Connessioni contemporanee
Un dialogo col presente
4-11-18 Settembre 2025
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Alessandro Tich
Direttore Responsabile
Bassanonet.it
Pubblicato il 21-09-2008
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Mentre in Italia la nostra mente è offuscata dal tracollo di Alitalia, a Bassano continua a tenere banco il paradossale, e per molti versi vergognoso, caso della Siltal.
Da mesi oltre 200 nostri concittadini - dipendenti dell’industria di Via Trozzetti che produce frigoriferi - sono costretti a vivere, assieme alle loro famiglie, sulla soglia della povertà. Nessuna busta paga dallo scorso maggio, solo qualche misero acconto: bastonati e più volte illusi dalle promesse della proprietà che ancora lo scorso luglio, in un vertice al ministero a Roma, aveva assicurato il pagamento degli arretrati di stipendio e di cassa integrazione entro la data del 10 agosto. Promessa che, invece, è andata clamorosamente disattesa. Come si è risolta in un nulla di fatto la ri-capitalizzazione della società che doveva portare denaro fresco per rilanciare la produzione e pagare, una volta per tutte, le spettanze dovute.
Siamo a fine settembre e l’uscita dal tunnel ancora non si vede, coi lavoratori pedine incolpevoli di una complicata partita finanziaria, risultato di una telenovela infinita i cui dettagli, in questa sede, ve li risparmiamo.
Perché quello che ci preme sottolineare è un’altra cosa, che ha quasi dell’incredibile: la grande pacatezza e soprattutto dignità delle maestranze in tutti questi mesi di estenuante attesa di uno spiraglio di luce.
E’ in corso in questi giorni la protesta dei lavoratori della Siltal, con un sit-in all’esterno dei cancelli della fabbrica. Dissensi e malumori che convergeranno tutti a Roma, il 29 settembre, quando si terrà il nuovo, attesissimo vertice al Ministero. Ci saranno dei pullman di lavoratori al seguito, con le spese delle trasferta che saranno a carico del Comune di Bassano. I nervi salgono ormai a fior di pelle, mentre scende e finisce in rosso il conto in banca. Ma mai una volta, fino adesso, la protesta è andata oltre le righe: niente urla, niente minacce, niente cortei, niente tamburi. Quando le storiche “Smalterie” - da cui la Siltal discende - finirono in crisi negli anni ’70. la gente si riversò in piazza e furono bruciati i copertoni. Altri tempi e, sicuramente, altro clima politico. Ma, fatte le debite proporzioni, il dramma della Siltal è lo stesso: e la protesta, in punta di piedi, di 230 lavoratori disperati è una lezione di stile per tutti. Ma attenzione: il barile della pazienza è ormai raschiato fino in fondo. Se il prossimo vertice a Roma non porterà risultati, a Bassano sarà un autunno bollente.