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Rinascimento in bianco e nero

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Alessandro TichAlessandro Tich
Direttore Responsabile
Bassanonet.it

Attualità

V-Files

Grazie alle opposizioni di centrodestra spunta la relazione tecnica, protocollata in Comune lo scorso 20 aprile, con cui la Vardanega mette in seria discussione il progetto esecutivo del restauro del Ponte di Bassano

Pubblicato il 06-05-2017
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Rinascimento in bianco e nero

“Abbiamo presentato una relazione. Siamo noi che stiamo aspettando delle risposte dal Comune.” Così Giannantonio Vardanega, titolare della Nico Vardanega Costruzioni Srl di Possagno, mi aveva risposto al telefono a una mia prima richiesta di commento all'articolo “La tirata di orecchie”.
Come noto, martedì scorso il sindaco Poletto e il vicesindaco Campagnolo avevano convocato una conferenza stampa per fare il punto della situazione sull'intervento di ripristino e consolidamento statico del Ponte degli Alpini.
Nell'occasione, sindaco e vice avevano puntato il dito sulla Vardanega: la ditta appaltratrice dell'importante cantiere, a loro dire, sarebbe più attenta “a trovare i problemi che a risolverli” dando l'impressione “che ci sia più volontà a mettere il discussione il progetto”.

La conferenza stampa in sala Tolio (foto Alessandro Tich)

“Quel progetto - dichiarava Poletto - è stato oggetto di una gara pubblica e quel progetto va realizzato. Ci sono possibili migliorie? Noi siamo aperti a valutarle assieme agli enti preposti alle autorizzazioni, ma le proposte vanno formalizzate e non limitate alle chiacchiere o alle dichiarazioni sulla stampa.”
Quello su cui i due amministratori pubblici non avevano fatto il benché minimo accenno era appunto la relazione della Vardanega, già protocollata in Comune da una dozzina di giorni, che avrebbe inevitabilmente suscitato molte domande da parte dei giornalisti presenti. Altro che chiacchiere o dichiarazioni sulla stampa.
Era in programma - e lo è ancora - una mia intervista con il titolare Giannantonio Vardanega affinché, per diritto di replica, spiegasse a sua volta quali sono i problemi rilevati in corso d'opera, quali le possibili soluzioni e quale, soprattutto, sia il confronto tecnico e operativo sugli stessi problemi rilevati con la Stazione Appaltante vale a dire il Comune di Bassano del Grappa. Ma tra una gara d'appalto e altri improrogabili impegni dell'imprenditore edile di Possagno, comunque sempre disponibile, l'intervista non si è ancora fatta.
A scoprire gli altarini, nel frattempo, ci hanno però pensato le opposizioni consiliari di centrodestra (i gruppi Impegno per Bassano, Forza Italia, Lega Nord e Bassano ConGiunta) che sono riuscite ad accedere agli atti - a quanto pare, con non poca difficoltà - per ottenere i V-Files: ovvero la relazione tecnica della Vardanega, protocollata al Comune di Bassano ancora lo scorso 20 aprile, nella stessa data in cui si era svolto un incontro tra Vardanega e i referenti del Comune.
Nel documento viene stilato il “resoconto di analisi della valutazione della documentazione progettuale” del ripristino e consolidamento del Ponte.
36 pagine di osservazioni - corredate di numeri, modelli di calcolo, grafici, diagrammi e foto - nelle quali la ditta appaltatrice mette in seria discussione il progetto esecutivo del restauro, redatto per la parte architettonica dal Servizio Progettazione dell'Area Lavori Pubblici del Comune e per quella strutturale dalla società SM Ingengeria Srl del prof. Claudio Modena.
La “relazione contraddittoria sul progetto” - redatta per conto di Vardanega dalla società di servizi di ingegneria e consulenza SE.I.CO. Srl di Capannori (Lu) e dallo studio associato GLO.VI di Galliera Veneta (Pd) - non è stata presentata per la semplice “volontà a mettere in discussione” il progetto stesso.
È stata infatti elaborata per “pianificare correttamente il ventaglio delle attività da compiere, assumendo come base la correttezza dell'intero impianto progettuale”.
Ma anche per tutelarsi sotto il profilo della responsabilità in solido per eventuali errori di progettazione: a norma dell'art. 1176 del Codice Civile “l'appaltatore ha l'obbligo giuridico di vagliare il progetto sulla base del quale egli deve realizzare l'opera e deve segnalare al committente i difetti di tale progetto che, a suo avviso, possono essere cagione di danno”. E questo perché “l'appaltatore è responsabile tanto più, se il committente non si era reso conto della rilevanza di eventuali inesattezze rilevate”.

