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Brassaï. L’occhio di Parigi

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Brassaï. L’occhio di Parigi

Alessandro TichAlessandro Tich
Direttore Responsabile
Bassanonet.it

Politica

La guerra dei Rosses

Rossano Veneto: il contrattacco di Morena Martini, silurata dalla giunta comunale, e di cinque consiglieri di maggioranza a lei vicini contro il sindaco Marco Zonta. Martini: “Da Zonta accuse infamanti e menzognere”

Pubblicato il 09-10-2024
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Brassaï. L’occhio di Parigi

Rossano Veneto, The Day After. Dopo la clamorosa notizia del siluramento di Morena Martini dalla giunta comunale ad opera del sindaco Marco Zonta, di cui al mio precedente articolo dall’apprezzatissimo titolo “La murena e il pesce siluro”, è il momento del contrattacco della vicesindaca defenestrata e dei consiglieri di maggioranza a lei vicini, nei confronti del primo cittadino.
La vicenda ricorda un po’ La guerra dei Roses, il famoso film su marito e moglie, interpretati da Michael Douglas e Kathleen Turner, che dopo un periodo di idilliaca convivenza incrinano il rapporto a causa di alcune divergenze, si fanno i dispetti più terribili e se le danno di santa ragione.
Solo che siamo per l’appunto a Rossano Veneto e quindi è più appropriato chiamarla La Guerra dei Rosses.

Morena Martini e Marco Zonta: sorrisi dopo la vittoria elettorale del 2023 (archivio Bassanonet)

L’odierna giornata dei lunghi coltelli è iniziata con un comunicato stampa a firma dei cinque consiglieri comunali di maggioranza Adris Marchiorello, Cristina Bianchin, Michele Campagnolo, Gianni Faggion e Carlo Lando.
Riguardo alla revoca delle deleghe alla Martini ad opera del sindaco, i consiglieri parlano di “atto deciso uniteralmente e senza alcuna condivisione con la maggioranza che non veniva ormai convocata da mesi”.
“Leggiamo inoltre, con estremo dispiacere - continuano -, che il sindaco attribuisce a noi consiglieri del gruppo di maggioranza una premeditazione ed uno studio attento delle assenze all’ultimo consiglio comunale, quasi definendo il nostro comportamento una manifestazione di grave irresponsabilità nei confronti dei cittadini rossanesi.”
“Riteniamo queste sue accuse totalmente infondate - prosegue la nota - in quanto ciascuno dei consiglieri assenti aveva gravi motivazioni a sostegno della mancata presenza in sede consiliare il 28 settembre, tutte fatte pervenire sia ufficialmente sia per vie brevi al Sindaco e ai soggetti competenti.”
Va anche detto che questa mattina la consigliera Cristina Bianchin, che è la presidente del consiglio comunale di Rossano Veneto, mi ha trasmesso su WhatsApp, assieme al comunicato stampa in questione, la documentazione a riprova della giustificazione delle assenze.
Ovvero il certificato di malattia di Michele Campagnolo, assente “per motivi di salute”; la mail al sindaco del 27 settembre di Gianni Faggion che annunciava la sua assenza “causa improrogabili impegni familiari”; la mail al sindaco del 27 settembre della stessa Cristina Bianchin, assente “per sopravvenuti impegni familiari” e un successivo messaggio al sindaco in cui specificava che i motivi familiari “sono legati ad un lutto di famiglia” e una comunicazione del 27 settembre di annuncio assenza di Carlo Lando “causa improvvisi impegni lavorativi”.

I consiglieri dichiarano di aver riscontrato negli ultimi mesi “numerose difficoltà nel confrontarci con Marco Zonta, nonché con gli assessori Trentin, Battaglin e Zen sui temi di loro competenza”.
“La risposta che ricevevamo - continuano, riferendosi al sindaco - era di recarci noi stessi, se interessati, presso il suo ufficio chiedendo udienza. Non riteniamo che questo sia un atteggiamento che si confà al ruolo che Zonta ricopre. Dovrebbe essere un capitano, essere pronto all’ascolto e agire con disponibilità e apertura nei confronti della sua maggioranza, la sua squadra, senza rivendicare invece la carica di sindaco come segno di autorevolezza.”
“Di contro la Martini non solo informava ma tentava con ogni suo mezzo a disposizione di tenere unita la maggioranza, impedendo in questi lunghi mesi le dimissioni dei consiglieri - aggiungono -. Affermare che Martini tenesse celate delle notizie non corrisponde a verità in quanto è stata l'unica in questi anni a condividere con tutti noi i problemi e le azioni che competevano ai suoi assessorati. Questo via mail, personalmente o in chat.”
“Consapevoli della difficile situazione che si è venuta a creare”, i cinque consiglieri dichiarano che “è imperativo tutelare Rossano Veneto e l’Ente da qualsiasi agire che ne possa ledere gli interessi”.
“L’attenzione e l’amore che abbiamo sempre avuto nei confronti del nostro Paese - concludono -, rimarranno immutati e, anzi, dovranno trovare la propria massima espressione in questo momento di tensione e incertezza politica.”

