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Marco PoloMarco Polo
Giornalista
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Calcio

Bel Soccer Team ma non rimane che stringere i denti

Il Bassano torna da Pavia con un punto intriso di rimpianti. I giallorossi si battono alla pari con i lombardi, falliscono diverse chance, tra cui un rigore, e chiudono in dieci per l’espulsione di Proietti

Pubblicato il 14-11-2015
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PAVIA – BASSANO 1-1

AC Pavia 1911 (3-5-2): Facchin 7; Abbate 5,5, Siniscalchi 6,5, Malomo 5,5 (40’ st Del Sante sv); Ghiringhelli 7 (5’ st Marino 6 ), A. Marchi 6, Carraro 6, Bellazzini 6, Cristini 6 (42’ st Pavan sv); Ferretti 5, Cesarini 7.

A disp.: Fiory, Biasi, A. Cristini, Martin, Cardin, Sabato, La Camera, Anastasia, Grbac. All. Marcolini

Bassano Virtus (4-2-3-1): Rossi 6; Toninelli 6,5, Martinelli 6,5, Bizzotto 6,5, Stevanin 6; Davì 6, Proietti 6,5; Falzerano 6 (24’ st Cenetti 6), Misuraca 6,5, Iocolano 5,5 (33’ st Pietribiasi sv); Germinale 6 (42’ st Zanella sv).
A disp.: Costa, Bortot, Gargiulo, Voltan, Fella, Candido. All.: Sottili

ARBITRO: Giovani di Grosseto
RETI: 24’ pt Germinale(BV), 2’ st Cristini (P)
NOTE: -
SPETTATORI: 1200
AMMONITI: A. Marchi, Ghiringhelli, Davì, Germinale, Abbate, Iocolano, Proietti, Carraro, Facchin, Rossi
ESPULSI:
ANGOLI: 4-3
RECUPERO: pt 0’; st 4’

Pavia. Mannaggia, mannaggia, mannaggia. Che il Bassano moralmente annichilito da due sconfitte consecutive non fosse una squadraccia incapace di giocare lo capiva qualsiasi osservatore non smosso da sentimenti o passioni (p.s. Pro Patria-Reggiana 0-0). Che le due fragorose cadute fossero fragorose solo nel risultato ma non nel merito idem. Quindi non sorprende per nulla che i giallorossi scendano sul campo del Pavia per giocarsela a viso aperto, riuscendo nel primo tempo a mettere sotto i lombardi in casa loro e creando quattro palle gol limpide a zero. Però al triplice fischio girano le scatole e girano parecchio. Chi parla non è il pareggio di Pavia, accettabilissimo alla vigilia, ma il dispiacere per le due sconfitte precedenti e una serie di episodi che anche stavolta giocano contro ai porta colori della città del Grappa. Partiamo dal pareggio pavese, arrivato alla prima opportunità dei padroni di casa, ad inizio ripresa; passiamo per una serie di ammonizioni discutibili e di queste la prima di Proietti che causerà la successiva espulsione fa ridere (ok difendere lo spettacolo e che Cesarini è un fenomeno, ma non può essere che ad ogni fallo da lui subìto scatti il giallo. Ora Proietti sarà costretto a saltare anche il Cittadella…), continuiamo con un rigore sacrosanto non fischiato a Iocolano e finiamo questo harakiri in salsa giallorossa con il rigore sbagliato da Germinale, a 7’ dal termine e con il Bassano già ridotto in inferiorità numerica. Eh si le scatole girano a mille. Una vittoria nello scontro diretto contro la formazione di Marcolini – per inciso la vittoria rubacchiata al Mercante dal Pavia alla prima dello scorso torneo fu caratterizzata da un rigore sbagliato da Nolé e dall’espulsione di Bizzotto – avrebbe permesso di recuperare in parte quanto scialacquato con Pordenone e Mantova e consentito di ricaricare le pile dell’autostima in vista del sentito primo storico derby di campionato con la fuoriserie Cittadella. Il bicchiere alla fine è sicuramente mezzo pieno – la consistenza della prestazione viene prima di tutto –. Però nell’animo della squadra e dei tifosi del Bassano, almeno per una sera, c’è un incontenibile movimento di magma ardente di rabbia e rimpianti.

