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Bizzotto: «Niente paura andiamo a giocarcela»
Sampdoria-Bassano fa un gran certo effetto! Tocca al capitano, che spende parole al miele per Maistrello e Rantier, guidare i giallorossi nell’arena del Ferraris: «Portare la maglia del Bassano prima a Roma e ora a Genova è orgoglio puro»
Pubblicato il 12-08-2016
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Capitano, all'orizzonte si staglia la fantastica esperienza di un incontro ufficiale contro la Sampdoria. Due anni dopo l’Olimpico di Roma ecco il Ferraris di Genova… Strabiliante.
«In effetti non stiamo più nella pelle, si tratta di un’esperienza magnifica per noi che non siamo abituati a giocare in certi palcoscenici. È un vero onore poter affrontare giocatori del livello di Quagliarella o Muriel. Per noi, la società e la città intera sarà una giornata storica. Vogliamo vivere intensamente questa opportunità, sapendo che è appunto un’occasione se non irripetibile quantomeno molto importante per portare alla ribalta nazionale il nostro Bassano e per noi giocatori. L’aver indossato la maglia del Bassano prima a Roma e ora a Genova è orgoglio puro».

Nicola Bizzotto, 26 anni, e Mattia Proietti, 24, si apprestano a guidare il BV contro la Samp (foto Claudia Casarotto)
Contro la Lazio dopo un primo tempo sontuoso (0 a 0 al 46’) è emersa la superiorità di Klose e compagni. Il BV allora non pensò a difendere ma se la giocò a viso aperto. Domenica che partita sarà?
«Le categorie non sono state inventate per niente, se loro giocano in serie A significa che sono più forti di noi. Ciononostante non partiamo con l’idea di essere battuti, anzi. Il nostro obiettivo è quello di ben figurare, di mettere in campo anche l’anima, di lottare con foga su ogni pallone ma usando la testa. E solo alla fine tirare le somme. Prevedibilmente loro avranno un maggior possesso palla, saranno portati a fare la partita. Dobbiamo rimanere sempre sul pezzo, tenere la squadra corta, concentrati per evitare svarioni che finiremmo per pagare a caro prezzo. In ogni caso niente paura andiamo a giocarcela».
Quest’estate la squadra ha perso alcuni dei suoi totem, dentro e fuori dal campo, come Pietribiasi e Toninelli. Come sono i nuovi?
«Siamo partiti con il piede giusto, i nuovi compagni hanno da subito dimostrato di saper e voler reggere il passo perché qui in allenamento si pesta durissimo. Già dopo una settimana ho avuto il sentore che potessero arrivare presto buoni risultati proprio perché ho notato che i nuovi sono ragazzi dediti al lavoro, rispettosi e di compagnia. Mi permetto di dire che sono uomini ideali per sostituire le persone che se ne sono andate e non era facile. In più le vittorie aiutano, è ancora presto per fare un bilancio ma meglio di così non si poteva iniziare. Non è un caso se sono arrivate subito due vittorie, di cui una di assoluto prestigio contro una formazione di serie B come l’Avellino».
Cosa devono aspettarsi i tifosi giallorossi della stagione appena iniziata?
«Il nostro obiettivo dev’essere quello di pensare ad una gara alla volta, dando il massimo, e di vincere più gare possibili. Sappiamo dall’inizio che in palio c’è una sola promozione diretta e che di conseguenza salire di categoria è difficile. Quindi è inutile fare voli pindarici ma è bene porre tutta la concentrazione sul lavoro, sul cercare di migliorare, sulla consapevolezza di poter mettere in difficoltà chiunque, di trovare anche il modo di divertirci. L’anno scorso poteva apparire ancora più difficile visto che eravamo reduci da una delusione ben più cocente. E ragionando così siamo riusciti a mettere in riga formazioni sulla carta più competitive di noi».
Da capitano, quanta voglia vedi in Maistrello?
«Tommy ha una voglia pazza, un anno a guardare gli altri è dura. Come giocatore fin dai tempi di Petrone aveva dimostrato di saper fare gol però poi gli è mancata continuità un po’ per gli infortuni un po’ perché aveva davanti un Pietribiasi in stato di grazia. Una cosa voglio dire: come uomo l’ho ritrovato molto più maturo e consapevole di quello che vuole raggiungere. Se continua a lavorare sodo…»
La sorpresa finora?
«Sembra paradossale ma dico Rantier! Quando l'abbiamo affrontato giocava in ruoli che evidentemente lo depotenziavano. Julien è davvero un gran giocatore, con colpi eccezionali. Ma la cosa più bella è che abbina al talento un atteggiamento vincente, non è assolutamente una primadonna. Anzi è il primo a lottare, a non tirare indietro la gamba, a sbattersi quando il pallone lo conquistano gli avversari. Se finora abbiamo subito un solo gol gran merito va dato proprio al lavoro enorme con cui i giocatori d’attacco tornano a difendere».
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