Connessioni contemporanee
Un dialogo col presente
4-11-18 Settembre 2025
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Redazione
Bassanonet.it
Pubblicato il 14-07-2013
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Mi manda Petrone. Cioè sè stesso, raccomandato da nessuno, senza padrini nè padri putativi o santi protettori. Mario Petrone viene dal marciapiede, un nome che pochissimi conoscono (non è tra quelli reclamizzati) ma in tanti apprezzano, fra chi frequenta abitualmente i mari della Lega Pro. Mario Petrone è l'outsider di lusso che sul filo di lana Seeber ha firmato per scampare alla ghigliottina della D. Quarant'anni, napoletano di nascita, da un decennio stabilmente di stanza in Sardegna, Petrone ha fama da duro ma non è trainer tutto chiacchiere e distintivo: tatticamente è evoluto, predilige il 4-2-3-1, due mediani davanti alla difesa, due esterni a spingere e un trequartista in linea dietro una sola punta centrale. Questo è il modulo base, ma all'occorrenza ne sfoggia un altro paio di scorta e cambia agevolmente il copione in corsa. In carriera ha pilotato il Calangianus in D, il Nuoro in C2 e il San Marino in C1, mentre una volta prese in corsa in Sanluri, ultimissimo in D trainandolo addirittura al secondo posto. E' uomo da imprese impossibili, l'unica volta che gli hanno dato una formzione da promozione (a Lumezzane) si è attardato un po' troppo e l'hanno esonerato, anche se poi la C1 è arrivata lo stesso. Petrone è diretto, immediato, di pancia, non ha difficoltà a piantare metaforicamente al muro chi non riga dritto. Ha accettato una missione ai confini col fantascientifico: salvare e quindi lanciare nella C unica un gruppo imbottito di sbarbatelli e con un solo anno di vita davanti. Perchè tra un anno teoricamente qui si chiude. Perciò o Petrone riaccende il fuoco della passione irrimediabilmente spento dentro la famiglia Rosso con un atteggiamento spregiudicato tutto slancio e freschezza, oppure strega col suo calcio qualche altro imprenditore catturato dalla voglia di investire sul giallorosso. O è un visionario, oppure un incosciente, o magari tutte e due le cose. Ma forse è l'uomo ideale per ribaltare e riscrivere un destino già scritto. Probabilmente, fosse arrivato l'estate scorsa, non sarebbe finita così. Sarà affiancato da Christian La Grotteria che gli farà da secondo, dentro uno staff rigorosamente autarchico. Ma se Petrone saprà modellare un Bassano a sua immagine e somiglianza, schivare l'inferno è ancora possibile.
ECCO BORTOLI E ROSIGLIONI: Nel giorno del raduno, alla spicciolata al Mercante (l'adunata è fissata per il tardo pomeriggio), Seeber srotola i primi due colpi in linea con un programma infarcito di prospetti: il regista Marco Bortoli, 19 anni, di San Vito di Leguzzano, colonna della Primavera del Milan: un metro e 87, ma due piedi dolcissimi e un sinistro glassato. Eppoi il portiere Nicolò Rosiglioni, padovano di Abano, 21 anni, un metro e 88, cresciuto nel club biancoscudato, lo scorso anno al Poggibonsi in C2. Seeber l'avrebbe voluto già lo scorso anno, ora però ce l'ha. Attingerà ancora a piene mani nella pesca di giovanotti rampanti e rombanti, più due o tre più scafati e smaliziati da accostare a Berrettoni, novello capotribù. Poi occorrerà la magata di Petrone, trasformando il rospo in principe azzurro. Dimostrando che non è solo una favola.
Bassano ricomincia oggi a sudare al Mercante col sergente Petrone