Connessioni contemporanee
Un dialogo col presente
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Marco Polo
Giornalista
Bassanonet.it
Pubblicato il 11-10-2010
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Brucia da morire a Marcelo Mateos commentare la sconfitta con il Lumezzane. Brucia da morire il dover ammettere che, stavolta, è mancato quell’aggressività che è la principale ancora di salvezza del Soccer Team.
“Il Lumezzane è squadra compassata che basa il suo gioco sulla coppia di attaccanti possenti fisicamente e sul gran movimento sugli esterni. Ma in realtà non gli ho visti così pericolosi. Eppoi quando tenevamo alto il ritmo non gli davamo la possibilità di giocare e uscivamo sempre molto bene palla a terra. Calata l’intensità e il pressing la nostra linea difensiva è stata costretta ad abbassarsi e qui sono nati i problemi perché ci siamo allargati e allungati e hanno trovato più spazio per giocare. Il rammarico si concentra nel primo tempo perché stavamo facendo un buon lavoro, gestendo la palla mettendoli in difficoltà. Evidentemente se siamo qui a fare questi discorsi significa che è mancata un po’ di cattiveria e convinzione”.
Marcelo Mateos, 29 anni, in un contrasto aereo durante Bassano-Lumezzane (foto Roberto Bosca)
Un dato di fatto riscontrato durante lo svolgimento del match è che le quattro occasioni clamorose sono nate sugli sviluppi di una ripartenza. Insomma il Bassano non si è fatto schiacciare o ha dato un’impressione di plausibile inferiorità, visti i rispettivi obiettivi e organici, come per esempio accaduto in alcuni frangenti con Spal e Sorrento.
“Vi devo confessare che nemmeno io ho avuto questa sensazione di inferiorità. Però risulta evidente che appena uno, due o tre elementi su undici mollano diventiamo vulnerabili. Ciò significa che per possiamo giocarcela alla pari con quasi tutti solo a patto di combattere senza pause fino al 95’. A quel punto possiamo sperare di portare a casa un risultato positivo altrimenti finisce come con il Lumezzane. Per il futuro dobbiamo essere consci che non possiamo permetterci di giocare con grande aggressività una gara si e l’altra no”.
Il primo tempo con il Lumezzane verrà ricordato come la miglior prova del centrocampo, inteso come reparto, e tua individuale dal giorno del ritorno in giallorosso.
“Stiamo affinando l’intesa partita dopo partita perché Beccia è impiegato in un ruolo nuovo, Venitucci è arrivato a pochi giorni dall’inizio del campionato e sta recuperando il tempo perduto. I progressi messi in mostra fanno piacere perché significa che l’applicazione nelle precedenti gare e in allenamento è totale. A livello personale sono il primo ad ammettere che finora non si è visto il vero Mateos. Sono stato condizionato da un infortunio e ho faticato a rimettermi in carreggiata. Finalmente inizio a star meglio però questo conta poco se non si porta a casa un risultato positivo”.