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Sino a primavera lassù correvano come forsennati, neanche stessero inseguendo il treno. Adesso che questo treno si è fermato non ci vuol salire più nessuno. Comico paradosso del torneo più strampalato dell'utimo decennio: ora che lo striscione sul rettilineo di arrivo è lì in bella vista, sono tutti presi fra mille convenevoli: "Prego, vai avanti tu". "Ma ci mancherebbe, non lo consento". Insomma non si permette nessuno e il Savona che ne fa una buona e tre no è ancora solissimo al secondo posto ad un alito della C1, perchè appunto là dietro non c'è chi è in grado di ammollare la zampata. Curioso se non fosse faccenda serissima e il Bassano peraltro è uno dei primi indiziati di complicità a questo pericoloso lassismo di massa.
EPPUR SI MUOVE: Tuttavia procediamo controcorrente e stavolta ci schieriamo a difesa dei giallorossi, accusati dai più di aver fatto flanella e traccheggiato oltremodo nello 0-0 con la capolista Pro Patria. Dissentiamo in toto: una squadra reduce da due rovinose labbrate sui denti, la prima gigioneggiando oltre il lecito, la seconda attaccando a tutto spiano, ma perdendo in entrambi i casi, ha intelligentemente realizzato che sarebbe stato da sciagurati andare allo sbaraglio con la Pro per poi farsi impiombare alla prima sbavatura da quei drittoni. Ha limitato i rischi, messo il silenziatore all'attacco più fragoroso del campionato, una prima linea da due gol a partita di media, facendosi preferire per volume di gioco e qualità di occasioni. E soltanto un destino rio, sottoforma dell'ennesimo palo interno stagionale timbrato da Corrèa con annessa rocambolesca carambola ha strozzato l'urlo in gola ai virtussini. Una perfetto anticipo di playoff, rimpianto incluso. Un match vissuto sulla scacchiera che se fosse stato replicato a Casale e Savona, oggi Bassano sarebbe la più seria candidata a seguire Busto Arsizio in C1 e non invece ad arrabbattarsi di rincorsa a caccia di un posto al sole sulla griglia degli spareggi. Il punto tiene in scia il Soccer Team, quinto e pienamente dentro la sestina che si giocherà la postseason, pure se le due ultime puntate di stagione regolare a Forlì e in csa con Milazzo odorano di imboscata.
CORREA PENSA POSITIVO: Il magno argentino archivia il capitolo della Pro Patria (i coracci destinati al giallorosso dagli ultrà bustocchi sono costati 500 euro di ammenda al club lombardo) e traguarda tutto al duello in Romagna. "Forlì è a mio avviso la squadra che gioca il miglior calcio del girone . recita Lucas - ha ancora qualche chance di irrompere nella zona playoff e tra la sua gente vorrà chiudere l'annata col botto. Opportuno stare all'occhio sapendo che dipende tutto da noi: se le vinciamo tutte e due agli spareggi ci arriviamo di sicuro e forse addirittura terzi o quarti, perciò diamoci dentro. Semmai il nostro rimorso è la falsa partenza e non i due rovesci di aprile. Il mese scorso tutti hanno perso punti, mentre all'inizio soltanto noi e il Venezia. Per questo la promozione diretta per noi da autunno è stata derubricata ad approdo playoff. Entriamoci eppoi ce la giochiamo alla grande. Lì è un altro mondo, la classifica non conta più ma soltanto se hai più birra degli altri. Poi, è vero, sono d'accordo, se schivi Venezia e Monza al primo turno è molto meglio per tutti". L'importante è che lui non scansi Forlì. L'adduttore sinistro lo tormenta. "Credo sia soltanto un affaticamento, ma mi sta dando troppo fastidio perchè sia solo un risentimento. Però a Forlì voglio esserci, anche perchè miro alle 10 reti che per un centrocampista puro sono tanta roba (è il capocannoniere della Virtus a quota 9, ndr). Senza il rigore fallito col Fano ci sarei già arrivato, mannaggia. O senza quel maledetto palo di domenica. Eh, ma ce la faccio, non è mica finita".

Bassano è spalle al muro. A Forlì insegue il bottino scacciapensieri (Foto Roberto Bosca)
PASSIONE GIALLOROSSA: Un bus di Fedelissimi seguirà i rastelliani a Forlì, altri si muoveranno con auto private, Bassano che non indovina una scorribanda in esterna da cinque mesi non può più tremare ogni volta che prepara la valigia e sale sul pullman. Altrimenti è questione da strizzacervelli, tutti stesi sul lettino dello psicanalista. Sennò al prossimo mercato, Seeber invece che un centravanti dovrà ingaggiare un terapeuta.
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