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Marco PoloMarco Polo
Giornalista
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Testa, anima, cuore al Padova

I giallorossi devono ritrovare il ritmo dei giorni belli per prepararsi alla settima qualificazione al post season in undici stagioni. Il bilancio negli scontri diretti è straordinario ma occorre ritrovare brillantezza mentale e fisica

Pubblicato il 28-04-2016
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Il Mercante è pronto ad accogliere il Padova ed i suoi tifosi in un derby tra bestie(squadre) ferite. Si tratta del primo derby che lo stadio cittadino accoglierà tra bassanesi e padovani in campionato tra i professionisti. Le due formazioni, seppur accumunate dall’arrivarci con una sconfitta sul groppone, lo disputeranno da prospettive diametralmente opposte: i primi hanno centrato l’ambizioso obiettivo stagionale, i secondi no anche se manca la matematica (dovrebbero recuperare sei punti all’Alessandria nelle due rimanenti partite). Per i giallorossi si tratta della settima partecipazione agli spareggi promozione in undici campionati di serie C (per la precisione, sesta più una partecipazione alla Supercoppa di C2). E dei quattro rimanenti per tre volte si è trattato di tornei impostati sulla salvezza (gestione Sandri/Glerean, gestione Jaconi e la successiva retrocessione) quindi solo nell’annata 2009/10 con Beghetto subentrato a Roselli e l’amara retrocessione dalla C1 del 2011/12 si può dire che l’obiettivo stagionale sia stato fallito. Nove stagioni al top su undici, se non è un record stile Juventus poco ci manca. Qualcuno potrebbe sottigliare che nessuno dei sette playoff disputati ha condotto i giallorossi alla promozione. È vero, come è vero che ai playoff contano così tanti fattori anche esterni (condizioni meteo, pali-traverse, squalifiche, infortuni, arbitraggi, persino intemperanze dei tifosi come capitò a Giulianova, ecc) e c’è un tale equilibrio tra le forze in campo che tra il vincerli e il non vincerli passa una differenza irrisoria. Noi diciamo che i playoff è sempre meglio viverli da protagonisti, anche per le emozioni uniche che regalano, piuttosto che starli a guardare.

Ma come ci arriva il BV? Questa è una domanda da un milione di euro in gettoni d’oro. I sottiliani sono quelli che hanno sbancato Alessandria e Cittadella nonché superato il Pordenone in casa o quelli sterili e un po’ mollicci che sono stati castigati da Pavia, Pro Piacenza e Renate? Ai posteri l’ardua sentenza, o meglio, al derby con il Padova il compito di fornire un barlume di risposta. In fin dei conti, Pavia escluso, i giallorossi si son rivelati straordinari negli scontri diretti. Il bilancio contro le prime dieci della classifica, messo per iscritto, è sbalorditivo considerando le tante cose scritte e riscritte su queste pagine per mesi che conducono a rendere palese come quello attuale sia un Bassano lontano parente di quello delle ultime due gloriose stagioni: sette vittorie, sei pareggi e tre misere sconfitte. Se non bastasse ricordiamo il rigore fallito da Germinale a Pavia a pochi minuti dal termine, le parate di Alfonso nel derby con il Cittadella all’andata, la bugiardissima sconfitta con la Feralpi al Mercante, i pareggi con la Cremonese. Rimanendo sempre alle prime della classe è giusto anche ammettere la vittoria rubacchiata contro il SudTirol in casa o qualche gol siglato sullo sbilanciarsi altrui. Colpi di fortuna e sfortuna tuttavia non si compensano essendo stati i primi nettamente minori rispetto ai secondi. La classifica giallorossa è stata raramente così sudata. Ad un certo punto, l’aver scavato un solco importante dal quarto posto e il dover affrontare le cosiddette piccole, può aver inconsciamente fatto mollare qualcosa a livello mentale (quando Sottili parla di Bassano che deve indossare sempre la tuta blu da operaio, grossomodo questo intende). Aggiungiamo un paio di elementi con le ruote un po’sgonfie… Insomma la sfida con un Padova incavolato non poteva arrivare in un momento migliore: c’è da entrare in tutto e per tutto in ottica playoff.

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