A razzo. Per tentare di trovare la via d’uscita dall’Ade, Stefano Sottili getta da subito nella mischia del Fortunati l’esperienza di Martinelli e la forza d’urto di Davì, Misuraca e Germinale. Piccoli grandi cambiamenti per rinfocolare lo spirito dei suoi nel momento più delicato, fin qui, della stagione. Se le ultime due sconfitte hanno lasciato delle scorie, queste non si notano affatto. L’approccio alla contesa è imperniato nella solita, rabbiosa, voglia di praticare un calcio aggressivo, ficcante, ma quando serve anche ragionato. I giallorossi sono pervasi da una gran voglia di dare battaglia, di essere più forti anche degli episodi che tanto cari sono costati con Pordenone e Mantova. Che in campo ci sia quel pizzico di cattiveria in più, quella che serve per vincere la palla contesa o per intervenire quel decimo di secondo prima dell’avversario che fa la differenza, è lampante. Il resto lo fanno gli spazi che una squadra come il Pavia, preoccupata di giocare piuttosto che impedire il gioco altrui, lascia ai ragazzi di Sottili. Ne vien fuori una bellissima partita, giocata da due delle migliori squadre del campionato. Come contro il Mantova, Falzerano parte forte – ma sparisce alla distanza – ed infatti dalla destra arrivano, in collaborazione con le sovrapposizioni di Toninelli, la leadership di Misuraca e il punto di riferimento fornito da Germinale, i maggiori pensieri per la difesa pavese. Cesarini è molto più presente nell’anima della squadra di quanto lo sia in questo momento Iocolano, intorno al fantasista azzurro Sottili costruisce una sorta di gabbia che tante volte è costretta al fallo. L’equilibrio è spezzato al 24’, il Bassano si porta meritatamente in vantaggio grazie ad un bolide da fuori area di Germinale. Passa un minuto e ancora il centravanti spara in porta ma stavolta trova il corpo di Abbate ad impedirgli di trovare l’immediato raddoppio. La rete non cambia granché la contesa da un punto di vista tattico. Il Pavia prova a manovrare qualcosa di più ma il Soccer Team non concede tanti metri di campo e comunque è sempre concentrato e determinato nel riversarsi nella metà campo avversaria. In chiusura della prima frazione il Bassano va due volte vicino al raddoppio: al 38’un gran cross di Iocolano libera Falzerano a tu per tu con Facchin ma l’ex Pistoiese al volo spara alto e al
39’ Germinale sfiora con i tacchetti un pallone messo da Proietti a due metri dalla porta a seguito di uno schema su punizione. Al 45’ sono quattro le palle gol di marca giallorossa a zero.

Apriti cielo. Il Soccer Team rientra in campo con il morale alto ma la botta che toglie il sorriso dalla bocca dei sostenitori bassanesi arriva al 3’. Ghiringhelli si propone sulla sinistra, salta Stevanin e lascia partire un traversone lunghissimo che scavalca tutta la difesa ma non Cristini. L’ex Real Vicenza, mai visto per tutto il primo tempo, insacca da due passi alla prima vera occasione dei padroni di casa. Ghiringhelli, tra l’altro, nell’occasione s’infortuna e deve lasciare il campo. Il Pavia ci prova con i cross, quei cross che il Bassano ha spedito in quantità nell’area del Mantova senza esito diventano bocconi avvelenati per i ragazzi di Sottili. Sfruttando il momento di sbandamento giallorosso, Malomo sfiora il 2 a 1 ma poi torna avanti la formazione di Bassano del Grappa. La reazione all’ingiustizia si concretizza al 17’ quando Iocolano viene toccato sul piede da Malomo in scivolata. Sarebbe rigore, non per l’arbitro che non concede nemmeno il corner! Poi Abbate entra a piedi uniti su un giallorosso, impedendo il possibile contropiede. Abbate, già ammonito, viene graziato. Questi errori arbitrali non sono alibi, sono macigni nell’economia di un match che è contraddistinto dall’equivalenza delle forze in campo, come in tutti i big match che si rispettino. Al 24’ Sottili cambia la veste tattica della sua squadra inserendo Cenetti per Falzerano e impostando un inedito rombo con Misuraca a supporto di Germinale e Iocolano. Al 33’ entra Pietribiasi per il capitano ma non c’è tempo per capire se la coesistenza tra i tre d’attacco funzioni perchè due minuti più tardi l’arbitro sventola a Proietti il secondo giallo. La strada si fa in salita ed irta di ostacoli ma solo perché non si può prevedere il pasticcio pavese che regala ai ragazzi di Sottili un calcio di rigore. Germinale va a prendersi la palla ma calcia malissimo. Mani nei capelli, mani sul volto, mani dove volete. L’assalto finale del Pavia non produce effetti. Finisce 1 a 1. Meglio non pensarci più.

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