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Marco PoloMarco Polo
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Calcio

Girone B, attenti a quei due

Impossibile fermare l’onda lunga della vittoria sul Pordenone. Grande soddisfazione in città e nella dirigenza. Modulo vincente e interpreti affamati, combinazione vincente. Minesso e Fabbro in copertina

Pubblicato il 10-10-2016
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Con negli occhi ancora la prestazione superba, vittoria resa ancor più bella perché sul finire sofferta contro il Pordenone, è giusto soffermarsi sugli uomini copertina della vittoria giallorossa più bella di questo campionato. Luca D’Angelo non finisce di sbalordire e l’impressione è che sia come la trama di un libro appena iniziato: ancora tutta da scoprire. Bene, Mattia Minesso è la punta dell’iceberg, è la personificazione del nuovo schieramento pensato dall’allenatore. Parliamo di lui ma non per sminuire gli altri tre centrocampisti Proietti, Falzerano, Laurenti, strepitosi con dei distinguo: se il vice capitano non fa nemmeno più notizia (fa notizia dire che il Ponte di Bassano è emozionante?), Falzerano più di Laurenti meritano un leva cappello per un adattamento così efficace al ruolo di interno di centrocampo. Minesso, lo spacca partite, da vertice alto del rombo ha dato veramente fastidio al Pordenone, anche Tedino ammette a fine gara come i suoi siano andati in difficoltà per la scelta tattica di D’Angelo. Inoltre da quella posizione il 26enne di Piazzola sul Brenta ha la possibilità di liberare il suo proverbiale sinistro, un tiro letale, già quattro i gol per lui e un paio di legni. A beneficiarne maggiormente sono stati Grandolfo e Fabbro, entrambi spesso chiamati in causa e molto pericolosi. Ma come mai l’interpretazione del nuovo schema è venuta così bene? Forse anche perché nel 4-4-2 base D’Angelo già chiede a Minesso e Falzerano di accentrarsi per creare il buco nel quale si infilano i terzini. La conseguenza è che la domenica mattina il Soccer Team si è risvegliato con la consapevolezza di aver trovato un’alternativa di gioco estremamente funzionale e da prendere in considerazione in base alla partita da affrontare. È lo stesso Minesso a sviscerare degli altri punti di forza: «In questa rosa ci sono tanti bravi giocatori ed è estremamente positivo saper giocare in maniera diversa anche nel corso della stessa partita. Ad esempio con questo modulo posso giocare trequartista io ma anche Rantier e Candido. Combinando tutti questi fattori ne esce una ricchezza non usuale di alternative e possibilità per far si che il Bassano possa essere il più possibile pericoloso ed imprevedibile. Tirando le somme, l’abbiamo preparata bene e siamo riusciti a portare in campo tutto ciò che abbiamo preparato. Non ultimo abbiamo dimostrato che giocando con gli attributi e se tutti danno quel qualcosa in più possiamo tener testa a chiunque».

La vipera. A mettere il sigillo ad una gara d’alto livello ci ha pensato Fabbro. Ieri parlavamo di «possibile partita della svolta» perché certe gare fanno cambiare la percezione delle cose, in campo la squadra è più sicura quindi più convinta quindi propensa a superare i suoi stessi limiti. I sentimenti negativi vengono cancellati ed in campo, anche di fronte alle difficoltà, nulla appare impossibile. Aggiungiamo in particolare: l’aver evitato la possibilità di venir staccati di sette punti dal Pordenone significa aver evitato un possibile contraccolpo negativo. Di per sé una svolta. Chiuso l’inciso torniamo a Fabbro, all’attaccante che con una magia ha dato una bastonata al tentativo di rimonta dei ramarri: «Era importante vincere lo scontro diretto. Il modulo ha funzionato a meraviglia anche perché sorretto dalla giusta mentalità. Sono felice di aver fatto gol ma sapete qual è la cosa più bella? Aver toccato con mano con quanta partecipazione, con quanto entusiasmo, con quanta adrenalina anche i compagni in panchina stessero vivendo quei momenti. I grandi gruppi si vedono nei fatti e noi lo siamo».

E chi lo tiene Michel Fabbro dopo un gol del genere in uno scontro diretto? (foto Sportube)


Postilla. Alla luce di un’attenta analisi delle immagini si può affermare che gli episodi che hanno fatto infuriare il Pordenone siano stati giudicati in maniera corretta dalla terna arbitrale: nessun fallo di mano di Barison, gol giustamente annullato a Pietribiasi per fuorigioco.

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