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Alessandro Tich
Direttore Responsabile
Bassanonet.it
Le banche e la peste
Il gesto di protesta di un imprenditore di Romano contro lo strapotere degli istituti di credito
Pubblicato il 08-12-2007
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			Ha girato per Venezia vestito da “appestato”, coperto da un saio nero e agghindato di catene, e le sue foto sono finite dappertutto.  Ma non era Carnevale, e non c’è niente da ridere.  
Dietro al clamoroso gesto di Gianpaolo Battaglia, imprenditore di Romano d’Ezzelino e del suo “compagno di sventura” Gianni Chinellato, imprenditore di Mestre si nascondono infatti le enormi incertezze, contraddizioni e fragilità  della nostra società  e del troppo mitizzato sistema economico e produttivo del Nordest.  
La protesta nella città  dei Dogi - preceduta da un incontro dei due “appestati” con il presidente di Confindustria Luca Cordero di Montezemolo e in vista di un pellegrinaggio nientemeno che in Vaticano - ha voluto alzare la voce su quella che i manifestanti definiscono l’ “usura del sistema bancario”  
		
			Battaglia e Chinellato non sono due “signor nessuno”: il primo, titolare della ditta di abbigliamento sportivo BIGI Sport Snc di Romano, ha all’attivo alcuni importanti brevetti e il secondo è commerciante all’ ingrosso, per il Triveneto, di ricambistica per veicoli industriali.  
Ma entrambi sono in bolletta: strozzati dal pozzo senza fondo dei mancati impegni con alcuni istituti di credito locali.   
Battaglia, in particolare, ha subìto il pignoramento del suo laboratorio per il mancato pagamento delle rate di un mutuo ipotecario contratto con una banca per saldare gli interessi passivi di altri suoi due conti correnti finiti in rosso.
Ma la sua accusa, rilanciata da “Sos Utenti Veneto”, è molto grave: e cioè che i tassi effettivi applicati dalle banche abbiano superato la soglia di usura fissata per legge, e che i pesanti interessi applicati non siano quindi dovuti, come prevede il codice civile per i tassi usurai 
Da qui l’apertura di un fascicolo della Procura della Repubblica di Bassano che ha ipotizzato, nei confronti di tre istituti di credito del Bassanese, l’ipotesi di reato di “usura bancaria”.
La vicenda è tanto clamorosa quanto delicata, perchè ha scoperchiato una situazione nella quale - in diversa misura, ma con analoghe angosce - sono costrette a vivere migliaia di persone, imprenditori e capifamiglia: tutti prigionieri della perversa spirale dei meccanismi finanziari, poco propensi a premiare i bravi risparmiatori e prontissimi invece a punire oltre il lecito chi non è stato puntuale negli impegni.
La nuova peste si annida qui.  E, per gli appestati bancari, la guarigione è una medicina molto amara.		
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