ricordiamo come Laurenti arrivasse dalla serie D, Furlan non avesse mai brillato prima di vestire il giallorosso, Semenzato non aveva mantenuto le promesse e lo stesso Barison ha le qualità per essere uno dei migliori centrali della categoria. Le scommesse si possono vincere o perdere e Andreoni è una scommessa su cui vale davvero la pena puntare. Di sicuro lui, visti i trascorsi, ci metterà anche l’anima.
Il sorriso di Andreoni. Per lui Bassano è un nuovo inizio
Eh sì, il terzino milanese, già compagno di Toninelli al Milan, ha il fuoco dentro. Anche perchè è un atleta che vive per il suo sport. Gli hobby stanno a zero, nella sua testa c'è solo il pallone e da qualche giorno due colori, il giallo e il rosso: «Ho sempre curato ogni aspetto della mia attività. Da marzo mi allenavo con il Lugano dove mi ha cercato un responsabile tecnico ex Reggiana. In precedenza mi recavo giornalmente in un centro a Bergamo per giocatori svincolati. È stato un periodo durissimo, specie quando mi capitava di lavorare da solo. Vabbè, lasciamoci tutto alle spalle. Le difficoltà mi hanno temprato, non voglio più pensare al passato. Posso solo dire che ho sperato con tutto il cuore che il Bassano mi desse questa opportunità. Caratteristiche? Sono un terzino di spinta che si mette a disposizione della squadra. Obiettivi? No sta a me dirlo. Qui c'è un gran bel gruppo con tante qualità. Il derby? A Vicenza allena una gran brava persona che è mister Colombo tuttavia sono già cominciati gli sfottò con Crescenzi, difensore in forza ai biancorossi è mio compagno a Lugano».