Connessioni contemporanee
Un dialogo col presente
4-11-18 Settembre 2025
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Marco Polo
Giornalista
Bassanonet.it
Primo piano
Pubblicato il 28-10-2015
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La nuova stagione ha portato in dote un difensore centrale non solo di grandissima prospettiva ma anche dal presente radioso. Alberto Barison è entrato nel mondo giallorosso in punta di piedi ma ha finito per far convergere su sé stesso unanimi consensi. Di lui si dice che è «un toro» per l’esplosività e la forza bruta, Sottili sostiene che è il giocatore che maggiormente è cresciuto sotto la sua gestione, gli avversari ne hanno eufemisticamente apprezzato le doti sulle palle inattive e la sicurezza con la quale compone, ora con Bizzotto, ora con Martinelli, la coppia centrale della seconda difesa meno battuta del campionato. Se dovessimo azzardare un paragone, senza rimuginarci troppo a lungo, lo accosteremo ad un ex giallorosso oggi in forza al Cittadella: Filippo Scaglia. Rispetto al centrale scuola Torino, chiusa l’esperienza con la Primavera (è cresciuto nel Padova), ha trovato un paio d’anni più tardi la maglia da titolare – Scaglia titolare 19enne in C1, Barison titolare de facto a 21 – essendo stato tuttavia in forza a squadre in lotta per la promozione come Perugia e Ascoli. Ciò non toglie che l’intuizione di Werner Seeber sia stata geniale, il resto ce l’hanno messo il mister e i compagni come ammesso dallo stesso difensore: «Sinceramente non pensavo di trovare da subito tutto questo spazio – spiega Barison – io ci ho messo del mio ma sono stato aiutato in modo straordinario dalla fiducia dell’ambiente nei miei confronti. I compagni mi hanno accolto come se mi allenassi con loro da una vita, il mister è prodigo di attenzioni e consigli come pure Martinelli. Daniele mi sta dando una grossissima mano sia in campo che dopo avermi osservato in partita mentre era fuori a causa dell’infortunio che l’ha costretto ai box».
Giornata da brividi. Una delle principali forze del presente ciclo del Bassano Virtus è senza dubbio stata la capacità di evitare i voli pindarici per sposare una linea molto più prosaica, umile. Il credo «pensiamo ad una partita per volta» è un comandamento facile da enunciare, più difficile da mettere in pratica soprattutto quando sei primo in classifica e sei particolarmente giovane. Parte consistente del merito va sicuramente attribuito al tecnico di turno (Petrone, Asta, Sottili), un’altra parte alla cultura di lavoro del gruppo ed infine ad un atteggiamento mentale (fame, concentrazione, dedizione a stare sempre sul pezzo) che caratterizza le grandi squadre. Non si rimane tre anni di fila primi in classifica se manca tale prerogativa. E anche nell’incontro contro la Pro Patria, valutata secondo diversi o meglio divergenti punti di vista nello spazio dedicato ai commenti, si è visto un Soccer Team tutt’altro che sbruffone, superficiale o con la mollezza tipica di chi sottovaluta l’avversario (questo forse si è visto un minimo nel primo tempo di Gorgonzola…). Tutt’al più il giropalla è stato un pizzico troppo lento o è mancata la capacità di saltare l’uomo che sono sì difetti – al netto dei meriti della prova tutta cuore e orgoglio dei bustocchi – ma non difetti imputabili a mancanza di amor proprio e voglia di lottare con tutte le proprie forze. Ora tocca al Pordenone, in trasferta, ed è un impegno di difficile lettura. I friulano hanno una classifica quasi sorprendente ma che poteva essere strepitosa senza la sconfitta in casa del Lumezzane e il pareggio subito nel recupero contro il SudTirol. Però è anche vero che i neroverdi dell’ex Cattaneo hanno fin qui incrociato quasi solo formazioni di media-bassa classifica. Staremo a vedere. A proposito, gli amanti delle emozioni (calcistiche) forti non possono perdere la supersfida tra il Cittadella, reduce da una sconfitta, e un’Alessandria in gran rilancio (tutte le gare sono trasmesse in diretta streaming sul sito Sportube). Peccato che l’altro incontro dai contorni simili, Pavia-Padova, si giochi in contemporanea con la partita dei giallorossi, sabato alle 20:30.
Alberto Barison controlla da vicino il bomber dell'Alessandria Riccardo Bocalon (foto Claudia Casarotto)