Connessioni contemporanee
Un dialogo col presente
4-11-18 Settembre 2025
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Alessandro Tich
Direttore Responsabile
Bassanonet.it
Pubblicato il 11-04-2010
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Les jeux sont faits. Era ora.
La campagna elettorale è terminata da un pezzo, i “santini” elettorali sono un lontano ricordo e dopo il voto - che ha sancito il diffusissimo consenso dei veneti per Luca Zaia - pensavamo di esserci liberati, almeno per un po', degli equilibrismi a porte chiuse dei tavoli della politica. E invece no: per diversi giorni ancora abbiamo dovuto assistere - sulle pagine della cronaca politica - ai mutevoli retroscena per la formazione della giunta regionale, con tutti gli annessi e connessi.
Abbiamo appreso - tra le altre cose - che gli accordi pre-elettorali tra Lega e Pdl per la distribuzione degli assessorati in Regione sono stati rimescolati, che nel Pdl si è accesa una contesa interna per un posto al sole tra “galaniani”, “brancheriani-sacconiani” ed “ex-aennisti”, che un'ottantina di sindaci e amministratori locali del Vicentino hanno trasmesso un documento ai vertici pidiellini per sostenere la nomina a assessore del neoeletto consigliere di Vicenza Costantino Toniolo, e che quest'ultima cosa ha suscitato la reazione dell'on. Sergio Berlato, vicecoordinatore provinciale del Pdl, intervenuto per sostenere invece la causa di Elena Donazzan, data “in forse” fino all'ultimo e invece poi riconfermata nella stanza dei bottoni.
"Santini" elettorali in un cestino a Bassano. La campagna elettorale è un ricordo, è il momento di lavorare
In mezzo, come se non bastasse, si è aggiunto il ping-pong parallelo da Roma per il nuovo lavoro di Giancarlo Galan: prima designato Ministro dell'Agricoltura al posto di Zaia, poi “gelato” dalle affermazioni di Bossi sul dicastero che spetterebbe alla Lega, quindi ri-designato - per voce di Berlusconi - Ministro dell'Agricoltura.
Vi può bastare? Speriamo di sì. E ora che le poltronissime sono assegnate - please - diamoci un bel taglio. La politica delle segreterie è molto lontana dal paese reale e troppe correnti in movimento fanno venire il torcicollo: soprattutto ai cittadini che di questi tempi hanno ben altro di cui preoccuparsi, che chiedono risposte concrete e il cui netto e inequivocabile mandato elettorale investe Zaia e la sua squadra di impegnative responsabilità.
Ora che i giochi sono fatti, è il momento - finalmente - di rimboccarsi le maniche.
Zaia, che è uno pragmatico, lo sa bene ed è cosciente che buona parte della grande credibilità conquistata dipende dalla capacità di abbattere, quanto prima, l'insidiosa barriera tra il dire e il fare.
Ha promesso il federalismo e una maggiore autonomia per il Veneto: presupposti necessari - a suo dire - per rivoluzionare il sistema senza intaccare l'unità nazionale e per garantire un efficiente utilizzo, non più “risucchiato” dagli ingranaggi romani, delle risorse pubbliche sul territorio. E ha trovato nel Presidente della Repubblica Napolitano, nel suo incontro a Verona, un sorprendente alleato.
Potrebbe essere un momento storico: segreterie e politica nazionale permettendo.