I gruppi consiliari di centrodestra convocano d'urgenza una conferenza stampa nella mattinata di oggi in sala Tolio, con la relazione della Vardanega in mano che viene diffusa agli organi di informazione. Segnalano come ad oggi “più del 7% del tempo di lavoro previsto è già stato consumato a fronte di un costo d'opera eseguito di appena lo 0,5% dell'appalto” e che il nuovo, evidente stallo dei lavori dopo l'opera di rimozione dei coppi dal tetto “preoccupa i cittadini, che continuano a chiederci informazioni”.
“La Vardanega - afferma Roberto Marin di Impegno per Bassano - ha protocollato una precisa relazione tecnica che mette in pesante discussione l'ipotesi progettuale e il completamento dei lavori. Non c'è più alibi, l'Amministrazione deve dare una risposta a Vardanega, siamo molto preoccupati. La presa di posizione della ditta crea un'ulteriore dilazione nei ritardi effettivi dell'esecuzione del restauro.”
“Chi dirige i lavori è la Stazione Appaltante che deve pretendere i lavori alla ditta appaltatrice - aggiunge Andrea Zonta di Bassano ConGiunta -. Il documento della ditta entra nel merito sia dei modelli progettuali che delle fasi di lavorazione. Su questo documento il Comune deve dare una risposta, altrimenti i lavori restano fermi. Se la risposta non sarà data, la ditta presenterà i conti.”
“Il Comune - continua Zonta - ha intenzione o no di dare una risposta? Noi non diciamo chi ha ragione o chi ha torto, chiediamo se l'Amministrazione ha voglia di affrontare la situazione.”
“Verrà rispettato il cronoprogramma? Come è possibile entrare in alveo il 20 maggio se è ancora aperta la domanda se entrarci da nord o da sud?” - si chiede Tamara Bizzotto della Lega Nord. “Sono passati 66 giorni dall'inizio dei lavori e la situazione è molto grave - continua l'esponente leghista -. Invece di affrontarla, l'Amministrazione pensa alla pavimentazione e alla App sul livello dell'acqua del Brenta. Ma di cosa stiamo parlando? Non entriamo nel merito delle questioni tecniche, ma dal 20 aprile ad oggi cosa è stato fatto?”
“Il rischio - ammonisce ancora Zonta - è la sospensione dei lavori con i suoi risvolti economici. In parole semplici, Vardanega sta dicendo che il progetto è sbagliato. I casi sono due: l'Ufficio Tecnico Comunale stabilisce che la Vardanega ha torto e emette un ordine di servizio in cui le dice: “tu fai questo”. Se invece Vardanega ha ragione, bisogna rivedere il progetto.”
Nelle 36 pagine dei V-Files la ditta appaltatrice rileva “anomalie importanti”.
Vengono pesantemente contestati il modello strutturale, gli interventi sulle pile, sulle spalle e sull'impalcato e le modalità di esecuzione delle ture per entrare in alveo.
Gli stessi interventi di somma urgenza per la messa in sicurezza del Ponte, secondo la relazione, “sono peggiorativi per la resistenza ai carichi verticali” in caso di spinta orizzontale, e cioè di Brentana.
A fronte di tante criticità rilevate, Alessio Savona di Forza Italia arriva a chiedersi se “siamo sicuri che i cittadini bassanesi che passeggiano sul Ponte siano al sicuro”.
“L'impresa Vardanega - chiedono ancora i quattro gruppi consiliari - sta cercando di recuperare il ribasso d'asta con argomentazioni infondate, oppure il progetto è completamente da rifare?”
Da qui l'esortazione all'Amministrazione Poletto a dare una risposta: “Finora è stato sprecato troppo tempo, il Ponte versa in uno stato sempre più precario e i bassanesi hanno diritto di sapere la verità.”

APPROFONDIMENTO

Di seguito, per completezza di informazione, il riepilogo di analisi della valutazione della documentazione progettuale da parte della ditta Vardanega sul progetto esecutivo deciso e approvato dalla giunta Poletto.

