Connessioni contemporanee
Un dialogo col presente
4-11-18 Settembre 2025
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Alessandro Tich
Direttore Responsabile
Bassanonet.it
Pubblicato il 26-10-2007
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Sbatti il “mostro” in prima pagina. E’ il mostro chi è, un serial-killer ?
Nossignori: sono due maestre e una bidella della Scuola Elementare di Marchesane. Nel piccolo istituto c’era un problema da risolvere: il bagno alla turca della scuola era otturato da un asciugamano, ficcato lì dentro da mano ignota, e nessuno - tra gli alunni della primaria - aveva confessato il misfatto.
In mancanza di un “colpevole”, le maestre hanno ben pensato di riunire i bambini, metterli in cerchio, fare la conta ed estrarre in questo modo a sorte uno degli scolari.
Il prescelto, - anzi la prescelta, un’alunna di sette anni - ha dovuto così togliere l’asciugamano dal buco del gabinetto davanti a tutti i compagni.
Tutto qui. Nè più ne meno delle tante penitenze, ingiustizie o punizioni - a sfondo più o meno educativo - che si consumano da sempre dentro le mura scolastiche, e che lo stesso mondo della scuola tende a coprire, confrontandosi tutt’al più con le famiglie e evitando di esporre i panni sporchi fuori di casa.
Ma qualcosa, questa volta, non ha funzionato. Una “talpa” ha parlato, un abile cronista ha ascoltato e la notizia è apparsa con grande enfasi sui giornali e telegiornali nazionali.
Apriti cielo. Per due giorni, la piccola scuola della tranquilla frazione di Bassano si è trovata nel mirino di microfoni, taccuini e telecamere.
Psicologi, educatori, neuro-psichiatri infantili e psico-pedagoghi, pur senza conoscere direttamente i fatti, hanno offerto la loro interpretazione sull’episodio, sull’opportunità di infliggere a bambini così piccoli una punizione così esemplare e sui modi in cui il “fattaccio” si è consumato.
Ora i genitori di Marchesane, travolti dall’assalto dei media, difendono a spada tratta la loro scuola e le maestre dicendo che hanno svolto “un’importante opera di recupero“ facendo riflettere gli scolari sulla vicenda. Appunto. Come è sempre stato, e come doveva essere.
D’ora in poi i bambini useranno il bagno di scuola con più attenzione, le maestre faranno forse ricorso a metodi meno drastici per ricordarglielo e le famiglie potranno valutare l’operato delle docenti nei momenti opportuni e nelle sedi appropriate.
Ma senza vittime nè vittimismi, please.