Connessioni contemporanee
Un dialogo col presente
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Alessandro Tich
Direttore Responsabile
Bassanonet.it
Pubblicato il 29-03-2009
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E se il prossimo sindaco di Bassano fosse ancora un Bizzotto? Anzi, “una” Bizzotto per l’esattezza?
Il sondaggio telefonico sulle intenzioni di voto effettuato dal Centro Studi Sintesi di Vicenza parla chiaro: Mara Bizzotto, 37 anni, “pasionaria” leghista dal cospicuo curriculum nella politica locale, risulta assai gradita agli elettori bassanesi per la prossima poltrona di primo cittadino.
Il suo nome, nell’inchiesta, si attesta al primo posto con il 34% delle indicazioni per il voto al sindaco e con il 30% per il requisito della “fiducia ispirata”.
Mara Bizzotto ( fonte: marabizzotto.it )
Per carità, l’indagine è stata commissionata dalla stessa Lega Nord e va quindi inquadrata come un’iniziativa di parte: ma l’esito del sondaggio non è da sottovalutare.
Mara Bizzotto, consigliere regionale e segretaria della circoscrizione leghista di Bassano, è una figura di riferimento per l’elettorato padano. In politica sin da giovane, nel Carroccio ha bruciato le tappe con una coerenza e una passione che la vanno riconosciute. Si candidasse a sindaco, con i numeri a lei attribuiti arriverebbe senza dubbio al ballottaggio per contendersi la poltrona, secondo logica, con quello che sarà il candidato del Pdl.
Nel qual caso i bassanesi dovrebbero decidere se affidarsi nuovamente al centro-destra o introdurre in città due nuovi colori: il verde e il rosa.
Il “verde” è quello della Lega, che a Bassano - nelle più recenti elezioni comunali e diversamente da altre consultazioni - non ha mai raccolto più di tanto. Il “rosa” è il colore della donna: non certo un vantaggio, almeno sulla carta, in una città dalla politica tradizionalmente maschilista.
Ma la vera incognita è un’altra. Mara Bizzotto è nata a Bassano, ma è cresciuta a Sant’Anna di Rosà e risiede a Tezze sul Brenta.
I bassanesi, per il loro nuovo sindaco, sarebbero pronti a eleggere una “non bassanese”? Non è un aspetto secondario, per il segno da tacciare in cabina elettorale.
Il fatto di “vivere” la città, risiedervi, esservi nato e cresciuto e appartenere quindi al suo tessuto sociale indipendentemente dalla tessera di partito è un requisito fondamentale per un primo cittadino e per la psicologia del voto amministrativo.
Il caso di Vicenza, con la thienese Lia Sartori data l’anno scorso per sicura vincente e “bruciata” sul filo di lana da Variati, è emblematico.