Punti messi in discussione:

1. IL MODELLO STRUTTURALE


Viene messo in discussione il reale comportamento della struttura del Ponte rispetto alla modellazione di calcolo utilizzata nel progetto esecutivo:
- “il modello dichiarato in relazione … non rappresenta la reale situazione indicata dai risultati della relazione di calcolo … e negli elaborati strutturali”
- “la modifica del modello di verifica altera i risultati in termini di azioni e spostamenti e impone la revisione dei calcoli strutturali

2. L’INTERVENTO SULLE PILE

Viene messo in discussione l’intervento sulle strutture portanti dell’impalcato (pile o stilate), vista la impossibilità per gli 8 pilastri che costituiscono ciascuna pila di sopportare le sollecitazioni trasmesse dalla travatura reticolare (Trave Bailey) che il progetto prevede a sostegno provvisorio di ciascuna pila in lavorazione (e che poggerebbe sulle altre due, a destra e a sinistra):
- i pilastri che costituiscono le pile e sostengono l’impalcato sono in condizioni di “estremo pericolo” (confermato anche dalla relazione di calcolo del progetto Modena) e “le riduzioni in termini di peso (massicciata e coppi copertura) sono del tutto irrilevanti
- “le attività di somma urgenza recentemente messe in atto … sono peggiorative per la resistenza ai carichi verticali”
- “l’analisi dell’intervento previsto per il consolidamento delle pile evidenzia una grave sottovalutazione in termini di resistenza, che impedisce di fatto lo sviluppo dei lavori seguendo il progetto originario

3. L’INTERVENTO SULLE SPALLE

Viene messo in discussione l’intervento sulle due murature, in sponda destra (lato Angarano) e sponda sinistra (lato Bassano), per le nuove pesanti sollecitazioni che verrebbero trasmesse ad esse sia dalla nuova trave reticolare inserita sotto la pavimentazione che dai nuovi tiranti inseriti nei paramenti murari per aumentarne la capacità portante:
- secondo il “progetto originario” avevano “la funzione di sostegno delle sole campate laterali”
- “il progetto di ripristino e consolidamento ne assegna un uso ben più gravoso: l’intera azione orizzontale del ponte, sia sismica che dovuta alle piene del corso d’acqua, andranno a scaricarsi proprio sulle spalle che dovranno resistere a queste nuove sollecitazioni
- “gli interventi sulle due spalle coinvolgono in modo pesantissimo l’equilibrio attuale dei due corpi di fabbrica
- “l’adozione progettuale di tiranti pre-tesi … è destinata a produrre la fuoriuscita dei paramenti murari verso l’esterno già all’atto della tesatura, determinando con ragionevole certezza il crollo in alveo dei paramenti stessi

4. INTERVENTI SULL’IMPALCATO

Viene messo in discussione l’intervento sull’impalcato, che prevede l’inserimento di una trave reticolare sotto la pavimentazione e resa solidale alle pile sottostanti, per le sollecitazioni anomale sulla nuova pavimentazione e per la sua eccessiva deformabilità (con rischio di risonanza):
- “la trave reticolare sarà completamente connessa con l’impalcato e ne dovrà quindi condividere le deformazioni … queste azioni solleciteranno in modo anomalo la nuova pavimentazione sollecitandola e danneggiandola irreparabilmente in maniera continua
- “una struttura di impalcato estremamente deformabile … con massimo rischio di risonanza
- gli interventi sull’impalcato sono caratterizzati … dalla mancanza di giunti sulla pavimentazione e dalla impossibilità pratica di inserirli
- “il funzionamento finale potrebbe essere del tutto incompatibile con i requisiti dinamici relativi ai ponti pedonali

5. LE TURE

Vengono messe in discussione le modalità di accesso in alveo in sinistra idrografica (lato Bassano), e cioè le modalità di esecuzione delle opere di sbarramento provvisorio necessarie a prosciugare le zone interessate dai lavori, per il rischio di crollo del Ponte anche in caso di piena non eccezionale (a seguito della erosione e trasporto a valle del materiale con cui si prevede di realizzare le ture, che alzerebbe il fondo alveo ad una quota incompatibile con la resistenza strutturale del ponte) e per il rischio della sicurezza delle maestranze:
- “l’uscita dalle finestre di lavoro previste espone a elevatissimi rischi di piene sicuramente superiori alla piena di progetto”
- “l’intero sbarramento è di fatto potenzialmente asportabile anche con piene inferiori a quella di progetto”
- vista la elevata permeabilità del materiale previsto da progetto per la realizzazione delle ture “il prosciugamento dell’area di lavoro è di fatto impossibile da attuarsi … in caso di momentanea interruzione del sistema di pompaggio, il tempo di riempimento dell’area potrebbe essere di pochi minuti … con rischi evidenti per la sicurezza degli operai impegnati nonché per le lavorazioni in atto che potrebbero essere gravemente compromesse
- “la funzionalità della tura, a causa della sua elevata permeabilità, è praticamente incompatibile con qualsivoglia sistema di pompaggio da cantiere e rappresenta un rischio non trascurabile per la sicurezza delle maestranze”.

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