Questo pomeriggio Morena Martini ha inviato ai suoi 2500 contatti WhatsApp, me compreso, un messaggio in cui replica alle dichiarazioni del sindaco Zonta (“Non accetto che scriva menzogne sul mio conto, screditando la persona che gli ha dato fiducia per ben 20 anni di vita politica”) e difende il suo operato da amministratore comunale.
Poi, in serata avanzata, ha trasmesso un comunicato stampa che prendo maggiormente in considerazione rispetto al messaggio WhatsApp in quanto esprime la sua presa di posizione ufficiale sulla storia che la riguarda, in risposta “alle accuse, infamanti e menzognere, di Marco Zonta”.
La Martini ricorda “le ripetute richieste al sindaco di convocare un gruppo di maggioranza per parlare e risolvere i problemi che c’erano e ci sono nel gruppo da mesi” e riferisce di avergli “proposto di incontrarlo da sola o insieme a tutta la maggioranza” che “lui ha, di fatto, rifiutato”.
“Altra bugia quando si afferma che avrei complottato per far saltare il Consiglio Comunale - continua -. Ero presente alla seduta del 28 settembre del Consiglio Comunale per l’approvazione del Bilancio, seduta nella quale ho fatto anche una dichiarazione proprio sul contributo per l’ampliamento dell’asilo che ho seguito fin dal suo nascere insieme agli uffici. I consiglieri assenti avevano giustificato la loro assenza per iscritto, tutti e 4. Credo che Zonta abbia fatto un processo alle intenzioni dove l’unico a doversi difendere da quest’altra bugia è lui.”
Si arriva poi alle questioni amministrative: in primis il caso dell’ente di formazione Enaip che ha preso tempo per decidere se aprire la sede nella nuova piazza di Rossano, sul quale, dichiara l’ex vicesindaco, “ho sempre tenuto Zonta al corrente di tutto”.
“Siamo andati insieme a Padova a parlare con la direzione Enaip. Gli ultimi elaborati dei tecnici sono stati depositati a maggio 2024 - scrive la diretta interessata -. Chiedo: è colpa della Martini se Enaip in questo momento preferisce aspettare? Ha provato a contattare Enaip nel tentativo di capire se, forse, di tratta solo di un rinvio? Gli ricordo che il sindaco è proprio lui e non passavano occasioni in cui non ce lo ricordasse.”

Lavori Piazza: “Il progetto esecutivo approvato dalla Giunta è interamente finanziato. Non potrebbe essere altrimenti perché, se non lo fosse stato, non avremmo potuto procedere con la gara che è stata aggiudicata alla ditta vincitrice nei giorni scorsi. Quindi, anche in questo caso siamo di fronte ad una bugia. Se Zonta si dovesse riferire alla parte dei parcheggi da realizzare dietro la Chiesa, dovrebbe ben ricordare che questa opera pubblica fa parte di un altro progetto di cui non abbiamo ancora l’esecutivo, quindi, non può essere finanziato. Regole base di amministrazione pubblica”.
“Per quanto concerne la ridicola richiesta fatta all’assessore Trentin di entrare in un fantomatico gruppo, è vero il contrario - prosegue una Martini molto Dry -. È stato l’assessore Trentin ad andare da un consigliere di maggioranza domandandogli cosa avrebbe fatto se mi avessero tolto le deleghe. Da parte mia, invece, dopo essere stata aggredita verbalmente e con inaudita veemenza alla Sagra di Paese da Marco Zonta, aggressione che ho subito incredula di fronte a centinaia di persone, ho chiesto a Trentin cosa avrebbe fatto dopo quella scenata. Questo davanti a testimoni. Cosa ben diversa da quanto affermato nel comunicato. Rossano non ha bisogno di tutto questo.”
“Non mi pesa il fatto che Zonta mi abbia tolto le deleghe - sono sempre le sue parole -. È legittimo che un sindaco decida di esercitare le proprie prerogative di rimozione delle deleghe anche nei confronti di una persona di cui è stato assessore per dieci anni. Era perfettamente a conoscenza del mio metodo di lavoro. Ricordo, inoltre, sia a lui, sia all’assessore Battaglin che lo spalleggia, che entrambi hanno sempre votato a favore di tutte le delibere di giunta e di consiglio.”

La Morena defenestrata si chiede quindi se questo “sia il bene per i rossanesi” e perché il sindaco non le abbia “voluto parlare”.
“Feriscono molto le menzogne che ha usato nel suo comunicato stampa, menzogne che infangano il mio onore, la mia credibilità e la mia vita politico amministrativa. Questo non lo posso né permettere né tollerare.”
“Così come deve dimostrare in che modo avrei rallentato l’attività amministrativa”, aggiunge, controbattendo che “è vero il contrario”, seguendo con gli uffici “ogni giorno l’evolversi della querelle sulla piazza preparando tutti i documenti che sono stati inviati ai nostri difensori” e “senza che il sindaco si sia fatto mai vedere”.
Martini riferisce di aver “lavorato al rifacimento dei progetti” e “seguito il bando di gara fino a che, finalmente, a fine ottobre ripartiranno i lavori sulla parte da cedere alla Parrocchia”.
Ancora sul sindaco: “Non accetto che mi si dica il contrario: gli stessi dipendenti comunali, tecnici e ditte ne possono essere acuti e validi testimoni. Porti le prove di quanto afferma, altrimenti chieda scusa.”
“Da un anno chiedo ai consiglieri di maggioranza di non dimettersi e di tenere duro per il bene di Rossano - rivela la non più vicesindaca -. Questa è Morena Martini, non la persona che Marco Zonta, eletto sindaco anche grazie ai voti di lista della maggioranza, vuol far passare. Resterò in maggioranza, a testa alta e con la faccia pulita, a servizio dei miei cittadini come ho sempre fatto. Per me politica è servizio, lo è sempre stato, e servizio sia per i rossanesi e per la mia gente fino alla fine.”

Che dire, in conclusione?
Statene certi: la guerra dei Rosses tra Morena Kathleen Turner Martini e Marco Michael Douglas Zonta continuerà, senza esclusione di colpi.
La Coca Cola c’è, il pop corn anche: si accettano scommesse sul finale del film.

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