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Vabbè è Summer League, il calcio d'estate impresso sull'acqua, dopo un attimo sparisce. C'è il consueto test contro i dilettanti del posto che termina tanto a poco e basta per alimentare i sogni ad occhi aperti e a costo zero degli aficionados, eppure il nuovo Bassano che peraltro è ancora ben lungi dal divenire (mancano almeno 3 o 4 pedine, fors'anche di più), trasuda buone sensazioni, quelle di una squadra che corre e si sbatte, che non molla la presa e non si limita a timbrare il cartellino. E' chiaramente prestissimo per qualunque tipo di valutazione, ma a pelle forse è il primo anno tra i professionisti (escluso l'esordio in C1 col primo Jaconi), dove è nitida l'impressione di una formazione che non si specchia in sè stessa un po' altezzosa e supponente, che non si compiace del palleggio spesso così fine a sè stesso. Ma che ci dà dentro sempre per forma mentis. Fors'anche perchè se è infarcita di ventenni, questi sono fatalmente più sprintanti e bollenti di taluni veterani. Potrebbe essere la prima volta, a parte la C1 d'esordio, appunto, in cui finalmente il Soccer Team si toglie la sgradevolissima etichetta di squadra di fighetti griffati, tutta tacco, punta, sola e niente nerbo. Quelli belli da vedere per due colpi nel giardino di casa, poi però appena si alza la temperatura agonistica esultano gli altri.
Ecco, le stringenti esigenze di bilancio e le normative sugli under e l'età media introdotte dalla Lega Pro hanno obbligato Seeber a modellare un organico fresco e ruggente da subito, che lotta e combatte con spirito da guerriglia extraurbana. In questo senso Petrone morde anche con lo sguardo, dietro la facciata della rilassata e consumata filosofia partenopea, si nasconde un inflessibile precettore: ieri a un giocatore che aveva appena imbucato una doppietta in 20 minuti, fallendone tuttavia un paio di clamorosi ha intimato che all'errore seguente l'avrebbe rispedito a casa seduta stante. "Parola di mister", ha ribadito. Il primo giorno di ritiro, nel primo collaudo stagionale. Così nel diario di bordo ci finiscono la mezza dozzina di sigilli firmati da Berrettoni già ispirato e in palla, le triplette di Maistrello, Iocolano e Stefano Bizzotto, centravanti della Berretti da tenere d'occhio, più le doppiette di Furlan e dell'esterno offensivo in prova Michelotto che infatti la prima prova l'ha superata e adesso dovrà meritarsi il contratto nelle verifiche successive.
MODULO E INTERPRETAZIONE: Il modulo è l'annunciato 4-2-3-1, due cagnacci in mediana dinanzi alla difesa a quattro e Berrettoni riportato nel cuore del gioco, al centro dietro l'unica punta e con due esterni che pompano. Ma è piuttosto il copione che merita un approfondimento: si manovra rigorosamente palla a terra e di prima intenzione e il pallone si alza soltanto per il cross dal fondo dei cursori e mai dalla trequarti. E nel cast spicca la perenne aggressività dell'incontrista Cenetti, uno che non ci sta neanche a perdere una mano di briscola, mentre il giovanottino Bortoli sa accarezzare il cuoio. Salvarsi e dunque salire nella C unica in un campionato che ne decapita la metà esatta odora di impresa fotonica per un gruppo che è quasi tutto una scommessa. Eppure per ora Bassano, probabilmente perchè scevro di troppi padreterni, si è guadagnato credito e simpatia. Non disperda alle prime curve del torneo questo patrimonio di slancio e positività.
Emanuele Berrettoni dovrà tornare ad essere il trascinatore del Bassano (FOTO BOSCA)
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