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Il BV non sta incantando ma si issa al secondo posto in classifica con il Venezia. Tra partenze zavorranti e il balsamico ritorno al gol degli attaccanti, D’Angelo elargisce fiducia. Bizzotto: «Gran messaggio del mister»

Pubblicato il 15-09-2016
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Stasera abbiamo deciso di partire dai vostri numerosi commenti, veri e propri spunti di riflessione per chi scrive. Nel suo intervento Manolo scrive di una squadra lenta e poco cattiva notando però grossi margini di miglioramento. Aggiunge che una vittoria – che ci stava mettendo sulla bilancia il rigore sbagliato, il gol annullato ingiustamente e un colpo di testa di Maistrello da pochi metri non angolato – avrebbe cambiato i giudizi. Bonez è dello stesso avviso perché gli viene naturale il confronto con la squadra sfavillante che ha strabiliato in Tim Cup. Glago chiama in causa le gambe pesanti. Per una buona parte condividiamo: i primi 45 minuti sono stati davvero al di sotto di ogni aspettativa e ulteriormente imbruttiti da una partenza a dir poco sciagurata. Ad onor del vero nessuno lo ha nascosto, anzi sono stati gli stessi attori protagonisti (D’Angelo, Grandolfo e il capitano) a sottolineare come la gara sia stata per buona parte compromessa. Tuttavia crediamo che la reazione, tardiva, ci sia stata e se non abbiamo assistito a fuochi d’artificio molto merito va attribuito al SudTirol, organizzato in maniera eccellente in fase difensiva. È risaputo, infatti, che affinché nasca una bella partita è necessario che entrambe le squadre giochino a viso aperto. Se una delle due mette in campo un atteggiamento estremamente prudente, e i sudtirolesi hanno giocato per il 90% del tempo con tutti gli uomini nella propria metà campo, le questioni sono due: o sei molto più forte o la sblocchi grazie ad un episodio oppure ben che vada si porta a casa uno 0 a 0. Altrimenti c’è sempre il rischio di venire colpiti in contropiede, cosa puntualmente accaduta. Il match contro i biancorossi di Viali ha fatto nascere anche altre considerazioni.

Guarda chi è tornato. Tra una rimonta e un’altra oltre l’85’, che esaltano un carattere notevole, rischiava di sfuggirci un dato sensibile. Ricordate cosa ha affossato la squadra allenata da Sottili? I gol degli attaccanti. O meglio la loro assenza. A fine stagione il capocannoniere fu Misuraca con 6 gol poi Candido e Germinale con 4 reti, Proietti, Pietribiasi e Fabbro a quota 3. Momenté in mezzo campionato ha gonfiato il sacco una volta sola. La differenza con la stagione appena nata è impressionante: in quattro uscite sono andate a segno tutte le punte escluso Rantier (che rientra nel discorso di Frankizio). Grandolfo ne ha segnate 2, Fabbro 1 e 1 annullata ingiustamente, Maistrello 1 in campionato ma anche 2 in Tim Cup. Perché? Perché è aumentato il numero e la limpidezza delle palle gol. E perché è aumentato il numero delle palle gol? Perché la squadra sa cosa fare, ad oggi lo fa discretamente bene, quando attacca lo fa con sfrontatezza e non si arrende mai. Con tutti i difetti che ancora ci sono, con il fatto che tutti i gol presi finora erano assolutamente evitabili, il Bassano si è issato al secondo posto in classifica assieme al Venezia e dietro solo al Pordenone.

Un'immagine della gara pareggiata tra Bassano e SudTirol (foto Claudia Casarotto)


Parole pesanti. Capitan Bizzotto ha affrontato di petto la questione delle partenze «molli»: «Sinceramente non so dare una spiegazione razionale al fatto che siamo partiti con il freno a mano tirato. Loro ci hanno sorpreso subito e noi abbiamo perso sicurezza. In seguito ci siamo riorganizzati anche se il meglio l’abbiamo prodotto tardi, solo nella ripresa. Era successo anche ad Ancona, faremo in modo che non ci sia un’altra volta. Sappiamo dove dobbiamo migliorare, anche per quanto riguarda i gol subiti». Al difensore il Bassano della seconda parte non è dispiaciuto: «Abbiamo iniziato ad imporre il nostro gioco, loro erano solidi e compatti, non era facile trovare gli spazi. La vittoria è sfumata, in realtà due gol gli abbiamo fatti ma uno ce l’hanno levato. Io credo che in vista di Lumezzane dobbiamo ripartire dal secondo tempo contro il SudTirol e l’Ancona, scendendo in campo per fare la partita con la mentalità giusta». Per niente secondaria, anche se non abbastanza sottolineata, la fiducia che D’Angelo ha riversato sul gruppo, praticando un robusto turnover. Per chi non l’avesse ancora capito il ciclo del Bassano più vincente della storia si è basato su un’unione totale tra i calciatori: « Tra di noi siamo molto uniti, si vede anche nei minimi particolari. Ciò non toglie che l’allenatore è bravo a far sentire tutti importanti, tutti protagonisti a pieno titolo. È evidente che un conto è dire a voce che ciascuno è tenuto in massima considerazione, un altro è dimostrarlo con i fatti e D’Angelo ha lanciato un messaggio forte e chiaro. Signori miei, quest’anno più del solito il campionato è lunghissimo, ci sarà spazio per tutti, e solo mettendo i singoli al servizio del gruppo possiamo toglierci grosse soddisfazioni».

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