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Eccolo qui, don Tonino, che dietro quel volto che trasuda innata simpatia e bonomìa nasconde uno spirito da trincea, da combattente nato, da gladiatore dell'arena, tutto sudore e sangue. Lui, poster vivente del celeberrimo spirito granata era il profilo migliore, probabilmente l'unico per raccogliere l'eredità di Petrone senza farlo rimpiangere. Che non significa affatto dover fabbricare un altro torneo lancia in resta come il precedente - al piano di sopra cambia il mondo, bellezza - tuttavia abbiamo la certezza che dovendo andare in guerra, Asta sia il colonnello più indicato con cui sparare le prime raffiche. Il Mondiale ci ha insegnato che procede chi ha fame e motivazioni in quantità industriale e anche chi vanta grandi griffe, passa a fatica e soltanto a maniche rimboccate. E' il nuovo football, quello della corsa e della rincorsa, dell'intensità, quello che di fatto ha pensionato il tiki-taka spagnolo e bocciato il nostro palleggio a scimmiottarli. Il fraseggio avrà sempre futuro, se però accompagnato da accelerazioni brucianti e improvvise, cambi di passo e di gioco, ripartenze immediate e se soprattutto sarà sorretto da una condizione atletica smagliante, ciò che noi in Brasile avevamo lasciato sulla spiaggia del Portobello Resort, forse. E invece Asta, sul campo 2 campionati vinti su 2 col Monza (il primo cancellato da 6 punti di penalizzazione, ha all'istante il fuoco dentro. "Il mio calcio è fatto di aggressività e tempra - riconosce - poi però voglio verticalizzazioni in area per arrivare sottoporta il più velocemente possibile. E' vero, le mie squadre sputano sangue, a Monza sono arrivato che c'era un ambiente spento e depresso che allo stadio c'andavano in 200. Quando sono andato via in gradinata erano quasi in 3 mila con una curva rinata. Qui so che pur non essendoci una folla strabocchevole, c'è passione e attaccamento. Beh, farò tutto quello che è nelle mie corde per riempire il Mercante. Di sicuro - sottolinea - non ci poniamo limiti, il traguardo è la salvezza, le rivali agguerritissime e ci attende una B2 più che una C unica, eppure miriamo a provare a rompere le scatole a tutte quante". Spiega la scelta. "Ho voluto Bassano e sin dal primo incontro ho capito che sarei stato giallorosso. I nomi, le piazze di tradizione e i progetti sbandierati non mi incantano più. Adesso fanno fede le persone e la serietà del club, non importa se c'ha passato oppure no. Bassano è il meglio in assoluto per solidità e garanzia di programmi. Per questo sono qui". Stefano Rosso vorrebbe il Soccer Team nel girone nord, dove ci sono più derby. "Tuttavia un avversario del centro Italia mi piacerebbe proprio: l'Ascoli di Petrone...". Werner Seeber infine lancia i consigli per gli acquisti. "Prenderemo due centrali difensivi, due mediani, un terzino di ricambio, un esterno d'attacco e una se non addirittura due punte. Ma qualcuno di loro sarà integrato dalla Berretti". Dove da ieri si è accomodato Michele Baldi, proveniente dalla panchina degli Allievi. "Voglio che Bassano sia fiera della sua squadra", chiosa Asta. L'orgoglio per lui, granata sottopelle, non scende mai in cantina.
Il Bassano si affida in panchina al carattere di Tonino Asta (FOTO ROBERTO BOSCA)
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