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Marco PoloMarco Polo
Giornalista
Bassanonet.it

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Calcio

Jaconi respinge le critiche

“Non sempre riusciamo a fare quello che prepariamo. I ragazzi danno tutto ma ogni partita presenta difficoltà diverse. Tutti teniamo da morire a questa squadra”

Pubblicato il 08-02-2012
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Il pareggio contro l’AltoAdige ha lasciato un’importante coda di rammarico. La stagione si sta inoltrando sempre più nel vivo, le gare da disputare sempre meno e il mercato di gennaio è stato già (ben)condotto anche se tra infortuni, condizione da recuperare di alcuni uomini chiave e squalifiche Jaconi non ha ancora potuto lavorare in gara ufficiale con la formazione titolare. Il tecnico di Civitanova Torna per un momento sull’incontro contro i bolzanini: “Capisco l’amarezza dei tifosi che è anche la mia per un risultato che non è venuto, tutti teniamo da morire a questa squadra. Onestamente però il rammarico che provavo al termine dell’incontro è stato parzialmente attutito alla sera quando davanti alla tv ho rivisto la partita. I ragazzi hanno avuto gli accorgimenti giusti, quelli che andavano presi in una partita che presentava questo tipo di difficoltà. Non abbiamo rischiato niente contro una signora squadra e creato almeno 4 palle gol”. Una delle principali critiche mosse in questi giorni al tecnico, in seguito all’incontro con la formazione di Giovanni Stroppa, è della mancata penetrazione sulle fasce e il ricorso frequente al lancio lungo alla ricerca di Galabinov. Alternativa di gioco, quella appena descritta, che può essere importante e di grande efficacia in taluni frangenti o in talune gare. D’altro canto, però, osservando da vicino il lavoro tecnico sul campo dello Sporting Club o di San Giacomo si può notare chiaramente come le soluzioni di gioco palla a terra siano provate e riprovate con insistenza: “Che durante la settimana proviamo il lancio sistematico per il centravanti – attacca Jaconi – è una bufala. Come dicevo poco innanzi su un terreno ghiacciato e contro una squadra dalla grande aggressività che non ti dà il tempo di respirare o hai la personalità e i giocatori per gestire la palla in un certo modo oppure c’è anche l’alternativa di cercare il lancio a scavalcare il centrocampo, visto che abbiamo la fortuna di disporre di un attaccante della stazza di Andrej. Questa non è l’unica soluzione che abbiamo pensato di deve perseguire, certo, ma una soluzione importantissima che ha questo squadra, per le forze su cui può contare e in queste particolari situazioni. Un’altra cosa che abbiamo cercato di fare era di scendere sulle fasce ma gli avversari mica sono impreparati, sapendo che abbiamo Galabinov prendono tutte le contromosse per impedirci di arrivare a crossare dal fondo”. Si è avvertita l’assenza dei giocatori di maggior talento come Correa e De Gasperi: “Io non posso riferirmi agli assenti. È evidente a chiunque capisca un po’ di calcio che con Correa in mezzo al campo si possano far certi discorsi e se viene a mancare lo stesso pensiero è impensabile. Questa non vuol essere una critica a Caciagli che ha giocato in quel ruolo. Tutt’altro, Matteo è un giocatore eccellente ma non ha le stesse prerogative di Lucas. Noi siamo una squadra che ha sempre lavorato sull’intensità sulla pressione. Questa squadra ha sempre messo anima e cuore in ogni partita, così vengono esaltate le sue caratteristiche. Stiamo parlando del dna del Bassano visto prima degli arrivi di gennaio. Mentre non abbiamo mai avuto la personalità di tenere palla e uscire in palleggio. Adesso pensiamo di aver colmato questa lacuna con i ragazzi nuovi ma all’oggi non hanno potuto disputare molte partite. In ogni partita cerchiamo di prendere degli accorgimenti rispetto agli avversari che incontriamo. L’idea di base è quella di avere sempre 3 attaccanti in campo. Ma l’altra grande componente è la mentalità, lo spirito. E il nostro spirito è quello di giocare propositivi, con una mentalità offensiva, indipendentemente dal tipo di squadra che troviamo di domenica in domenica. Il fatto è che a volte riusciamo a fare le cose che proviamo, per esempio con la Cremonese ho visto un buon calcio, mentre altre volte no”.

Osvaldo Jaconi, 65 anni, alla seconda stagione alla guida del Soccer Team (foto Roberto Bosca)

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