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Alessandro Tich
Direttore Responsabile
Bassanonet.it
Colgo l'occasione
A proposito di due notizie di nove anni fa
Pubblicato il 16-11-2019
Visto 3.682 volte
Colgo l'occasione per parlare di occasioni perdute. A Bassano del Grappa, naturalmente. Dovessimo scriverne l'elenco, dovremmo produrre un'enciclopedia.
Niente di tutto ciò, state tranquilli. È solo che oggi, sabato 16 novembre, mi è caduto come sempre l'occhio sulla lista qui a lato del nostro portale che riporta gli articoli pubblicati da Bassanonet alla stessa data negli anni precedenti. Ed è una specie di pozzo della memoria e della coscienza che ogni giorno si rinnova.
Ebbene, due vecchi articoli in particolare hanno ridestato il mio interesse, pubblicati entrambi dal vostro umile cronista il 16 novembre 2010, quando ancora non dedicavo troppa attenzione a come intitolarli e scimmiottavo un po' i titoli dei quotidiani.
Amarcord: Luigi Bonotto, l'architetto David Chipperfield, Renzo Rosso e il sindaco Stefano Cimatti (foto Alessandro Tich - archivio Bassanonet)
Il primo, “La rivoluzione di Chipperfield”, riferiva del grande evento tenutosi al Museo Civico per la presentazione del progetto firmato dall'archistar inglese David Chipperfield che avrebbe voluto (e dovuto) ridisegnare l'intera area compresa tra il Ponte Nuovo e il Ponte Vecchio, durante l'amministrazione guidata dal sindaco Stefano Cimatti.
Una visione del futuro che era stata commissionata e finanziata da due imprenditori del calibro di Renzo Rosso e di Luigi Bonotto, entrambi residenti vicino a quelle rive, con la famiglia Bonotto peraltro impegnata nel progetto di riqualificazione dell'edificio dell'ex Macello la cui storia continua ancora oggi e ne avrà ancora per molto.
Una nuova passerella tra Porto di Brenta e la riva opposta, un percorso pedonale circolare a livello acqua tra i due ponti e sotto il Ponte Vecchio, una nuova piazza prospiciente all'acqua in Via Macello, l'ex Macello trasformato in Centro Culturale Polifunzionale, rampe e scale tra le rive e il Ponte Nuovo ristrutturato: erano solo alcuni degli elementi del rivoluzionario intervento disegnato dall'architetto londinese di fama mondiale.
Come noto, del progetto Chipperfield, la cui esecuzione avrebbe comportato oltre alla parte privata anche la partecipazione dell'amministrazione comunale, non se ne è fatto nulla per motivi che non è il caso in questa sede di ripercorrere. Si è trattato comunque di un importante contributo dell'ingegno umano alle ipotesi sullo sviluppo della nostra città.
Ma invece di ricordarlo ai posteri, si è preferito obliarlo: ed è di tempi relativamente recenti la scoperta che il plastico originale del progetto Chipperfield, esposto a quella presentazione a cui intervenne il pubblico delle grandissime occasioni, giaceva abbandonato nei magazzini dell'Urban Center nei piani bassi di Palazzo Sturm.
“Le città - aveva dichiarato Sir David Chipperfield in quella occasione del 2010 - vanno viste come soggetti in continuo sviluppo e evoluzione, e il progetto vuole essere una novità invisibile che si fonde col paesaggio.” Ecco: Bassano del Grappa ha fatto in modo che il suo progetto diventasse invisibile veramente.
Poi, lo stesso giorno, avevo pubblicato un secondo articolo che era intitolato così: “Renzo Rosso: “Ero pronto a donare il teatro alla città”.” Già: perché la notizia nella notizia a quella presentazione al Museo Civico era stata la clamorosa rivelazione del patron della Diesel.
Rosso aveva infatti testualmente dichiarato: “Ero pronto a donare il teatro alla città, ma la mia offerta è stata rifiutata dalla giunta precedente”. Per teatro si intende ovviamente il Teatro Astra, successivamente passato alla nuova proprietà privata Zetafilm Srl.
E il gesto munifico dell'industriale dei jeans, che avrebbe riacquistato l'immobile per poi regalarlo ai bassanesi, era motivato da quel “debito di riconoscenza” che Rosso aveva sempre riconosciuto di avere (ora non lo dice più) con la città di Bassano.
Anche questa è una storia già da lungo tempo consegnata agli archivi, riguardo alla quale l'ex sindaco Gianpaolo Bizzotto aveva avuto modo di spiegare le motivazioni del suo diniego all'offerta di Mister Diesel proprio qui su Bassanonet.
Ma è comunque un esempio tra i più significativi, assieme al progetto Chipperfield, di quelle occasioni perdute che contraddistinguono l'autolesionismo bassanese.
E il bello - si fa per dire - è che una volta finita alle ortiche la prospettiva del teatro, ancora Renzo Rosso aveva voluto mantenere fermo il suo proposito di dare qualcosa di importante alla città. “È qui - aveva rivelato pubblicamente alla presentazione al Museo - che è nato il mio interesse per il Ponte Nuovo, da cui, unendo gli intenti con la proprietà Bonotto, è scaturito il progetto Chipperfield.” Per poi finire alle ortiche 2, la vendetta.
Ogni tanto fa bene rileggere le vecchie cose, perché possono mettere in guardia anche sugli scenari del presente.
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