Connessioni contemporanee
Un dialogo col presente
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Alessandro Tich
Direttore Responsabile
Bassanonet.it
Pubblicato il 16-01-2008
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L’ennesima disgrazia nella grotta dell’Elefante Bianco, nelle profondità del laghetto di Ponte Subiolo a Valstagna, si è archiviata. Il corpo del povero Peter Laijker, speleosub della Repubblica Ceca rimasto imprigionato sabato 12 gennaio tra gli anfratti della grotta subacquea è stato localizzato e ricuperato quattro giorni dopo, martedì 15, approfittando di una tregua del maltempo in zona.
Bassanonet.it, il portale di informazione di Bassano del Grappa, ha reso un puntuale resoconto di cronaca, con le foto dei momenti salienti delle operazioni del recupero scattate da Fausto Padovan. Complimenti ai soccorritori: gli specialisti del Corpo dei Sommozzatori dei Vigili del Fuoco e del Soccorso Speleologico Veneto-Trentino hanno lavorato in perfetta sinergia e con alta professionalità nella difficile, ma velocemente risolta, operazione di recupero.
E adesso che la cavità dell’”Elefante” piange la sua ottava vittima rispuntano le polemiche sull’opportunità di permettere le immersioni nell’area di Ponte Subiolo.
Come otto anni fa, quando in quella stessa grotta persero la vita altri due subacquei speleologici: l’”Elefante” fu vietato alle esplorazioni su ordinanza del sindaco dell’epoca, e poi riaperto alle immersioni quattro anni più tardi per un ricorso di alcune associazioni accolto dal Capo dello Stato.
Dubbi e preoccupazioni legittime, che tuttavia si scontrano con la realtà dei fatti. La speleologia subacquea è oggi una delle voci più importanti del turismo sportivo e ambientale che contraddistingue l’economia della Valbrenta, che oltre al Subiolo offre le profondità delle grotte di Oliero e dei Fontanazzi. L’attività delle immersioni in grotta conta in tutta Europa numerosi appassionati e può vantare in Valle un riferimento tecnico e territoriale di alto livello come il Gruppo Grotte Giara Modon.
In più, la grotta dell’ “Elefante Bianco” è una delle mete subacquee più ambite in assoluto: per esplorarla arrivano da ogni dove.
Ma è un abisso che non ha proprietario: ovvero appartiene al demanio dello Stato. E’ terra di nessuno, e quindi di tutti. Chiunque può liberamente immergersi senza chiedere permesso a nessuno.
E allora come se ne esce? Non potendo impedire le esplorazioni e nel rispetto della passione di tanti sportivi con bombole e muta, un’ipotesi intelligente e già proposta da qualcuno sarebbe quella di dare il Ponte Subiolo in concessione a un gestore privato come accade per altre grotte della zona. L’accesso all’ ”Elefante” sarebbe più regolato, con più garanzie e informazioni sul posto.
Qualcuno ha un’idea migliore? Il turismo sportivo-escursionistico in Valbrenta è una realtà troppo importante, e merita una risposta definitiva.