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Marco Polo
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Esonerato D’Angelo. Motivi e conseguenze
Il tecnico paga per tutti. Decisione maturata dopo la figuraccia di Pordenone e le tre sconfitte. La situazione è ingarbugliata, le opinioni sono le più disparate e tirano in ballo anche la scietà. In pole per subentrare Bertotto e Carboni
Pubblicato il 28-02-2017
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Una pioggia di gol mette fine alla convivenza tra il Soccer Team e Luca D’Angelo. La decisione era parsa molto plausibile già nell’osservare il Pordenone dilaniare il Bassano. Per carità, noi continuiamo a dire che la partita è svoltata nel momento in cui l’arbitro ha cacciato Zibert e i neroverdi hanno trovato due gol rapidissimi. Ferita che fa sanguinare perché rinfresca la memoria sulla scellerata decisione di espellere Bizzotto contro il Modena. D’altra parte però la marea di gol subiti (ben undici contro zero reti a favore nelle ultime tre partite) è una colpa che vanifica inevitabilmente ogni sforzo. Il Bassano ha perso la bussola, l’ha ritrovata ma poi l’ha smarrita di nuovo. La cacciata del tecnico e del suo vice Taddei, scelta che la squadra ha subìto con un certo sbigottimento visto il legame che si era creato con il mister e il suo staff, deve responsabilizzare tutti. Dal di fuori circolano varie versioni e opinioni. La maggior parte della tifoseria si è scatenata contro il mercato di gennaio. Un'altra opinione credibile e seria adduce che dalla rosa giallorossa si è spremuto lo spremibile, che il gruppo è già andato oltre le proprie possibilità e che quindi il calo successivo è inevitabile. Noi non siamo nettamente persuasi né dall’una né dall’altra anche se un fondo di verità c’è in entrambe le opinioni. È vero che Zibert al momento vincerebbe per distacco il bidone d’oro, involuzione imprevedibile, e che il voltafaccia di Bobb costa caro, eppure nemmeno il miglior Falzerano avrebbe evitato l’imbarcata del Bottecchia. Cavagna non aveva giocato praticamente mai. In secondo luogo non crediamo di essere i soli ad aver ammirato un gioco favoloso, una pericolosità continua e un’intensità martellante nei primi due mesi di campionato. Se una squadra raggiunge certi picchi, primeggia (primeggiava) negli scontri diretti, staziona in vetta alla classifica, detiene a lungo il miglior attacco del campionato facendo coesistere fior fiore di giocatori offensivi vuol dire che ci sono dei valori. No, non può essere un caso. Ci rifiutiamo di crederlo. E quindi? Ben venga la scossa data dal cambio di guida tecnica, pur dolendoci per una persona meritevole e seria come Luca D’Angelo che beninteso paga per tutti. Bisogna davvero resettare tutto, ripartire dalla riorganizzazione da una fase difensiva che attualmente è contraddistinta da numeri impietosi e pure pietosi. I problemi sono iniziati con gli infortuni a centrocampo, da allora la mediana è un reparto allo sbando totale. Il ritorno a pieno regime di Proietti è fondamentale così come il recupero di un centrocampista che non sia nullo com’è nullo Zibert in questo momento. Ma chi? Bianchi? Bernardi? No, però Bernardi con la 10 è come vedere Zapata capitano del Milan. Ci vuole rispetto per certe casacche anche se qualcuno che l’ha indossata per lunghi anni e preso lautissimi stipendi dal BV ha dimostrato che mai passione è stata peggio riposta. Speriamo per il futuro di non vedere più la fascia sul braccio di qualche badieruola del genere.
La scelta. Per la prima volta nei cinque anni da quando è tornato in giallorosso Werner Seeber si trova a dover cambiare allenatore in corsa. Questo la dice lunga sui risultati ottenuti sotto la guida del dirigente di Brixen. D’altra parte ogni estate si è tenuto un casting, i tempi ora sono fatalmente più brevi ed entro poche ore deve essere individuata la nuova guida tecnica. Tra i nomi che circolano c’è quello di Valerio Bertotto, presente al Bottecchia, ma tecnico dall’esperienza piuttosto limitata avendo allenato brevemente solo due club, Pistoiese e Messina. L’altro nome forte è quello di Guido Carbone, oltre 200 panchine in serie B per lui ed ultimamente ex allenatore della Robur Siena. Ottime referenze porterebbe in dote Fabio Rossitto, subentrante a Pordenone e Cremona con ottimi risultati nelle ultime due stagioni.

Stefano Rosso e Luca D'Angelo a confronto. Il pres ha sempre speso parole di stima per l'allenatore pescarese
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