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Alessandro Tich
Direttore Responsabile
Bassanonet.it
Torresan “zero tituli”. Vi spiego il perché
Pagati duramente alcuni errori tattici durante la campagna per il ballottaggio
Pubblicato il 25-06-2009
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Bisogna saper perdere, dice il vecchio adagio. Col cavolo. Quando la sconfitta brucia - e la sconfitta brucia sempre - è come se cadesse il mondo addosso.
Diamo atto a Egidio Torresan di non aver nascosto la sua indicibile amarezza per la cocente mazzata del ballottaggio. Nessun sorriso finto di circostanza, nessuna frase fatta: ma la sincera e tristissima presa d'atto di una debacle senza precedenti.
Partito in pole position nella contesa elettorale, Torresan si è trovato senza benzina a pochi giri dal traguardo. Qualcosa non ha funzionato nei pit-stop, dove la squadra deve funzionare alla perfezione. Stefano Cimatti deve averlo in qualche modo percepito se nell'ultimo giorno di campagna elettorale, vestendo i panni di Mourinho, aveva pronosticato: “Torresan zero tituli”.
Eppure l'esponente di Santa Croce, campione mondiale di sorrisi e strette di mano, aveva i numeri e la popolarità per sfondare: benché la perdita di voti di PdL e Lega al primo turno rispetto al roboante e contemporaneo risultato delle Europee suonasse molto più di un campanello di allarme.
E' in quel momento che il serbatoio di Torresan ha cominciato ad andare in riserva, e il candidato di centro-destra a dare l'impressione di perdere il suo notorio smalto e di restare, in qualche modo, isolato.
Lo ha dimostrato nel momento-chiave della sua campagna per il ballottaggio: la conferenza stampa convocata d'urgenza di sabato mattina - e da lui solo decisa senza consultare i due partiti che lo sostenevano - per annunciare il fatto che, se fosse diventato sindaco, avrebbe indetto un referendum ufficiale sulle Torri di Portoghesi. Un clamoroso autogol.
L'uomo che parlava di “continuità” ( mentre la Lega sosteneva il “cambiamento” ) metteva all'improvviso in discussione una delle più pesanti decisioni dell'Amministrazione di cui aveva fatto parte. Affermando, testualmente, che non credeva “che queste Torri interessassero così tanto alla gente”. E aggiungendo, come se non bastasse, che “in campagna elettorale si capiscono meglio gli umori dei cittadini” e che “quando si amministra non è facile capire la realtà”. Sono cose da dire pochi giorni prima del voto?
Errori tattici che il delfino di Gianpaolo Bizzotto ha pagato duramente alla resa dei conti nell'urna elettorale. In suo favore sono accorsi Ministri della Repubblica e sindaci importanti, ma non è bastato. Dopo la sconfitta, tra PdL e Lega sono già partite le accuse incrociate e dentro i due partiti è già tempo di “verifica”.
L'unico che ha alzato la testa, anche se mestamente, è stato proprio lui: Egidio Torresan. Che alle domande dei giornalisti - a cui in tanti anni da assessore non si è mai sottratto - ha spiegato che la disfatta del centro-destra era dovuta “a alcune scelte della passata amministrazione, e cioè le Torri” e alla partenza in ritardo della sua campagna elettorale in una coalizione “che a fine aprile non aveva ancora il nome del candidato sindaco”.
Ma Torresan, che non rinnega l'alleanza con la Lega, ha detto anche un'altra cosa: “Io ho dato il massimo”.
Un frase che suona come un sussulto di orgoglio. Pronunciata da un uomo che è fondamentalmente sincero e che merita, nella sua sconfitta, l'onore delle armi.
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